Gian Burrasca, il ritorno del monello di Osvaldo Guerrieri

Il «Giornalino», capolavoro che Vamba pubblicò nel 1912, oggi gareggia con supereroi e videogiochi Il «Giornalino», capolavoro che Vamba pubblicò nel 1912, oggi gareggia con supereroi e videogiochi Gian Burrasca, il ritorno del monello // teatro lo riscopre, i bambini lo leggono sempre LO si dava per spacciato, sepolto nella lontananza umbertina. A differenza di «Pinocchio», a cui viene spesso imparentato per toscanità e per consonanza pedagogica, pareva estromesso dalle biblioteche, sconfitto dai Supereroi e dai videogiochi. Invece il «Giornalino di Gian Burrasca» non ha mai perduto vitalità. La maggior parte degli editori italiani ha in catalogo il romanzo di Vamba e lo vende a ritmo soddisfacente. «Circa duemila copie l'anno», dicono all'Editrice Piccoli; «un costante trend di vendite», informano alla Sei. Come se non bastasse, apprendiamo che il romanzo è consigliato agli alunni di quinta elementare per esercizio riassuntivo. A tale fortuna contribuisce ora anche il teatro, con tre spettacoli quasi contemporanei: il «Gian Burrasca» di Arca Azzurra e Pupi e Fresedde, il «Gianni detto Burrasca» di Assemblea Teatro e «Il giornalino di Gian Burrasca» che Pupi e Fresedde presenteranno a Natale in un'edizione «per famiglie». Per un libro che tutti considerano a dir poco démodé è un successone. E sarebbe interessante capire la ragione per cui le gesta di Giannino Stoppani hanno ancora tanto seguito. E' indistruttibile il tema della crescita difficile, ma il luogo in cui avviene la maturazione di Giannino resta un dagherrotipo sbiadito. A meno che l'interesse non stia proprio nella lontananza. Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli) pubblicò il romanzo nel 1912. Giornalista e scrittore umoristico, fondatore del «Giornalino della domenica» cui collaborarono Pascoli, la Deledda, e D'Annunzio, si dedicò esclusivamente alla letteratura infantile. Nel «Gian Burrasca» diede forma a un'ipotesi che sentiva radicatissima, e cioè che la corretta educazione non passava attraverso i collegi, né era subordinata alla severità paterna. Il romanzo diaristico ha le caratteristiche di una soggettiva cinematografica. L'occhio di Giannino penetra nel paesaggio post risorgimentale che lo contiene e si mescola al gruppone delle zie, delle sorelle da marito e dei fidanzati ottusi mettendolo a soqquadro con crudeltà briccona. Vamba lo difende, ma dopo un anno di malefatte deve constatarne la sconfitta. La società batte la natura. Purtroppo si cresce, ragazzi. Osvaldo Guerrieri Rita Pavone Gian Burrasca in tv per la Wertmiiller Assemblea Teatro: una scena