Appena usciti
Appena usciti Appena usciti Vittoria Ronchey Il volto di Iside Rizzoli, pp. 216, L. 24.000 Una Roma magica «ipnotizza» Susannah, ragazza austriaca arrivata alla Stazione Termini con il fidanzato. Vittoria Ronchey, al suo terzo libro dopo Figlioli miei, marxisti immaginari e 1944, affronta il culto di Iside, sempre vivo nella città eterna, dall'impero ai Barberini. Susannah è scortata lungo un percorso iniziatico, «alla scoperta dei recessi segreti di un mondo nascosto, brulicante, sospeso sugli abissi del tempo». Stefan Zweig Sovvertimento dei sensi Corbaccio, pp. 288. L 28.000 Tre storie del «mondo di ieri». Un adolescente (Sovvertimento dei sensi), un vecchio [Tramonto d'un cuore) e una donna (Ventiquattr'ore della vita di una donna) scoprono l'altro essere che vive in loro, destinato a ribaltarne il destino. «Noi viviamo miriadi di secondi, eppure - avverte Stefan Zweig - sarà sempre uno, uno solo che accenderà tutta la nostra intima natura». Traduzione di Berta B. Ahrens Aldo Carpi Diario di Gusen Enaudi, pp. 326, L 18.000 «Chissà che cosa proveranno i giovani d'oggi nel leggere il Diario di Gusen di Aldo Carpi» si domanda Corrado Stajano introducendo le pagine uscite da un Lager. Pittore e docente all'Accademia di Brera, Carpi, arrestato nel '44 per antifascismo, fu deportato prima a Mauthausen e poi a a Gausen, dove scrìsse questa testimonianza. Ora riproposta a vent'anni dalla prima edizione. Adolfo Bioy Casares Una bambola russa Zanzibar, pp. 178, L. 18.000 Piccoli incidenti che turbano la vita quotidiana. Mondi paralleli che sprofondano nell'assurdo, dal playboy a caccia di ricche ereditiere che deve fronteggiare un bruco sottomarino e cannibale, al ragazzo che vede l'amata trasformarsi in salmone. Nove capriole nell'assurdo del grande scrittore sudamericano. La traduzione è di Gina Maneri. Dato centrale di questo libro è che si tratta di un romanzo e nonostante le radici storiche esattissime, non di opera storica. E di autobiografia, e non di biografia: Vàzquez Montalbàn, uno degli autori spagnoli di oggi più famosi, dalla creatività versatile che va dalla poesia alla narrativa, anche di genere poliziesco assai abile, ha compiuto qui, proprio grazie al suo dono manipolatorio di ambienti e di personaggi, il tour de force più riuscito: si è calato nella persona del suo protagonista, Franco, prestandogli tutto quanto lo rende più che plausibile. E riservando il secondo ruolo, una sorta di amarissima messa a punto, all'altro personaggio, uno scrittore comunista di scarso successo, incaricato dal suo editore di presentare la vicenda del Generalissimo: ruolo chiaramente ricalcato sulla stessa storia politica di Montalbàn, che nato a Barcellona nel 1939 è stato antifranchista da sempre e ha trascorso anche un anno in prigione per reati politici. La storia è dunque portata avanti da due voci e si direbbe da due punti di vista. Ma in un certo senso, la più affidabile è la voce che dovrebbe non esserlo: e cioè la voce del generalissimo, «un mediocre e inconsapevole cronista dei propri orrori», così come lo giudica a un certo punto, il suo antagonista, lo scrittore. E questo per una ragione molto sempbce: è Franco a cambiare, anzi deviare il corso della Storia, e non grazie alla sua originalità ma proprio grazie alla sua banalità. Montalbàn, con intuito romanzesco oltre che storico, insiste molto sulle circostanze, banali e esemplari al tempo stesso, della nascita di Franco a El Ferrol, in Galizia, centro e bastione da secoli della Marina spagnola, da una famiglia più che tradizionalista in cui non mancano però i personaggi devianti. E Francisco, Paquito, così chiamato per la sua bassa statura, si trasforma in beniamino della madre, mater dolorosa, poi, dopo la partenza del marito che abbandona la famiglia per un'altra donna. Ma proprio nella retorica per- Manuel Vàzquez Montalbàn lo, Franco trad. di Hado Lyria Frassinelli, pp. 615. L. 32.500
Luoghi citati: Barcellona, Carpi, Galizia
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