Nuti-Cecchi Gori è guerra

Bloccato il film miliardario «Occhiopinocchio», costa troppo Bloccato il film miliardario «Occhiopinocchio», costa troppo Nuti-Cecchi Gori: è guerra La troupe è senza paga da un mese Una vertenza di plagio per Verdone ROMA. E' guerra tra Vittorio Cecchi Gori e la troupe impegnata nella lavorazione del film di Francesco Nuti «Occhiopinocchio»: dopo le notizie sul blocco delle riprese imposto dal produttore e sul iinvio dell'uscita della pellicola, prevista per il prossimo Natale, ieri, in un comunicato, le organizzazioni sindacali dello spettacolo hanno annunciato l'organizzazione di «un'assemblea di lotta contro l'interruzione del film "Occhiopinocchio" e contro i licenziamenti dei lavoratori» definendo l'iniziativa del produttore Cecchi Gori «una vera e propria serrata». L'appuntamento è fissato per martedì prossimo alle 16 nel teatro 8 di Cinecittà, quello che avrebbe dovuto accogliere la troupe del film in lavorazione. Saranno presenti Francesco Nuti e i suoi attori. Intanto, i rappresentanti sindacali chiedono «la mobilitazione di tutte le forze del mondo dello spettacolo, ma anche politiche e culturali». La vicenda, fa sapere Camillo Coppola della Cgil spettacolo, non riguarda solo Nuti e il suo nuovo lavoro: negli ultimi giorni sarebbero giunte al sindacato segnalazioni di mancati pagamenti delle retribuzioni da parte di lavoratori impegnati in altri film prodotti da Cecchi Gori. Secondo le affermazioni di Coppola, Vittorio Cecchi Gori avrebbe chiesto tempo fino a martedì 23 per provvedere al pagamento delle quattro settimane di arretrati dovuti a tecnici e artisti impegnati nelle riprese di «Occhiopinocchio». Nel frattempo Francesco Nuti che, insieme a tutta la troupe è fermamente deciso a portare a termine la lavorazione del suo film, ha intrapreso un'azione legale nei confronti della società Cecchi Gori «per ottenere l'immediata ripresa della lavorazione fatta salva ogni successiva richiesta di risarcimento dei danni». Alla pellicola, attualmente al montaggio, mancano tre settimane piene di lavorazione; la motivazione ufficiale dell'accaduto è che Vittorio Cecchi Gori avrebbe bloccato la lavorazione per poter visionare il materiale girato, valutare la necessità di eventuali tagli, decidere sulla possibilità di accorciare i tempi delle riprese. In realtà, nell'ambiente del cinema, si vocifera da tempo dei costi particolarmente elevati di «Occhiopinocchio»: 13 miliardi previsti a cui si sarebbero aggiunti 3 imbardi e più di «sforo». Una spesa considerata evidentemente insostenibile da Vittorio Cecchi Gori che, dando lo stop al film, ha rinunciato alle entrate previste grazie alla sua uscita nei giorni di Natale. E ha pure vanificato l'impatto sul pubblico della campagna promozionale per «Occhiopinocchio», avviata già da tempo sulle reti televisive. Ma non basta. Sull'impero Cecchi Gori, proprio a pochi giorni di distanza dalla scomparsa del gran capo Mario, si abbatte, insieme con quella di Nuti, anche un'altra bufera: nell'occhio del ciclone, in questo caso, c'è Carlo Verdone con il suo nuovo lavoro intitolato «Perdiamoci di vista». Il film è infatti oggetto di un ricorso al Tribunale di Roma che ha lo scopo di impedirne la messa in circolazione. Secondo la società «Morgan», autrice del ricorso, la storia del film di Verdone ricalca il racconto di Vittorio Gassman intitolato «Silenzio». Da questo racconto la Mor- gan ha ricavato un copione firmato da Gassman insieme con Ettore Scola, Age e Adriano Incrocci. «Sono a dir poco indignato - ha ribattuto ieri Verdone nel leggere sui giornali le offensive e umilianti insinuazioni che la società "Morgan" sta adducendo nei confronti miei e di Francesca Marciano, mia cosceneggiatrice, circa un presunto plagio di una sceneggiatura tratta da un racconto di Gassman. Evidentemente il colloquio cordiale, sereno e civile avuto con Gassman e Scola, con i quali ho chiarito la limpidezza del mio lavoro, non è servito a nulla se tale società insiste nell'infangare il mio lavoro». Ma Verdone non si ferma qui: «Ho già dato mandato al mio legale perché tuteli in sede giudiziaria la mia reputazione di autore». Fulvia Caprera Un'immagine di Francesco Nuti: il suo film «Occhiopinocchio» costerebbe più di 16 miliardi

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