Trapt i Baggio li picchiavo anch'io di Fabio Vergnano

L'allenatore della Juve invita il fantasista a non lamentarsi troppo per i colpi che subisce L'allenatore della Juve invita il fantasista a non lamentarsi troppo per i colpi che subisce Trapt i Baggio li picchiavo anch'io «E' il destino dei grandi campioni» TORINO. Come cambiano i tempi. C'era una volta la Juve Signora del calcio italiano, la Signora omicidi, ovvero quella squadra tritatutto che dettava legge in lungo e in largo, forte dell'apporto di conclamati campioni. Bene, quella Juve per il momento non c'è più. E fin qui sarebbe difficile non essere d'accordo. Anche Trapattoni, sempre più impegnato in prima persona nel tenere alto il morale della truppa, magari con qualche piccola bugia di comodo, si adegua e gioca tutte le carte che ha in mano. Infatti ecco l'ultima trovata del Trap in versione coltivatore diretto. Allegria, per il Giuan oggi la Juve è come una bella cassetta di cachi. Avrebbe mai espresso un parere di questo tipo ai tempi di Platini? Orrore, mai. Ma oggi il ribaltone è stato tanto grande da obbligarlo a raschiare il fondo del barile per farci capire cosa valga realmente questa squadra. Ventidue novembre, ore tredici: ecco la bella pensata trapattoniana. Impegnatissimo nel difendere i reduci dall'ennesima prova incolore, il tecnico ci regala quanto segue: «Dobbiamo compiere un altro balzo sulla strada della maturazione. Abbiamo il dovere di non mollare, di proseguire il discorso iniziato tre anni fa. Ora dobbiamo sforzarci di salire un altro gradino. Con un po' di paglia faremo maturare questa cassetta di cachi. Siamo a buon punto, datemi retta». La collocazione temporale del paragone non fa una grinza. Novembre è il mese in cui quei prelibati frutti arancione fanno la loro comparsa sulla bancarella di Giovanni, il fruttivendolo del mercato rionale. Non si sa fino a che punto Baggio e Vialli gradiranno, ma il Trap va capito nel suo tentativo di proteggere la Juve un po' bislacca che si ritrova, anche a costo di esporsi al ridicolo, di fornire altro materiale ai gialappi. Gioca in difesa: «Con il Cagliari abbiamo perso un punto in classifica, ma l'atteggiamento della squadra mi è piaciuto. Per tre quarti di partita abbiamo dominato noi, anche se ci sono mancate occasioni da gol limpide. Ma i sintomi positivi emergono anche dalle partite in apparenza negative. Io guardo avanti, penso a cosa potrà succedere fra quattro mesi. E per questo non posso permettere che 1 > spogliatoio si spacchi. Nel ritorno, inoltre, avremo gli scontri diretti in casa». Un Trapattoni realista, anche nel momento in cui analizza il caso-Baggio. Il Codino sta perdendo colpi, il Giuan ne prende atto: «Per un mese e mezzo ha offerto un certo rendimento, ora è in flessione. Domenica nel secondo tempo non voleva tornare in campo perché aveva male alla coscia sinistra. Ho dovuto obbligarlo ed è stato determinante nell'azione del gol». Vita durissima per il Fenomeno. Si accavallano gli impegni, si sommano le botte. Due partite tirate nel giro di quattro giorni da sempre sono troppe per il campione di Caldogno. E domani potrebbe non giocare contro il Tenerife. Anche quelli del Cagliari gli hanno riservato un trattamento energico. Robi si lamenta: «Non mi piace fare la vittima, ma a volte ci sono scontri che non hanno senso. Gomitate in faccia e altro ancora. Un po' di attenzione in più non guasterebbe». Il lamento del Baggio bastonato non impietosisce Trapattoni, a suo tempo mazzolatore di prima categoria. Ricorda: «Va bene, l'hanno picchiato, ma anche questo fa parte del gioco. Anch'io contro Sivori e Pelè mi arrangiavo come potevo. E' inevitabile che i campioni debbano subire. Quindi non me la sento di prendere le sue difese, mentre cr -isco altre esigenze. Se io non fossi l'allenatore della Juve ma del Cagliari, direi ai miei giocatori di menare senza troppi riguardi». Insomma, il calcio è roba per uomini veri come sostiene da sempre Boniperti, propenso a pensare che una bella scarpata non si nega mai a nessuno. Soltanto Vialli cerca di comprendere i tormenti del Codino: «Non è un problema suo, ma di tutti gli attaccanti» spiega il Gianluca, che porta sulle gambe i segni di cento battaglie, ma che spesso ha lasciato il proprio marchio sui polpacci degli avversari. Ma ora sono soprattutto le ammaccature psicologiche che fanno paura. Per questo Trapattoni tiene la truppa unita con ogni mezzo, credendo possibile quel salto di qualità da raggiungere a forza di sciabolate e non impugnando soltanto il fioretto. Affiorano strani ma¬ lesseri. Ravanelli, ieri bloccato da un risentimento a un tendine, ha fatto sapere la propria verità: «Il Milan è forte, lotta fino al novantesimo. Poi i giocatori si abbracciano. Noi invece qualche volta non lo facciamo». Dettagli inquietanti? Forse no. Il gruppo sembra unito e deve dimostrarlo adesso alla vigilia di due partite importanti per il futuro. Tenerife e Inter: siamo alla svolta, soprattutto in campionato è il momento delle grandi verità. Maturano o no, questi cachi? Fabio Vergnano .'.'i^-.. ■ ■;'''-v','..■■■ Dopo un mese e mezzo di grande rendimento, Robi Baggio accusa una flessione. Trapattoni vorrebbe evitargli altra fatica e pensa di lasciarlo a riposo domani quando la juve affronterà il Tenerife

Luoghi citati: Caldogno, Torino