Il computer rifa Pompei di Sabatino Moscati

Foto d'artista, da Magritte a Man Ray a Mapplethorpe Un «miracolo» informatico Il computer rifa Pompei ROMA I può rivivere nell'antica Pompei, quale era veramente e non quale ci resta nei suoi ruderi? L'informatica ha compiuto il miracolo: sicché chi visiti la mostra «Riscoprire Pompei», che si è aperta nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio a Roma, si troverà dinanzi non solo una serie di oggetti tra i più affascinanti riportati alla luce, ma anche una serie di modernissimi calcolatori, capaci di introdurlo nelle case, di mostrargli da varie angolazioni le strutture architettoniche e le pitture murali, di richiamare tutto quanto serva alla spiegazione e al confronto. Due caratteristiche fondamentali s'impongono in questo vero e proprio miracolo della tecnologia più avanzata, di cui l'Ibm Semea è protagonista nell'esposizione: da un lato il completamento delle parti mancanti negli edifici e negli oggetti, eseguito in base a precisi calcoli e non a sforzi di fantasia; dall'altro lato il movimento sia negli edifici, attraverso cui il visitatore può compiere percorsi che visualizzano via via le pareti e le suppellettili, sia degli oggetti, che possono essere richiamati per confronto secondo le esigenze della conoscenza, delle funzioni, delle relazioni. Tutto questo, in linguaggio informatico, si chiama «simulazione». E così, per citare qualche esempio, si possono rivedere le Terme Stabiane, uno dei più celebri complessi edilizi di Pompei, entrando in esse, facendo ruotare le strutture, aprendo a ventaglio gl'interni, integrando le parti che mancano. Oppure si può rivivere l'arte pittorica, utilizzando varie chiavi di lettura che evidenziano la tecnica, gli schemi decorativi, i temi figurativi. Alcuni titoli dei programmi informatici bastano da soli a richiamarne l'interesse: «Manufatti in azione», «Immagini sui muri», «Il divenire dello scavo», «Passeggiando nel video», e così via. Ma la mostra, s'intende, non è solo informatica: la realtà archeologica di Pompei, attraverso i reperti più significativi e più recentemente scoperti, ne resta la finalità primaria. E così il percorso si apre con la rievocazione del momento drammatico in cui l'eruzione del Vesuvio, il 24 agosto del 79 d. C, ricoprì di cenere e lapilli la città, imprigionandola e determinando la morte immediata di tutto ciò che viveva in essa. Il calore terribile dissolse i corpi; ma colando del gesso nelle cavità rimanenti, si è potuto far sì che quei corpi riprendessero un aspetto tanto fedele quanto emozionante. Il discorso con il visitatore prosegue articolandosi per temi della vita pompeiana. La religione e la superstizione sono rappresentate da immagini divine in marmo e in bronzo, simboli magici, vasi rituali e piccoli altari per i sacrifici domestici. Seguono le iscrizioni, fonte straordinaria di conoscenza (si pensi ai cosiddetti «manifesti elettorali» dipinti sui muri) e i piccoli oggetti della quotidiana esistenza, tra cui stupirà trovare dei dadi da gioco e un portamonete in legno con chiusura metallica (le monete ancora all'interno!). Il particolare interesse per la vita quotidiana è evidenziato nella sezione sull'arredamento: dai raffinati mobili, dai candelabri e dalle lucerne con figurazioni umane e animali agli scaldavivande in bronzo riccamente decorati. Per i cibi e le bevande impressionano le coppette con i resti di olive, prugne, fichi, orzo, insieme alle variatissime bottiglie, scodelle, tegami, ramaioli, colatoi e altro ancora. Tra i gioielli, quelli splendidi recuperati di recente a Ercolano esemplificano le novità della mostra in questa edizione italiana, che fa seguito alle precedenti realizzate con successo in America e in altri Paesi d'Europa. Avviandosi alla fine del percorso, il visitatore trova la ricomposizione di un'intera stanza dipinta con affreschi parietali. Quindi una ricca testimonianza di sculture, che in gran parte erano esposte all'aperto, introduce alla maggiore novità delle ultime ricerche pompeiane, la ricostruzione dei lussuosi giardini. Sembrava impossibile dire del nuovo su Pompei: eppure questa mostra è tutta nuova, tra le scoperte più recenti e le tecnologie più innovatrici, che insieme prefigurano un futuro appassionante per la conoscenza di quella straordinaria città. Sabatino Moscati «Riscoprire Pompei»: ia mostra nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio a Roma è organizzata dalla Ibm Semea Il computer ha «ricostruito» edifici mancanti oggetti, pitture, scene di vita quotidiana