Mancino

Mancino Mancino «Unità contro la secessione» ROMA. E' necessario riaffermare il valore dell'unità del Paese «contro l'insidia di vaneggiamenti secessionistici, di egoismi frazionistici, di follie razzistiche che hanno, negli ultimi anni, conquistato presenza nel dibattito politico»: lo ha affermato il ministro dell'Interno, Nicola Mancino, intervenendo a Pietrapensieri, una frazione di Roccaraso (L'Aquila), nel cinquantesimo anniversario dell'eccidio compiuto dai tedeschi. Nella piccola frazione furono uccisi, nel novembre del 1943, 128 italiani, tra cui 35 bambini. Da quei morti, ha detto il ministro nel suo discorso, giunge un «messaggio di pace». «La degenerazione inumana del conflitto, di cui furono testimoni e vittime, è la misura della folle inutilità della guerra, come regolatrice degli interessi internazionali. E' un monito ha aggiunto - che, purtroppo, ha la forza della contemporaneità. Lo smembramento della ex Jugoslavia, la ferocia insulsa in cui si snoda il conflitto etnico che la dilania; l'instabilità del Medio Oriente, i sommovimenti del Corno d'Africa, restano a dimostrazione che l'antica vocazione a sostituire la forza della ragione resta viva nella storia dell'uomo e relega periodicamente nel limbo delle intenzioni inutili l'intervento degli organismi internazionali». Dopo aver ripercorso la storia della «settimana di passione» degli abitanti di Pietrapensieri il ministro dell'Interno ha sottolineato che dalla «umile testimonianza e dal sacrificio immane di questa borgata» giunge anche un messaggio sulla «fecondità civile dell'amor di patria». «Una locuzione in disuso - ha detto ancora Mancino forse per il timore, diffuso e inconscio, di slittare nella retorica. Un valore fondamentale che gli abitanti del borgo abruzzese 50 anni fa vissero, pur nel perimetro chiuso e ristretto delle mura della frazione, rifiutando di spezzare radici, ritrovando istintivamente il senso della comunità nella compattezza dell' atteggiamento e il sentimento dell'identità nell'attaccamento alla propria terra. E' il sentimento che rifece l'Italia, dopo il disastro dell'avventura bellica, che ne ricompattò, in una grande tensione unitaria, regioni e paesi, che storicamente rilegittimò, nel secondo risorgimento, i confini e la forma nazionale definiti dal primo». Mancino ha infine ricordato che da quei morti ci giunge una voce di libertà intesa «come bene insopprimibile, come lievito di democrazia e di futuro». [Ansa]

Persone citate: Mancino, Nicola Mancino

Luoghi citati: Italia, Jugoslavia, L'aquila, Medio Oriente, Roccaraso, Roma