Quell'occhio severo nel talamo
Quell'occhio severo nel talamo Quell'occhio severo nel talamo Da sempre la Santa Sede è intransigente CONTRACCEZIONE E VATICANO EL Medio Evo (almeno così tramandano le cronache), il prete usava andar a benedire il letto nuziale con dentro i giovani sposi e aspergeva le parti genitali con l'acqua benedetta. Fino a prima della riforma del Concilio Vaticano II, esisteva nel Rituale romano una «Benedictio thalami», cioè una benedizione della camera da letto, con parole brevi e concetti comuni, ma con l'augurio, tuttavia, che coloro che vi dimoravano potessero «moltiplicarsi per giorni e giorni». La Chiesa, come si sa, almeno in tempi passati, aveva l'abitudine di benedire tutto, dall'acqua al burro, dalle api ai cani da caccia. Nel caso del talamo, era un entrare, anche fisicamente, a tener d'occhio sul piano morale il letto degli sposi. E' un'abitudine che anche ora la Chiesa cattolica mantiene, al contrario della Chiesa ortodossa. E' anche un'abitudine che talvolta viene mantenuta con una certa veemenza morale, per esempio in tema di contraccezione. Qualche anno fa, uno dei teologi cattolici più intransigenti, Carlo Caffarra, in occasione di un convegno a Roma sui vent'anni della enciclica «Humanae vitae», rispolverando una convinzione di vecchi manuali ecclesiastici, aveva dichiarato che chiunque, sposato o no, ricorresse alla contraccezione era da considerarsi come un omicida: «Tamquam homicida habeatur». Per fortuna, poi, il teologo arrivava ad avere qualche misericordia per i peccatori. «La Chiesa - diceva - non condanna nessuno, solo Dio lo può fare. La Chiesa dice soltanto quello che è male e quello che è bene, poi rispetta le coscienze». L'intransigenza sulla contraccezione è, come è noto, uno dei punti fermi del magistero di Giovanni Paolo II, così come lo è stato di Papa Montini. Per la verità, Giovanni Paolo II è severo anche con chi usa i metodi naturali. Ha spiegato, una volta, che se non si vogliono figli per egoismo, non vale tentare di mettersi a posto la coscienza facendo ricoi-so a questi metodi. Ogino-Knaus o metodo Billings, in questo caso, valgono moralmente quanto un contraccettivo. «Non è possibile - ha spiegato Wojtyla - praticare i metodi naturali come una variante lecita di una scelta di chiusura alla vita, che sarebbe quindi sostanzialmente analoga a quella che ispira la contraccezione». L'intransigenza del Papa, ovviamente non sempre è condivisa da tutti, nemmeno nella Chiesa. Nei suoi viaggi, su questo punto, Giovanni Paolo II si è trovato direttamente di fronte a contestazioni anche dure e irriverenti. Talvolta, anche alcuni vescovi gli hanno prospettato le loro perplessità, magari in forma molto diplomatica. Negli Stati Uniti, nel viaggio del 1987, il cardinale Bernardin, esponendo al Papa la situazione della Chiesa americana, disse: «Dobbiamo parlarci sinceramente. Lei deve compiere la sua missione di successore di Pietro. Ma, talvolta, non è sempre compreso: alcuni pensano che lei non capisca la situazione attuale. Quando la Santa Sede riafferma una dottrina tradizionale, alcuni l'accusano di essere retrograda e di imporre obblighi irrazionali alla gente». Il cardinale accennava, tra l'altro, alle questioni di mora¬ le sessuale matrimoniale. In quei giorni, a Los Angeles, durante la visita del Papa, cortei di omosessuali, lesbiche, filoabortisti, filocontraccezionisti percorrevano le vie della città con fantasiosi cartelli: «Il Signore ama quelli che aiutano se stessi: usate i contraccettivi!». Giovani e ragazze, travestiti da suore, da vescovi, da Papi e da papesse, danzavano, cantavano, fermavano i passanti, distribuendo mitrie vescovili di carta e buste di preservativi. Qualche mitria aveva la forma di profilattico. Le più attive erano donne appartenenti al raggruppamento «Sorelle della perpetua indulgenza». In Germania, durante il viaggio papale dello stesso anno, una notte, era andata a fuoco una chiesa. Il giorno dopo, sulla piazza del Duomo a Colonia, omoses¬ suali e femministe avevano inscenato proteste, vestiti soltanto con un bel nastrino sulla fronte, decorato da un preservativo. Un loro cartello diceva: «A noi piacciono le chiese ardenti». All'Università Cattolica di Lovagno, in Belgio, nel viaggio del 1985, una studentessa, nel suo discorso di benvenuto, fece al Papa un lungo elenco di lamentele. Tra l'altro, disse: «Ci inquieta il sapere che l'uso dei mezzi di contraccezione possa mettere delle coppie di sposi ai margini della Chiesa». Lui, il Papa, l'ascoltò attentamente. Alla fine, prese con le mani la testa della ragazza e la baciò in fronte. Poi, rivolto ai giovani, si raccomandò quasi pateticamente: «Va bene, ma voi, intanto, continuate a credere». Domenico Del Rio Ma nei suoi viaggi all'estero il Papa ha ascoltato molte voci discordanti Nella foto grande, Lue Montagnier, dell'Istituto Pasteur, e qui a fianco padre Gheddo: «La Chiesa non può fare sconti»
Luoghi citati: Belgio, Germania, Los Angeles, Roma, Stati Uniti
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