«lo uomo libero assediato dai censori» di Alain Elkann

«Il bacchettonismo si sta impossessando della stampa nazionale e in pubblicità è dura essere indipendenti» «Il bacchettonismo si sta impossessando della stampa nazionale e in pubblicità è dura essere indipendenti» «lo, uomo libero, assedialo dai censori» II vignettista: il mio lavoro diventa a rischio GIORGIO FORATTINI Fi GRATTINI, fa ancora il suo mestiere con passione? «Per adesso sì. Ho paura che però durerà per poco». Perché? «Perché la censura in Italia anziché diminuire aumenta. Quando arrivai sulla scena era difficile fare satira. Poi ho potuto fare tutto, anche delle vignette contro il Papa, ma da qualche tempo il bacchettonismo si è impossessato di tutta la stampa nazionale». E' vero che lei ha molta simpatia per Bossi? «Ho simpatia per qualsiasi cittadino italiano si ribelli e abbia voce per farlo» Lei è leghista? «No, come faccio ad essere leghista se la Lega non è un partito? Ma se avessi votato a Milano avrei votato Lega». E a Roma per chi ha votato? «A Roma purtroppo la Lega non c'è e mi sono rifiutato di votare sia per la destra fascista sia per la sinistra da salotto». Perché non ha votato per Rutelli? «A parte il fatto che ho sempre detestato la mentalità di sinistra e la definizione di sinistra che considero equivoca ci affligge da una vita, nel riguardo del suo candidato Rutelli, non posso perdonargli di odiare la musica». Chi le ha detto che odia la musica? «Quella rock non lo so, ma la musica classica certamente. Rutelli si è battuto perché il tanto sospirato Auditorium di Roma (da cinquant'anni) non fosse costruito in una località splendida e ideale che è il centralissimo borghetto Flaminio, ma lo ha fatto situare molto più lontano da piazza del Popolo in caserme che dovranno essere sgombrate». Si è reso conto di essere uno dei primi a vedere nell'onorevole Craxi un personaggio negativo? Vi siete mai incontrati? «No, non l'ho mai visto in vita mia. Sono stato solo il primo a descriverlo come Mussolini ma era tutto evidente. Questa primogenitura la lascio al mio direttore Scalfari, che non per niente al giornale viene chiamato papà». Che rapporti avete con Scalfari? «Ci scambiamo dei fax sempre più vivaci». Ha nostalgia di Torino? «Sì, molta. Però ci tornerò per pochi giorni come faccio da dieci anni per presentare il mio libro natalizio appena uscito da Mondadori. Quest'anno si intitola "Bossic Instinct"». Come si trovava a Torino? «A parte il fatto che avevo dei parenti piemontesi, mi trovo sempre molto bene a Torino. Ho lasciato lì un buon ricordo presso i torinesi, i taxisti, i baristi, la Fiat, a Torino mi sento a casa nonostante si dica che è una città riservata. Torino è una città bella. Ormai sono afflitto dalla bruttezza di Milano e dalla distruzione di Roma». E la pubblicità? «La feci con gioia quando partecipai al grande rilancio della Fiat, ma da allora ne faccio meno perché sono temuto come creativo indipendente dalle agenzie pubblicitarie dei biscottini e delle merendine. Devo dire però che adesso mi diverto a fare la pubblicità come attore. Andando in televisione per il caffè Lavazza che per altro, devo dire la verità, bevo da una vita». Cosa pensa di Oliviero Toscani? «Lo amavo moltissimo. L'ho sempre difeso e mi piaceva la sua pubblicità. Non capisco però perché uno che è sempre stato attaccato dai comunisti vada ad esibirsi al Festival dell'Unità, in mezzo agli zombi, dicendo che le facce di sinistra sono le uniche che esistono». Perché ce l'ha tanto con la sinistra? «E' stato il grande equivoco della nostra democrazia. Ha monopolizzato cultura, cinema, teatro, arte. Se non eri uno di loro eri costretto a fare l'impiegato di banca. Io sono stato fortunato per aver combattuto da solo. E a parte qualche prete, mi ha solo combattuto la sinistra». E Cuore? «E' un altro tentativo malriuscito della cultura di sinistra di impossessarsi di settori di libertà». E' soddisfatto della sua vita? «Sono felice perché mi diverte ancora il lavoro. E poi viaggio molto in tutta Europa e grazie al fax alle 9 di sera posso trasmettere la mia vignetta al giornale». La disegna in quanto tempo? «La ideo e la disegno in un'ora. La cosa più difficile è sapere l'argomento di apertura della prima pagina del giornale e qualche volta lo suggerisco io con la mia vignetta». Cosa pensa di Altan? «E' un grande satirico, purtroppo schierato». E di Tullio Pericoli? «Pericoli sì, mi piace, anche Giannelli, Jacovitti, quelli che sono uomini liberi». Lei è stato sempre un uomo libero? «Sempre». Alain Elkann Vivo spostandomi Milano è brutta Roma allo sbando salvo Torino Il vignettista Giorgio Forattini: «Tra i colleghi amo Giannelli, Jacovitti e Pericoli»