Il dizionario dell'asilo di Aldo Cazzullo

Il dizionario dell'asilo Nel primo vocabolario scritto dai bambini un mondo senza drammi Il dizionario dell'asilo NON sarebbe bello vivere in un mondo dove l'ecologia è «quel che fa crescere i fiori», e dove i disoccupati sono «i papà che possono andare a prendere i bimbi a scuola»? Eppure quel mondo esiste, e lo avete sotto gli occhi: è nelle teste dei vostri figli e dei vostri nipoti. Sono cinici - «segretaria: la donna del capufficio» -, poeti - «solitario: qualcosa di triste» - e filosofi - «assomigliare: guardarsi allo specchio». Sono i piccoli lessicografi (ma loro probabilmente non sanno quel che vuol dire) che hanno appena terminato il primo dizionario scritto dai bambini, pubblicato in Francia dalla Lattès. Apritelo, il lessico dell'asilo, se volete entrare nel mondo dove gli scrittori sono «scansafatiche» e le modelle «ragazze che si travestono». Scoprirete che anche le cose più grandi, quelle che ci riempiono la vita, viste dal basso possono fare sorridere. L'idea è venuta a ClaudeAlain Duhamel e Carole Balaz, due francesi che di mestiere hanno sempre inventato giochi per bambini, fino a regalargli il più bello: scrivere la loro lingua. La stampa già li paragona a Bouvard e Pécuchet, i due personaggi a cui Flaubert aveva affidato il dizionario del sapere comune. Loro invece hanno interpellato 17 mila ragazzini. In cinque anni hanno girau> gli asili di Francia. Ognuno ha c _,uto 15 parole e 15 minuti per spiegarle. Nessuna definizione è stata gettata via; esclusi invece i termini misteriosi, come «adolescente» e «ministro» («non ci riguardano», è la giustificazione del piccolo André). Tutti hanno preso il lavoro molto sul serio. Anche troppo, alcune voci sono forse più sintetiche e precise dei dizionari veri. Come «istruzione»: «insegnare qualcosa a qualcuno». Altre volte si fa sentire l'influenza del grande maitre à penser dei piccoli, la tv con i suoi spot. Allora «surgelato» diventa «un tipo di merluzzo». Ma quando salgono al registro dei sentimenti, i piccoli danno prova di una sensibilità che forse i grandi hanno perduto. Desiderare significa «sognare qualcosa che non abbiamo, e non smettere di sognare anche se non l'avremo mai». Con «esistere» si balza nella metafisica: «Tutto ciò che non è morto esiste». Parmenide sarebbe fiero dei suoi giovani discepoli. E per definire un tipo «cauto», il piccolo Robert si arrampica sulla lirica. «E' uno che imita le volpi: quando vogliono mangiarsi un uccellino, camminano piano piano e fan finta di dormire». Editori, ecco un promettente «scansafatiche». Aldo Cazzullo

Persone citate: André, Bouvard, Carole Balaz, Duhamel, Flaubert

Luoghi citati: Francia