Una lira di multo per 2 baci rubati
Firenze, l'uomo è stato condannato alla sanzione richiesta dalla sua vittima Firenze, l'uomo è stato condannato alla sanzione richiesta dalla sua vittima Una lira di multo per 2 baci rubati Protagonista un impresario edile affascinato da una cliente Durante un sopralluogo nella casa tentò di sedurla FIRENZE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una lira di risarcimento per aver tentato di «rapinare» due baci. Una pena pecuniaria simbolica che, proprio per questo, rende ancora più pesante la posizione del condannato. Una bella donna, un imprenditore di mezz'età, una camera da letto e un improvviso raptus gli ingredienti di questa storia a luci rosse finita nelle aule giudiziarie. Tutto ha inizio la mattina del 25 settembre di quattro anni fa. Mauro Bani, 51 anni, abitante a Livorno, imprenditore edile, arriva a Tirrenia. Una conoscente l'ha chiamato per un sopralluogo ad una terrazza bisognosa di un intervento di ristrutturazione. L'uomo saluta cordialmente la padrona di casa, Susanna M., 25 anni, indubbiamente una donna affascinante. Sale in terrazza per il sopralluogo, poi scende di sotto per verificare una macchia d'umido sul soffitto della camera da letto. E qui avviene il fattaccio. Sarà stato il tepore di quella giornata di fine settembre, sarà stato il dolce rumore delle onde del mare in lontananza, saranno state quelle «curve» così ben modellate: Mauro Bani, per un attimo, perde la testa. Si lancia sulla giovane donna, la stende sul letto tenta di baciarla sulla bocca. Ma lei reagisce con prontezza. Lui le tiene le braccia, ma lei gira ripetutamente il volto da una parte e dall'altra e l'uomo riesce appena a sfiorarle le guance. Poi la bella Susanna riesce a dargli uno spintone ed ha liberarsi di quella sgradevole stretta. Tornato in sé e resosi conto di averla combinata grossa, l'imprenditore livornese chiede scusa e se ne va, con la speranza di aver risolto tutto. Ma non è così. La giovane donna racconta quanto accaduto al marito il quale telefona all'aggressore. Il colloquio fra i due non è dei più cordiali. Mauro Bani, secondo quanto ha sostenuto l'accusa, non ammette il fatto, sostiene che Susanna si è inventata tutto. «E' quello che vedremo», gli dice il marito della donna. Entrano in scena gli avvocati. L'imprenditore davanti al magistrato ammette di aver avuto un attimo di sbandamento, di essere stato come colto da un raptus. L'8 febbraio del 1991 il Tribunale di Pisa, ritenendolo colpevole di tentativo di atti di libidine, lo condanna a sei mesi di reclusione con le attenuanti generiche, accordando la sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziario. Una lira, come avevano richiesto i legali di Susanna M. costituitasi parte civile, il risarcimento dovuto per i danni morali. Una condanna che a Mauro Bani è sembrata eccessiva, tanto da decidere per il ricorso in secondo grado. Ma ieri i giudici della seconda sezione della corte d'appello di Firenze hanno accolto le richieste del sostituto procuratore generale Rosario Minna e hanno confermato la sentenza emessa dal tribunale pisano. Mauro Bani dovrà ora rifondere il danno e versare quell'unica, simbolica, lira. Una somma insignificante ma dal valore morale altissimo. Francesco Matteini Il tentativo di estorcere un . bacio sulla bocca (ma con la costrizione ad accontentarsi di due baci sulla guancia) è costato una pena simbolica ma moralmente severa a un impresario toscano
Persone citate: Francesco Matteini, Mauro Bani, Rosario Minna, Susanna M.
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