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Prossimamente Prossimamente LA NINFETTA DI NABOKOV RIDIVENTA FARFALLA ALESSANDRO PIZZORNO LE RADICI DELLA POLITICA ASSOLUTA ENTORNATA, Lolita, bentornato Humbert Humbert, quarant'anni dopo lo «scandalo». L'A I delphi ha fatto ritradurre il capolavoro di Nabokov da Giulia Arborio Mella su testo inglese ma tenendo conto della versione russa dell'autore. Arriva in libreria mercoledì. Quasi contemporaneamente al numero di dicembre di Leggere che dedica a Nabokov un dossier d'una ventina di pagine. Vi compare, tra gli altri, George Steiner che «spiega» le «lingue» di Nabokov, mentre il romanziere americano Stanley Elkin, humour noir e simbolismo, si immagina compagno di Nabokov in una partita di caccia alla «Grande Farfalla Toro, versione etimologica della Balena Bianca, sulle rive dell'Orinoco». Claudio Gorlier «rivisita», invece, da par suo, un incontro del '69 con il russo «fiero di essere considerato uno scrittore americano» che in quell'occasione disse a proposito di Lolita: «quel libretto puro e innocente...». «E aveva ragione» commenta Domenico Rea che, a proposito di Ninfe, non sembra secondo neppure a Nabokov. «Il suo è un libro aristocratico "per bene", il mio è barbarico selvaggio. Ninfa è la crisalide degli insetti, che poi diventa farfalla». Perché, Nabokov non ci aveva pensato...? Hanno vinto la linea tedesca e la lobb)1, dei musicali Come cambieraivio i programmi dei nostri editori: tascabili e scolastici sono ipiù penalizzati Per qualcuno è una manna Una manna: e Maria Luisa Aguirre d'Amico, una degli eredi del grande girgentino, come reagisce a una notizia del genere? «Aspetto conferme - è il suo cauto commento al telefono -. A me, comunque, non dava nessun fastidio sapere mio nonno fuori "tutela", la sentivo come una mia nuova libertà...». Grande entusiasmo anche da parte di Mario Spagnol «come di tutti gli editori che fanno un lavoro di ricerca e non di sfruttamento del lavoro altrui, che investono capitali preparando alle opere un lungo cammino». L'imperatore del gruppo Longanesi non crede che questo prolungamento dei diritti danneggi i lettori e soprattutto i giovani. «L'inflazione d'uno stesso titolo non rende un servizio alla cultura, provoca solo dispersione. E' molto più corretto e più utile che l'editore di riferimento offra i suoi autori più grandi in esclusiva anche in collane economiche. Quanto ai prezzi, ormai risultano sostanzialmente allineati». Eccetto in casi limite: magari di quegli editori rampanti che in gergo vengono chiamati «succhiatori di ruote». Allusione pungente al boss della Newton Compton? Vittorio Avanzini, di certo l'avversario più accanito della direttiva europea, si limita a un commento sulla retroattività dei diritti: «Roba da Corte Costituzionale». Probabilmente ha ragione Giuliano Vigini che dalla sua postazione lievemente defilata della Editrice Bibliografica, profetizza: «Ci sarà lavoro per gli avvocati...». GianniMerlini; qui a fianco, Violo Tiziano Barbieri; in alto, Pirandello ritti o in uscita, in base al vecchio regolamento, prima del luglio '95: vale a dire pezzi da novanta come Gramsci e d'Annunzio, Svevo e Pirandello. contribuito una Rizzoli all'inizio contraria e poi acquietata e una Mondadori nettamente sulla sponda opposta». Benché determinante pare sia stato, in sostanza, il gruppo compatto degli editori «musicali». Una retroattività che, se istituzionalizzata, significherebbe una strabiliante vittoria di Siae prima di tutti, poi di Mondadori (colossi tempo fa nemici e oggi al lavoro in perfetta armonia: l'editoria è politica) nonché il bouleversement nei programmi di qualche altro grande editore. Di-Feltrinelli per esempio: che potrà mantenere sino al 2030 l'esclusiva di Pasternak e sino al 2027 quella di Tornasi di Lampedusa, ma potrebbe, come sottolinea il direttore editoriale Gabriella d'Ina, dover ripensare il progetto, già iniziato, di tutto Pirandello e di tutta Virginia Woolf in paperback. Meno di Rizzoli: il direttore editoriale dell'area economici, Evaldo Violo, non sembra disposto a correggere il suo percorso «Piuttosto che rinunciare ai miei progetti, pagherei, se costretto. Comunque, per chi come me lavora in casa della pioniera Bur tutto questo è Cronista Stendhal onesto ma fifone nevralgico: libraria ha, nevralgico: libraria ha, Ecco il punto mentre l'editoria per sua natura, un giro d'affari relativamente modesto, i miliardi fioccano su chi controlla il mercato musicale specie discografico: «Quest'anno - segnala Cecchini - i musicali hanno visto uscire dai diritti Respighi, un compositore presente in tutto il mondo. Perdita secca, non facilmente compensabile. Non vogliono più correre tali rischi. Con la nuova normativa la musica diventerà una miniera d'oro sempre più ricca. Anche per gli interpreti, Pavarotti e Mina, Ughi e Muti, che vedono salire da 20 a 50 anni la tutela delle loro prestazioni. I settantanni di copertura varranno egualnemte per fotografia e film. Di fatto si sta proteggendo tutti, talvolta in modo inumano Anche Tiziano Barbieri Torriani, presidente degli editori nonché padrone del gruppo Sperlmg & Kupfer, ha condotto la sua battaglia contro i 70 anni. Ma ora dice: «L'abbiamo persa, bisogna andare avanti. Non è più tempo di strizzatine d'occhio, ma di fare il miglior uso possibile delle carte che abbiamo in mano». Un modo per annunciare la vera novità dirompente che sarà contenuta in una imminente proposta di legge: si chiederà al Parlamento di consentire il ritorno, sotto l'ombrello delle nuove norme Cee, di autori già usciti dai di Benjamin Constant è grande, parla benissimo, ma spesso scrive male; la sua amica madame de Staél ha intossicato l'Inghilterra con le sue sciocchezze sulla rivoluzione; «...in Francia siamo convinti che per mancanza di genio drammatico lord Byron non abbia mai potuto descrivere altro personaggio che se stesso...»; poi, sferzate a Chateaubriand e, come sempre, lodi sperticate a Béranger. E' Stendhal, ma lo Stendhal giornalista, che, con questo pennino pungente, scrive, tra il 1822 e il 1826, gli anni della sua «conquista di Parigi», le «Cronique pour l'Angleterre». Sono corrispondenze da terza pagina che il console Beyle manda, preferibilmente sotto forma di lettere, soprattutto al London Magazine. Compaiono ora in Italia per la prima volta nell'edizione degli Editori Riuniti con il titolo My dear friend e con l'introduzione di Michel Crouzet, cui si deve la più recente e importante biografia (Signor Me Stesso) dell'autore di II rosso e il nero. Naturalmente queste trecento pagine sono una miniera di riferimenti alla politica e ai salotti, al teatro parigino e alle congreghe letterarie e religiose («i gesuiti hanno una particolare cura nell'insegnare ai propri allievi l'arte dell'insolenza...». Stendhal teorizza la sua filosofia del mestiere: satira, opposizione, polemica. Il giornalista è un giustiziere e perciò «deve essere un uomo onesto; parziale, partigiano, ma non adoprarsi mai per sé e per i propri amici... e scrivere tutto quello che sa e pensa». Purché si celi (il mascheramento che piace molto al grande Henri), nessuno sappia chi è. Così, le lettere ai «dear friend» hanno la famosa sigla «p.n.d.g.» che vuol dire «Petit neveu de Grimm». Sorpresa? Stendhal non ha mai detto che il giornalista deve anche avere coraggio. Favorevoli e contrari L'accordo di Bruxelles, che tra breve diventerà norma per tutti i 12 Paesi della comunità, vede profondamente spaccata l'Associazione italiana editori. «Una notevole parte dei nostri soci - spiega il vicedirettore Ivan Cecchini - non era per nulla d'accordo di adeguarsi al modello tedesco. La Germania infatti è il solo Paese europeo ad avere attualmente una tutela di 70 anni per le opere dell'ingegno. Come si sa in Italia sino ad oggi il termine era 50 anni (più 6 per autori penalizzati dalla guerra); idem (quasi) per Francia e Belgio; 50 anni secchi in Gran Bretagna; 60 in Spagna. Una linea forte nell'associazione avrebbe addirittura voluto attestare definitivamente il nostro Paese attorno ai 50 anni». Battuta. L'area degli oppositori è, naturaliter, occupata dall'editoria a prevalente strategia «economica», ma anche da nomi storici e gloriosi, tra cui l'Utet. Il suo presidente, Gianni Merlini, ex presidente degli editori, non ha dubbi: «Sto tuttora tra i contrari. Il problema qui non è fare un libro in più o in meno, è una questione di civiltà. Prolungando i diritti e bloccando la diffusione più ampia possibile delle opere, penalizziamo il settore dei tascabili, l'unico mercato in crescita e anche le edizioni scolastiche ne patiranno. Purtroppo a Bruxelles si è sposata sin dall'inizio la causa tedesca grazie anche alla presenza di un politico forte come Martin Bangermann, ex ministro delle Finanze e ora vicepresidente della commissione Cee. A indebolire il nostro fronte del "no" hanno indubbiamente a Mirella Appiotti o . e r r n i o e eirn, e ea e. Un Natale sotto il Tao Prima strenna, arriva da Guanda. Strenna colta, ma non troppo. E' Il Tao per un anno, 365 meditazioni compilate da Deng Ming-Dao, divulgatore (si legge in quarta di copertina), del pensiero orientale. Una specie di Artusi dell'anima, ovviamente con più camomilla che peperoncino. [m. app.]