Tasse sanitarie rebus «inguaribili»

Tasse sanitarie rebus «inguaribili» Tasse sanitarie rebus «inguaribili» 1ASSA sulla salute e tassa sul medico, ovvero la farsa continua. Mai in passato i superburocrati dei ministeri delle Finanze e della Sanità erano giunti ad emanare un simile guazzabuglio di norme, circolari e decreti incomprensibili, contraddittori e, forse, anche incostituzionali. Non sarebbe stato, invece, necessario semplificare al massimo questo labirinto di norme, evitando ai contribuenti inutili complicazioni e nuove stangate?, si chiede il cittadino in vista del pagamento dell'acconto della tassa sulla salute previsto per il 30 novembre assieme all'autotassazione Irpefper il '93? Tassa sulla salute. Per la prima volta i contribuenti devono versare l'acconto di novembre per la tassa sulla salute. Ma non è questa l'unica novità. Da quest'anno, infatti, il contributo sanitario costa molto di più. Ma l'aumento della tassa sulla salute, deciso un anno fa dal Parlamento, è passato del tutto inosservato. In pratica, un contribuente con 40 milioni di reddito rischia di pagare per la tassa sulla salute fino a 160 mila lire in più rispetto allo scorso anno, mentre chi ha guadagnato 100 milioni potrebbe versare fino a 400 mila lire in più. Per effetto dell'articolo 6, undicesimo comma, del decreto-legge n. 384 del 19 settembre '92, convertito nella legge n. 438 del 14 novembre '92, sono state così fissate le nuove aliquote per il '93: il 5,4% (0,4% in più rispetto allo scorso anno) per i redditi fino a 40 milioni; 4,6% (0,4% in più rispetto al '92) per la fascia di reddito compresa, invece, tra i 40 e i 100 milioni (oltre il tetto di 100 milioni ed è un'altra anomalia - è, invece, confermata l'esenzione). Ma le sorprese non finiscono qui. Per il versamento della tassa sulla salute, infatti, l'acconto di novembre deve corrispondere al 98% dell'importo indicato al rigo V2 dell'ultimo modulo 740 Irpef per il '92. Da questa somma va, naturalmente, detratto l'eventuale acconto versato a giugno (l'acconto non è dovuse l'importo indicato nel vent I giug rigo V2 è inferiore a 100 mila lire). L'acconto Irpef corrisponde, invece, al 95% - e non più al 98% - dell'importo indicato al rigo N21 del modulo 740 per il '92. Lo stabilisce il decreto-legge n. 357 del 10 settembre scorso, ratificato dalle Camere 1' 11 novembre, che ha ridotto dal 98% al 95% la percentuale per l'acconto Irpef di novembre. Ma ha, invece, lasciato, stranamente, invariata la percentuale del 98% per l'acconto sulla tassa della salute. Ed è questa un'altra incongruenza. Tassa sul medico. Il decreto-legge n. 365 che prorogava al 31 ottobre il termine del tanto discusso pagamento delle 85 mila lire a testa per l'assistenza medica di base non è stato convertito dalle Camere ed è, quindi, decaduto il 17 settembre. Due giorni dopo il governo Ciampi ha firmato un nuovo decreto legge (è il n. 464) per assicurare l'effettuazione dei controlli e colpire gli evasori, che, se scoperti, dovranno versare 127 mila 500 lire a testa (cioè 85 mila lire maggiorate di una penale del 50%). Ma restano molti dubbi da sciogliere. Innanzitutto il provvedimento prevede due date diverse, perché «ha effetto dal 18 novembre ed entra in vigore il giorno stesso della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, cioè il 19 novembre». Ma non è, forse, incostituzionale una norma retroattiva? Non si fa, poi, alcun riferimento al precedente decretolegge, ma solo alla legge del '92 che istituiva la tassa sul medico. Paradossalmente, quindi, i morti nel '92 non saranno più esonerati? Come ci si regolerà per i neonati? E potrebbe essere considerato evasore anche chi ha pagato il 31 ottobre '93 (data indicata dal decreto n. 365)? Pierluigi Franz inz^J

Persone citate: Ciampi, Pierluigi Franz