«Fatta la Finanziaria il voto»

la stampa Dopo il trionfo, il segretario del pds avverte: attenti a Lega e msi, all'estero fanno paura «Fatta la Finanziaria, il voto» Occhetto: sì a Ciampi, ma dopo basta ROMA. Nella giornata del trionfo, è un Occhetto che indossa l'abito blu del governo, pur senza rinunciare a una rustica giacca di tweed, quello che entra nella sala grande di Botteghe Oscure dove lo attendono decine di giornalisti. Con un occhio ai risultati elettorali e l'altro ai mercati internazionali: «Riguardo ai pericoli di turbolenza monetaria, voglio dire che quella che si è manifestata oggi è piccola cosa. Nulla di preoccupante. Il vero crollo avverrebbe se andassero al governo Lega e msi. Sono loro che all'estero fanno paura. Confermo che noi siamo impegnati per lo sviluppo e il lavoro, nel rispetto dei bilanci e del risparmio. Penso sia sufficiente a dare fiducia nei mercati finanziari internazionali». Parla ai giornalisti presenti, Achille Occhetto, ma immagina di rivolgersi alle Borse di tutto il mondo. Segue un messaggio per Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro: «Siamo in grado di garantire il lavoro del governo fino all'obiettivo dichiarato, l'approvazione della legge Finanziaria. Dopo però si deve andare ad elezioni. E basta. Sarebbe curioso fare un governo per soli 15 giorni». Ma ci sono minacce per la Finanziaria? «Non voglio neppure prendere in considerazione un simile evento, che gli sconfitti diventino eie- mento di collasso. Significherebbe che il centro non solo ha perso i voti, ma la testa». Ostenta la calma dei vincenti, oggi, il pds. Gli uomini di Botteghe Oscure hanno controllato e ricontrollato, per tutto il giorno, i dati elettorali. Hanno scoperto di aver vinto in molti Comuni piccoli e grandi. «Pensate, nonostante una Lega aggressiva e avanzante siamo in ballottaggio anche ó. Crema, Garbagnate e Limbiate», avverte Davide Visani, coordinatore della segreteria. E lo dice con l'aria di chi pensa di aver fatto il colpo grosso. Il pds, insomma, vince. I «suoi» candidati entrano quasi tutti al ballottaggio. E da Botteghe Oscure si guarda già al dopo. Al futuro della politica italiana. E così Occhetto ha l'aria di chi sta facendo un pensierino a Palazzo Chigi. «Daremo efficienza, ordine e sicurezza. In cambio chiediamo solidarietà e politiche per il lavoro. Su questa base, si può fare la grande alleanza tra sinistra e moderati». La parola d'ordine è tranquillizzare: «Il Paese non vedrà lo scontro tra due opposti estremismi. Capisco che per qualcuno sarebbe l'ultima speranza di resuscitare il centro. Ma Lega e msi sono estremisti. Noi siamo la forza centrale di una coalizione progressista». Ma la battaglia ancora non è finita. La sfida del ballottaggio si chiuderà il 5 dicembre. E allora Occhetto, più che alle analisi su quanto è accaduto, che pure a Botteghe Oscure è considerato un fatto epocale, si impegna soprattutto nel lanciare appelli ai moderati. Lo aveva già fatto due giorni fa, a caldo. Lo ha rifatto ieri con toni più accorati: «Non è che al secondo turno, come fosse una sfida all'Ole Corrai, una componente della società stia a guardare. Moderati e cattolici determineranno fino in fondo la battaglia. L'entrata in campo non è neutrale. E non è vero che gli altri stanno a guardare. Per loro è il momento della verità». E aggiunge, tanto per parlar chiaro: «C'è il pericolo del voto fascista a Roma e a Napoli. Noi auspichiamo una discesa in campo di cattolici e moderati. Sarebbe uno scandalo dare il sindaco al segretario del msi. Queste città devono restare nell'alveo democratico, non dico neppure avanzato. E' sufficiente che resti in alveo democratico». Ma lo «statista» Occhetto non vuole neppure vestire i panni dell'antifascista militante. Ed allora: «Non bisogna ingigantire il pericolo fascista ed evocare la destra per trincerare la sinistra. Sarebbe un errore gravissimo. Probabilmente c'è stata qualche "distrazione" da parte del vicariato e anche a sinistra». Per la grande occasione, i vertici del pds si sono presentati al completo: D'Alema, Fassino, Visani, Bassanini, Quercini. Tutti schierati con Achille Occhetto dietro a un tavolo chilometrico. Ma è il segretario, in questa occasione, a fare da mattatore. Si permette di maramaldeggiare: «La de come l'abbiamo conosciuta, dal 1948 a oggi, non ha più motivo d'essere. C'è un dibattito tra i cattolici. Noi seguiremo con attenzione e rispetto questo travaglio. Per questo non ci interessa parlare di vinti e vincitori». E sullo «spappolamento» del centro: «Gerardo Bianco ha capito finalmente quello che diciamo da sei mesi. Le forze di governo stanno intorno al 16 per cento. Questo Parlamento non rispecchia più il Paese. Fatta la legge Finanziaria, senza fare drammi, si voti e si faccia un governo nuovo di zecca». Francesco Grignetti li leader della Quercia Achille Occhetto e il candidato Verde Francesco Rutelli che si prepara a un emozionante ballottaggio con il rivale Gianfranco Fini del msi

Luoghi citati: Crema, Garbagnate, Limbiate, Napoli, Roma