«Ecco l'energia nucleare pulita » di Piero Bianucci

Il premio Nobel Carlo Rubbia presenta il sostituto dell'uranio: il torio Il premio Nobel Carlo Rubbia presenta il sostituto dell'uranio: il torio «Ecco l'energia nucleare pulita» Per il fisico la nuova tecnologia ha molti vantaggi «Scorie radioattive a vita più breve e sistemi perfetti» GINEVRA. L'energia nucleare pulita e sicura nasce oggi al Cern, il centro europeo per la ricerca nucleare dove lavorano tremila fisici di tutto il mondo. Il padrino è Carlo Rubbia, premio Nobel e attuale direttore del Cern. In un seminario riservato agli scienziati, presenterà una tecnologia che non è più basata sull'uranio ma sul torio, elemento 4 volte più abbondante e molto meno pericoloso. «I reattori a torio - dice Rubbia risolvono i tre gravi problemi delle centrali nucleari classiche: scorie radioattive a lunga vita, disponibilità di combustibile nucleare, rischio di proliferazione di armi atomiche. Con i reattori a uranio le scorie rimangono radioattive per milioni di anni, un tempo che ci crea enormi responsabilità verso le generazioni del più lontano futuro; per le scorie del torio bastano tre secoli di isolamento. Quanto all'abbondanza, non solo 0 torio è molto diffuso in natura, ma da una tonnellata di questo elemento possiamo ricavare 140 volte più energia che dall'uranio: una tonnellata di torio equivale a tre milioni di tonnellate di petrolio, qualcosa come 27 milioni di barili. Infine, da un reattore a torio non uscirà mai nulla di utile per costruire bombe». Da anni si lavora sull'idea di utilizzare il torio per produrre energia: Paolo Volpe, dell'Università di Torino, ne scriveva su «Tuttoscienze» già otto anni fa, il 19 giugno 1985. Reattori sperimentali a torio sono stati realizzati in India e in Canada. Un fisico di Berkeley - che ora pare rivendichi la propria priorità rispetto a Rubbia - ha sviluppato progetti di reattori a torio anche dal punto di vista ingegneristico. Per conoscere nei particolari la nuova soluzione bisognerà attendere il seminario che Rubbia terrà oggi. I concetti-base però possiamo anticiparli. Il torio è composto esclusivamente dall'isotopo 232. Questo nucleo non è fissile, cioè non si spezza spontaneamente emettendo energia come fa il nucleo di uranio 235. Però è «fertile», può cioè essere reso fissile se colpito da neutroni. L'idea che Rubbia esporrà consiste nel bombardare un blocco di torio con un fascio di neutroni a bassa energia ma molto numerosi. Produrre questi fasci di neutroni è, per i fisici di oggi, un gioco da ragazzi. «Il grande vantaggio di questo sistema - spiega Rubbia -consiste nel fatto che la reazione che produce energia con il torio può essere accesa e spenta come una lampadina con un interruttore. Basta accendere o spegnere il fascio di neutroni». In altre parole, un incidente come quello di Cernobil non potrà mai verificarsi perché il nòcciolo del reattore a torio non sarà mai in grado di sostenere da sé una reazione a catena come avviene nei reattori a uranio o a plutonio. Non potrà mai sfuggire di mano. Non solo: girando, per così dire, l'interruttore della sorgente di neutroni, si può produrre energia nucleare soltanto quando serve. I reattori a uranio, invece, devono essere tenuti sempre accesi. Rubbia sottolinea un ultimo vantaggio: «Non ci sono ostacoli tecnologici per i reattori a torio: per costruirli abbiamo già tutto quanto ci serve grazie all'esperienza fatta con i reattori convenzionali». La palla, ora, passa ai Verdi. Piero Bianucci Sopra il Premio Nobel Carlo Rubbia e a sinistra Ermete Realacci di Legambiente

Luoghi citati: Berkeley, Canada, Ginevra, India, Legambiente