Le tre vite di Jacqueline

La saga della donna che ha affascinato gli Stati Uniti La saga della donna che ha affascinato gli Stati Uniti Le tre vite di Jacqueline First lady, signora Onassis, editore NEW YORK DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Jackie vive nell'attico di un palazzo «pre-war» in pietra grigia all'altezza dell'803 strada che, dal lato Est di Fifth Avenue, guarda sopra il Metropolitan Museum e, oltre, attraverso tutto Central Park verso il West Side di Manhattan. Pochi hanno avuto il privilegio di salire nel nido d'aquila dove vive la donna che più ha affascinato gli americani nel corso di tutta la loro storia. Come spesso accade, anche in questo caso la fascinazione ha una componente di mistero. Jacqueline Kennedy Onassis, nata Bouvier, ha vissuto la più pubblica delle vite private e la più privata delle vite pubbliche. Ha fatto della riservatezza un'arte, pur rimanendo un mito del «jet set». Ha sempre amato il danaro e un alto status sociale, ma si è occupata a fondo dei figli, Caroline e John jr., crescendoli molto meglio dei loro cugini Kennedy. Nel 30° anniversario dell'assassinio di JFK, gli americani la rivedranno con il vestito rosa sporgersi sconvolta verso il marito nelle tragiche- immagini rallentate di quella mattina di Dallas. Noteranno ancora l'eleganza della più bella delle loro «first lady». Ricorderanno ancora una volta le sue tre vite. Gli americani rispettano e ammirano chi ha il coraggio di ricominciare. Ma quando, nel '68, venne annunciato il matrimonio tra «Jackie» e il ricco armatore greco Aristotile Onassis, si sentirono traditi. La regina di Camelot correva tra le braccia di un uomo anziano, tozzo, levantino. Si calcò la mano sul suo snobismo, sulla sua infanzia dorata a Long Island, allevata da un padre ultramondano, John Vemon «Black Jack» Bouvier, grande cacciatore di sottane e di bottiglie, e da una madre con un cognome fatto apposta per tenere la gente a distanza, Janet Auchincloss. Si fece molta ironia sui dettagli dell'accordo prematrimoniale tra «Jackie» e «Ari», che, oltre a prevedere un ricco conguaglio per la sposa (attorno ai 50 miliardi di lire), specificava - dicevano i pettegoli - anche il numero di amplessi settimanali consentiti. La seconda vita di «Jackie O» non piaceva agli americani. C'era anche un filo di torbida gelosia nella disapprovazione. Lei scomparve, ritirandosi su un'isola greca. I giornali mondani riportarono a un certo punto la notizia che Ari stava contemplando seriamente la possibilità di un divorzio da Jackie, irritato dalla sua freddezza. Questo piacque: Jackie, almeno, non si era completamente concessa a quell'uomo, sapeva mantenerlo a distanza. Così, quando nel '75 Onassis morì, la versione comunemente accettata fu che il membro della famiglia più addolorato era John-John, ragazzino orfano di padre che aveva trovato un sostituto. Jackie tornò per costruire la sua terza vita. Un anno dopo scoprì che cosa voleva fare. Dopo essere stata «first lady», giovane moglie di un anziano «tycoon», sarebbe stata curatrice di libri. Nell'unica intervista concessa in 30 anni, l'aprile scorso, ha accettato di parlare solo di quello che da allora è il suo lavoro. «L'ho cominciato per ovvie ragioni - ha detto a Publisher's Weekly -. Sono laureata in letteratura, ho molti amici nell'ambiente, adoro i libri e ho conosciuto molti scrittori nella mia vita». Cominciò per la Viking Press, che la¬ sciò offesa 4 anni dopo: il capo, l'amico Thomas Guinzburg, senza nessun tatto le aveva affidato un romanzo fantapolitico su Ted Kennedy diventato presidente e poi assassinato come i fratelli. Adesso, da 15 anni, Jackie viene considerata «l'arma segreta di Doubleday», la casa editrice per cui ha curato molti libri di successo. Nei mesi che seguirono la morte di Ari, Jackie fu vista con altri ricchi e famosi: prima il nababbo Adnan Kashoggi, poi l'attore Warren Beatty, il chirurgo Christian Bamard. Tutte persone troppo famose: la cronache mondane avevano trovato il modo di violare ripetutamente la vita privata di Jackie, che cambiò strada. Il fotografo Ron Galella la perseguitava e Jackie - che, a differenza dei Kennedy, non aveva mai commentato pettegolezzi, libri e indiscrezioni a suo riguardo - intentò l'unica causa legale della sua vita. Decise di scegliere un uomo ricco, ma non famoso, il commerciante di diamanti Maurice Tempelsman, con cui sta da 14 anni. I pettegoli lo hanno soprannominato «un Onassis dei poveri», ma Jackie confidò a amici: ((Ammiro la sua forza e il suo successo. Spero che la mia notorietà non lo butti fuori dalla mia vita». Non c'è questo problema. La terza vita di Jackie piace agli americani. La fascinazione continua. Paolo Passarmi JOSEPH PATRICK KENNEDY ROSE ELIZABETH FITZGERALD i PROTAGONISTI PATRICIA (SPOSA) PETER LAWFORD T CHRISTOPHER - SYDNEY VICTORIA • ROBIN JEAN (SPOSA) STEPHEN SMITH ROBERT (SPOSA) ETHEL SKAKEL J- STEPHEN - WILLIAM AMANDA - KYM ROSEMARY KATHLEEN - JOSEPH ROBERT - DAVID MARY COURTNEY MICHAEL-MARYKERRY CHRISTOPHER - MATTHEW DOUGLAS - RORY I kìHUEN r AJOSEPH EUNICE (SPOSA) SARGENT SHRIVER JOHN (SPOSA) JACQUELINE BOUVIER ROBERT-MARIA TIMOTHY MARK - ANTHONY CAROLINE JOHN EDWARD (SPOSA) JOAN BENNETT KARA EDWARD - PATRICK ^7 Sopra, foto di famiglia. In alto a destra: l'albero genealogico della dinastia Kennedy. Qui accanto: il Presidente e la moglie nel '62

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