Orlando in trionfo a Palermo 74%

8. Il leader della Rete subito sindaco senza attendere il ballottaggio. Dopo di lui Elda Pucci (17,8%) Orlando in trionfo a Palermo: 74% «Ora si respira aria di liberazione» PALERMO DAL NOSTRO INVIATO Le dieci. Un urlo. E' fatta. Orlando mette la giacca e tira indietro la pancia: c'è la tv. «Al nord Bossi, al sud Fini. E contro di loro ci siamo solo noi». Cioè lui, Leoluca, sindaco plebiscitario di Palermo, eletto al primo turno e con percentuali bulgare (74% contro il 17,8 della Pucci, secondo l'exit poli della Doxa), tanto da farlo esultare ad urne ancora aperte: «Questa vittoria è l'anticamera di palazzo Chigi», e poi: «Palermo sta liberando Palermo». Alle nove della sera a casa Orlando si canta già. «Stanno arrivando dei numeri, ma dei numeri...», gongola Gaspare Nuccio, onorevole, detto Gas, che sfoggia un coordinato barba-anelli-orecchino e chiama tutti «gioia». L'atmosfera è da raduno scout. L'Orlando Capo è all'ultimo piano, nell'appartamento di mamma e papà. Ha già recuperato il buonumore smarrito nel pomeriggio allo stadio, quando il Palermo aveva perso 1 a 0: un tifoso aveva urlato che era tutta colpa di Andreotti e lui aveva temuto che fosse un cattivo presagio. Ma dai seggi stanno arrivando le prime notizie di un autentico plebiscito: settanta, settantatre per cento. Giù al primo piano, nella sede del comitato elettorale, orlandini ed orlandine sotto i vent'anni giocano con i palloncini colorati, accompagnando a squarciagola un disco che canta «Dateci la forza», l'hit retino di Rino Martinez. Fra di loro c'è anche Rino Martinez, un quarantenne coi capelli da paggio, e urla più di tutti. La Grande Rete. «A Palermo non ha vinto Orlando», dice Orlando parlando di Orlando. «Ha vinto una nuova coalizione che io chiamerò la Grande Rete, il fronte dell'intransigenza: Acli, socialisti dis- sidenti, pds non migliorista, rifondazione: pezzi di partiti di centro e di sinistra che hanno rotto davvero col passato». Con Dalla Chiesa, a Milano, la Grande Rete aveva imbarcato acqua, sei mesi fa...«Sei mesi? Ma sono sei anni luce! Alleanza Democratica è finita perchè ha perso il suo potere di ricatto. I progressisti che vincono adesso siamo noi». La professoressa. Elda Pucci era l'unico avversario possibile, ma è partita tardi, non per colpa sua. Ha pranzato a casa con la sorella e una torta mandategli da un gruppodi suore. E' nervosa. Annusa la sconfitta e allora sceglie il registro arrabbiato-lamentoso. Ce l'ha con, nell'ordine: il diabolico Pintacuda che ispira Orlando, i soldi che hanno finanziato Orlando, gli assessori che lavoreranno con Orlando, i giovani che hanno votato Orlando. Infine, ce l'ha con Orlando. Teme che, date le percentuali del trionfo, adesso spalancherà il balcone come Peron? «Peggio. Orlando è un vecchio statalista imbeccato da quel padre Pintacuda che teorizza il superamento della democrazia rappresentativa». Elda Pucci è triste e preoccupata. Non tanto per sè, naturalmente, «ma per Palermo e l'Italia. Se vince la Rete, il Paese andrà a pezzi. In campgna elettorale ho sperimentato lo stile di Orlando e dei suoi. Bastava venire fotografati vicino a me, anche casualmente, e subito arrivava una telefonata anonima: se stai con la Pucci, ti mandiamo la Finanza a casa. Millantano. Calunniano. Insinuano». E perchè nessuno li denuncia? «Perchè abbiamo paura?. Nessuno si fida di nessuno». «Beh, se non hanno niente da nascondere alla Finanza, possono continuare a stare con la Pucci», ridacchia Vincenzo Gervasi, baffo triste e aria da inviato di Santoro. E' l'avvocato di Orlando, specialità: querele. «Parlando sul serio: le reazioni della Pucci sono fra il diffamatorio e il demenziale. Abbiamo appena querelato Riggio. E adesso Pintacuda querelerà la Pucci». Orlando nelle tenebre. Notte senza lampade al quartiere Spero- ni, otto palazzacci costruiti da Rosario Spatola e occupati dopo il suo arresto da duemila abusivi. ETultima istantanea della campagna elettorale, proseguita anche ieri per tutto il giorno. La mancanza della luce rende la scena vagamente irreale: c'è l'impermeabile bianco di Orlando, e dietro una folla di bambini in motorino e di giovani adulti a piedi che trascinano scatoloni d'immondizia e ragazzine urtacchiami Tutti gridano «Orlando», ma nessuno lo tocca. E' la caratteristica di Palermo: si può respirare aria di fogna senza per questo perdere la dignità. Nessuno si lamenta di qualcosa in particolare. E' che la realtà ha sufficienti forze per imporsi da sola: basta guardarsi i piedi che affondano in una poltiglia malodorante anziché in un pavimento condominiale. Nell'era di mani pulite, questa gente disperata ama i politici che si sporcano le scarpe. Orlando lo fa. Affonda i mocassini nel fango e non parla quasi mai. In questo è cambiato. Ascolta: ogni tanto fa «sì» con la testa, come se l'interlocutore di passaggio gli stesse rivelando una verità decisiva. Il tribuno ha messo su pancetta e un'aria da uomo di governo. Alla fine risale in macchina: «Tornerò. Posso anche vincere, ma se qui non sparisce il fango, io ho perso». Se recita, è bravissimo. Massimo Grame!lini L'avversaria: sarà peggio di Perori PALERMO [EXIT POLL ORE 23] NUOVO SINDACO ESCLUSI leoluca orlando 74 elda poco 17,8 a. giordano 5,6 giuseppe la barbera 1/6 0,8 salvatore raneli 1/3 1,0 L'avversaria: sarà peggio di Perori A sinistra: Leoluca Orlando neo sindaco di Palermo Foto sopra: Elda Pucci

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