La Chiesa boccia Montagnier

Fa discutere, ma non convince l'appello dello scienziato per l'uso del preservativo contro l'Aids Fa discutere, ma non convince l'appello dello scienziato per l'uso del preservativo contro l'Aids La Chiesa boccia Montagnier Ma Baget Bozzo: sarà un nuovo caso Galileo ROMA.Titoli sui giornali: «Caro Wojtyla, non condannare i profilattici», «Santità, più tolleranza sulla contraccezione». E così, l'altro ieri, anche l'invito è entrato ufficialmente nelle stanze vaticane. «Io non voglio fare una lezione alla Chiesa - ha detto lo scienzato Lue Montagnier - ma la invito a essere più tollerante e pragmatica». Aula Paolo VI, conferenza internazionale di tre giorni in Vaticano sui problemi dell'infanzia. Tre cardinali, decine di vescovi, lo zoccolo duro del mondo cattolico. E poi lui, lo scienziato, il credente, lo scopritore del virus dell'Aids invitato dal cardinale Fiorenzo Angelini: «In Uganda l'epidemia sta sommergendo interi villaggi. Conosco molti preti e suore che danno informazioni sull'uso dei mezzi di prevenzione compresi i preservativi, ma ne conosco altri che rifiutano di dare la comunione a chi usa i preservativi». Conclusione di Montagnier: «Se l'Aids è una malattia diabolica, nessun mezzo per combatterlo è da considera, si diabolico». Parole chiare. Signori, la situazione è gravissima, «nessun dogma religioso può prevalere sulla difesa della vita». Grido di allarme? Guanto di sfida? La preoccupazione del medico che davanti all'assalto del male invita la Chiesa di Wojtyla a essere più «tollerante» e realista? «No, guardi: nessun guanto di sfida, nessuna ricerca del sensazionale - taglia corto monsignor Ersilio Tonini -. Come sempre i giornali vedono con un occhio solo e hanno enfatizzato soltanto un aspetto del discorso di Montagnier. Lo dico perchè ho parlato poco fa con un sacerdote che è stato diretto testimone di quell'intervento: Montagnier ha parlato di sessualità e procreazione e non ha rimproverato, non ha accusato, non ha dato nessuno schiaffo, come ho letto su un quotidiano». Ma sul preservativo ha invitato la Chiesa a fare marcia indietro ... «Ha parlato come un medico che in perfetta buona fede esprime le sue preoccupazioni contro il diffondersi dell'epidemia». Un medico che sbaglia? «Un medico che io, come sacerdote, stimo e capisco». Ma che nel riferimento al profilattico lei non approva. E' così? «Ha espresso la sua opinione. E' legittimo che lui lo abbia fatto, com'è legittimo che la Chiesa continui a diffondere il Vangelo». Bocciato Montagnier. No, la Chiesa di Wojtyla non può essere d'accordo con l'uso del preservativo a scopo terapeutico. La sessualità resta legata alla procreazione, alternative consigliate l'astinenza e la castità coniugale. «Certo che questa Chiesa non può essere d'accordo - osserva il politologo don Gianni Baget Bozzo -: ha fatto del¬ la sessualità una bandiera ideologica, un muro invalicabile, un dogma. E questo dogma drammatico, tremendo, che in milioni di cattolici ha determinato il rigetto del carattere obbligante, finirà ben presto con l'esplodere. Sa che cosa le dico? Che il preservativo e gli anticoncezionali diventeranno un nuovo "caso-Galileo"». Il preservativo come il cannocchiale? «Non scherziamo. Qui siamo davanti a un fenomeno di proporzioni vastissime. In passato i fedeli riconoscevano l'insegnamento della Chiesa in materia sessuale e dicevano: violo la legge, ma vado dal confessore, mi pento e Dio mi perdona. Oggi non più. Oggi i fedeli dicono: questa legge non mi vincola, non mi fa sentire obbligato a seguirla, quindi è perfettamente inutile che mi confessi tutte le volte che la violo. Dov'è scritto nel Vangelo che gli anticoncezionali non sono leciti?». Ma Baget-Bozzo è una voce isolata. «No, la Chiesa non può fare sconti su nulla, nemmeno sul preservativo - replica padre Piero Gheddo, missionario e protagonista della trasmissione su Raiuno Parola e vita. - La Chiesa, comprende e, perdona, ma sulla fede, come sugli altri aspetti della vita, ha il dovere di annunciare la parola di Dio». Ma per l'Aids si muore...«Certo, e proprio per questo credo che l'intervento di Montagnier non sia stato così clamoroso come si vuole far credere - risponde il teologo Aimone Gelardi, uno dei responsabili della rivista Settimana, diecimila copie mandate per posta ai sacerdoti - Montagnier ha espresso il disagio dei medici davanti alle certezze morali della Chiesa. Un disagio vero. Da capire e rispettare. Senza condanne e senza roghi». Mauro Anselmo Monsignor Tonini «Lui parla da medico ma noi dobbiamo diffondere la parola del Vangelo» A sinistra, Gianni Baget Bozzo Sopra, monsignor Ersilio Tonini

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