fiat parte il confronto

Si discuterà a Roma su esuberi, flessibilità ed investimenti Si discuterà a Roma su esuberi, flessibilità ed investimenti Rat, parte il confronto Oggi ai sindacati il piano aziendale ROMA. Parte oggi a Roma, nei fatti, il confronto tra la Fiat c i sindacati sul piano triennale '94-96 por il rilancio del gruppo automobilistico. Tuttavia soltanto mercoledì, 24 novembre, il piano sarà formalmente illustrato al ministro del Lavoro, Gino Giugni, e alle stesse organizzazioni sindacali di categoria Fiom-Cgil, FimCisl, Uilm-Uil e Fismic-Sida. Per oggi, il fax che la Fiat ha inviato ai sindacati parla di un generico «esame situazione Fiat-Auto». L'azienda - secondo quanto si è appreso - lavorerà fino all'ultimo minuto per la definizione del piano. Contatti sono in corso sia con le strutture sindacali (confederali e di categoria) sia con il ministero del Lavoro. Per ora non è ancora stato indicato quanti lavoratori saranno coinvolti nel processo di riorganizzazione. Alla fine di ottobre i sindacati hanno lanciato l'allarme indicando una cifra di eccedenze intorno alle 12/13 mila unità. Le categorie che - secondo i sindacati - appaiono più a rischio sono gli impiegati (un po' in tutta Italia); gli operai soprattutto degli impianti Torinesi (Mirafiori e Ri- valta); lo stabilimento di Arese che - sostengono - potrebbe subire un ridimensionamento; l'impianto napoletano della Scvel che produce il Ducato. La Fiat non ha mai confermato le indiscrezioni sindacali senza negare però l'esigenza di una riorganizzazione aziendale secondo criteri di flessibilità. La Fiat, inoltre, ha sempre escluso il ricorso ai licenziamenti. Pertanto per la gestione delle eventuali eccedenze - secondo i sindacati sarà possibile utilizzare un mix di strumenti: cassa integrazione straordinaria, mobilità, contratti di solidarietà, mobilità lunga (cioè fino alla pensione), dimissioni incentivate (sono state circa 5000 lo scorso anno). Quanto all'appuntamento di domani al ministero, è stato formalmente fissato per verificare l'attuazione dell'accordo del z.2 giugno scorso sullo stato di crisi. La Fiat dichiarò infatti lo stato di crisi dopo aver esaurito il «bonus» di cassa integrazione ordinaria previsto dalla legge. L'intesa di giugno consentì il ricorso alla cassa straordinaria nella stessa logi- ca, però, della cassa ordinaria (crisi congiunturale). E' dall'agosto del '90 che la Fiat ricorre alla cassa integrazione settimanale tutti i mesi. Questa logica (battezzata della «navigazione a vista») ha consentito nel '90 un taglio produttivo di 75 mila vetture; nel '91 di 259 mila; nel '92 di 231 mila e quest'anno di 390 mila. Oggi - secondo i sindacati - la Fiat non intende abbandonare del tutto quella logica ma ò costretta a rafforzarla con altri strumenti, visto che il mercato non accenna ancora a riprendere: in Europa segna un-15%, in Italia-22%. Sempre nel gruppo Fiat, altri problemi di organico si registrano all'Alfa Avio, come ha annunciato ieri l'azienda, parlando di 650 esuberi, tutti negli stabilimenti torinesi (450 operai e 50 impiegati in via Nizza, 150 impiegati in corso Ferrucci). Ma l'azienda ha precisato che «non awierà unilateralmente alcuna procedura». La trattativa riprenderà venerdì. La Fiat Avio ha illustrato l'andamento del settore aerospaziale e le ricadute della crisi su produzione e occupazione. Per il biennio 1993-'94 ha detto di prevedere un calo di attività nel settore civile del 50% rispetto ai due anni precedenti. L'azienda ha inoltre reso noto di avere portato a termine l'operazione di conversione dal settore militare al civile che è passato dal 20% delle entrate complessive del 1980 al 67% attuale. lAnsa] II ministro Gino Giugni

Persone citate: Gino Giugni

Luoghi citati: Arese, Europa, Italia, Roma