Una bolletta choc 128 milioni

In lite con la Sip e privata dell'apparecchio denuncia i pirati della cornetta In lite con la Sip e privata dell'apparecchio denuncia i pirati della cornetta Una bolletta choc: 128 milioni Usavano il suo numero per party telefonici L'ultima bolletta le è stata recapitata con la posta di sabato: 8 milioni e 808 mila lire per le telefonate registrate dal contatore del suo apparecchio nei giorni 25, 26 e 27 luglio scorsi. Margherita Costa, la titolare del contratto, non ha fatto una piega: «Dopo i 128 milioni della scorsa estate, non mi stupisco più di nulla». Ha aperto il bollettino, ha letto la cifra («i soliti sei zeri») ed è scesa in cartoleria per fare due fotocopie: una per l'avvocato, una per la polizia. Poi è tornata a casa, ha aperto il cassetto della credenza dove tiene le carte e ha fatto scivolare l'originale Sip sulle altre bollette del 1993. Bollette da capogiro, di decine, centinaia di milioni. Per il pagamento, la sede di via Giordano Bruno ha suggerito alla signora - vedova risposata, con un figlio handicappato fisico dalla nascita e una pensione di 500 mila lire il mese - una soluzione rateale. Le bollette ora sono tutte sparpagliate sul tavolo del tinello, nell'alloggio in affitto di 70 metri quadrati dove vive Margherita Costa, all'ultimo piano di corso Unione Sovietica 545. Ecco la prima, datata febbraio 1993: l'importo è di 807 mila lire, «superiore di otto volte a quello che spendiamo normalmente». Un errore di conteggio? Uno zero di troppo? E' quello che pensa la signora quando, il giorno dopo, affronta per avere spiegazioni e giustizia la lunga coda all'ufficio reclami. Ma il suo tentativo di fare chiarezza è vano, e naufraga di fronte alla risolutezza di un'impiegata che dice: niente da fare, quelle chiamate sono state proprio fatte. «Ma come...». «E' suo il numero 344098?». «Sì». «Abbiamo controllato: gli scatti addebitati sono quelli segnati sul contatore». «Ma io non ne so nulla». «Impossibile: le conviene pagare». Sarà, ma alla signora sembra assurdo sborsare 800 mila lire per un servizio di cui - dice non ha mai usufruito, almeno non in quella misura. Consultato un avvocato, decide di non pagare e si presenta in commissariato. L'agente raccoglie la sua denuncia e la infila in una cartellina color salmone alta una spanna: «Casi analoghi al suo, signora», le dice. Passano due mesi, e nella cassetta delle lettere di Margherita Costa arriva, puntuale, un'altra bolletta. E' un salasso: 9 milioni e 895 mila lire. Questa volta, la Sip si è premurata di allegare al conto il tabulato con il dettaglio delle telefonate: centinaia di conversazioni per centinaia di migliaia di scatti, quasi tutti bruciati in collegamenti con «party line» oltreoceano, quei numeri che per sentire il «Ciao! benvenuto al telefono più frizzante del mondo» della signorina hai già sborsato qualche biglietto da 10 mila. Sorge un dubbio. Signora, è davvero sicura che nessuno in famiglia ne abbia approfittato? In fondo, non è difficile avere quei numeri: ci sono le pubblicità su giornali e tivù. Si indigna: «Mio marito lavora dal mattino alla sera, mio figlio ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. Anche volendo...». Parenti? Vicini di casa? «Non scherziamo: sono tutte persone fidatissime. E poi dal tabulato ho scoperto che quelle telefonate vengono effettuate anche alle sei del mattino, quando siamo tutti in casa e nessuno potrebbe attaccarsi all'apparecchio all'insaputa degli altri». Luglio è il mese del colpo finale. Un elenco senza fine di chiamate, 474 telefonate per 83 mila scatti. E un conto con tanti zeri che la casella dell'importo contiene a malapena: 128 milioni 502 mila lire. Scadenza del pagamento, 29 settembre '93. Secondo la signora, quella bolletta è «la prova». Del misfatto? «Ma no, è la prova che qualcuno è riuscito ad attaccarsi alla nostra linea e s'è messo in contatto con mezzo mondo a nostre spese». Ma alla Sip, uffici di via Giordano Bruno, insistono: «Le precedenti bollette non risultano in regola, si prega di provvedere al più presto». E alla fine scattano, inevitabili, i provvedimenti: la linea viene prima disattivata, poi l'apparecchio è ritirato. La signora si sente offesa, tradita, umiliata. «Mio figlio è malato, ha bisogno di tenersi in contatto quotidianamente con i medici. Il telefono è una necessità, non un lusso». La Sip assicura che oggi stesso si occuperà della pratica. Ma come è possibile collegarsi a un telefono di altri? E' così facile? «Tecnicamente - spiega un esperto in tecnologie dell'azienda - l'operazione è molto, molto difficile». Ma si può? «Si può, si può. Ma non mi è mai capitato un caso del genere. Succede, invece, che molti contestino l'importo della bolletta, sostenendo che è troppo alta. Alla fine, salta fuori che qualcuno nel nucleo familiare ci ha messo lo zampino». Anche la signora? «E' presto per dirlo». Gianni Armand-Pilon Migliaia di scatti per chiamate oltreoceano. In commissariato decine di denunce analoghe MargheriCosta mola super bolletta Sip da 128 mil Margherita Costa mostra la super bolletta Sip da 128 milioni

Persone citate: Casi, Gianni Armand, Margherita Costa