Aspiranti sindaci attenti ai colpi bassi

Nelle grandi città sono in testa i candidati della sinistra, avanza la destra IL PALAZZO Aspiranti sindaci attenti ai colpi bassi UON giorno e coraggio, bollettino quindicinale dei colpi bassi. Servizio tra il primo e il secondo turno dedicato alla politica dell'uninominale: ne colpisci uno per affondare tutto. Dunque, a Roma violentissima scarica sul prefetto Caruso. In campagna elettorale, poiché evidentemente non bastava la storia che era appoggiato dalla porno-coppia Jessika Rizzo e Marco Toto, sono andati perfino a raccontare che il figlio del candidato de, una volta assunto al Sisde (primo colpo) si è fatto cancellare dal braccio (secondo colpo) una svastica tatuata (e tre). «Una mascalzonata», l'ha giustamente qualificata il povero Caruso. E tuttavia, a quel punto, è stato pure costretto a difendersi: «Mio figlio si era fatto fare da ragazzo un piccolo tatuaggio con il segno dei Gemelli. E ce l'ha ancora...». Per il resto, sempre a Roma, in un (ancora) confuso svolazzare di dossier virtuali e rapporti compromettenti con i nazi-skin Rutelli e Fini non risultano neanche troppo ammaccati. A Palermo, dove pure Orlando sembra che sia diventato buono, gli hanno ricacciato fuori due condanne di giudici contabili per un presunto debito di 13 milioni non assolto ai tempi della giunta pentacolore. D'altra parte, sempre in tema di mazzate personali e a tradimento, Elda Pucci ha tentato di rischiarare quel grigiore burocratico-giudiziario chiamando il pidiessino Folena «padovano frustrato». In compenso, s'è attirata l'accusa di essere sostenuta da limiani e massoni. Ordinaria amministrazione, segnala il bollettino, anche a Napoli. Senza quelle che in paesi di più maturo incarognimento elettorale si chiamano oppositìon research teams, o squadre specializzate nella ricerca degli scheletri negli armadi dei concorrenti, nell'Italia del 1993 si cerca di sfruttare lo sleazefactor, o fattore fango, con quel che passa il conven1 taccio. Ecco che sotto il Ve1 suvio il colpo basso persona¬ le a doppio turno, la temutissima, selvaggia americanizzazione della lotta politica s'è come disciolta - e in qualche modo anche moltiplicata - nella produzione e nel rudi-, mentale utilizzo di liste uscite chissà come dagli uffici della Questura. Una ne ha presentato la Rete: 24 candidati avversari con precedenti penali, compresa la violenza carnale, l'omicidio colposo, la truffa, la detenzione di esplosivo e la frode. Ma forse sarebbe successo anche con il vecchio sistema. Allo stesso modo sono apparsi blandamente aggressivi, sempre a Napoli, i primi esperimenti di pubblicità personalizzata e negativa. Il notaio di Ad Santangelo ha sconsigliato «Un Bassolino nella scarpa» e valutato quello dato alla Mussolini «il voto del nonno». Grande civiltà si segnala invece nelle repubbliche marinare. A Venezia e a Genova è probabile che l'atmosfera tutt'altro che mefitica dipenda dalla novità dei personaggi, sui quali il reperimento e l'utilizzo di spazzatura elettorale è appunto molto più difficile che in passato. Non altrettanto, segnala il bollettino dei colpi bassi, è accaduto a Trieste. Della assai fotogenica candidata leghista Federica Seganti non si sono risparmiate gratuite notazioni fisiche, anche in rima. Mentre da destra e da sinistra lo scontro politico è scivolato sul tenore di vita del candidato progressista Illy, con tanto di conteggio di piscine possedute nella villa sul Carso e patetiche giustificazioni sanitarie del padrone di casa. In definitiva, come primo turno, poteva andare peggio. Adesso, però, rischiano di arrivare i colpi del ballottaggio. Filippo Cec carelli

Persone citate: Bassolino, Elda Pucci, Federica Seganti, Filippo Cec, Folena, Illy, Marco Toto, Mussolini, Rutelli, Santangelo

Luoghi citati: Genova, Italia, Napoli, Palermo, Roma, Trieste, Venezia