Giovannini: «Tariffe postali non vogliamo l'aumento» di R. I.

Sisde, indagato anche Salabè Potrebbe portare i giornali alla disperazione Giovannini: «Tariffe postali non vogliamo Patimento» MELANO. «Il nostro settore reagirà in maniera clamorosa. Ci spiace per il governo, però siamo alla disperazione e domani, dopo l'incontro che avrò con il sottosegretario Maccanico, decideremo il da farsi». Il presidente della Fieg, Giovanni Giovannini, in attesa che il governo vari un decreto «di appesantimento delle tariffe di spedizione» annunciato per le prossime ore, prospetta così un «braccio di ferro» che vedrà in prima fila gli editori. «La situazione è più cattiva di quello che andiamo dicendo da mesi - ha dichiarato Giovannini nel corso di un convegno su "Quale futuro per l'editoria" -, si è appesantita nelle ultime settimane e si è aggravata ancora di più nelle ultime ore, perchè sembra che si apprestino a varare un decreto che ritoccherà notevolmente le tariffe di spedizioni in abbonamento». Ritocco che secondo il presidente della Fieg dovrebbe essere del¬ l'ordine del 100 per cento. «Sarebbe l'ultimo colpo da indurre alla disperazione, se si tiene conto che la spedizione in abbonamento è la forma più civile nei Paesi più progrediti», ha proseguito. Questo, secondo il presidente della Fieg, da noi avviene solo in parte anche perché «abbiamo il servizio postale peggiore di tutto il mondo». «In fondo i giornali costano 1300 lire ha aggiunto - e gravarli di altre 100 o 150 lire sarebbe pesante. Nessuna azienda e nessun prodotto può sopportare ciò, considerando che non possiamo contare neppure sulle entrate pubblicitarie». Nei Paesi più progrediti, ha argomentato Giovannini, «le entrate dei giornali sono per il 70 per cento dovute alla pubblicità. Noi siamo ben lontani da tali traguardi, oltretutto essendo in atto un crollo della pubblicità - ha concluso - è diffìcile sapere cosa potrà succedere», [r. i.]

Persone citate: Giovanni Giovannini, Giovannini, Maccanico