ASSICURAZIONI di Giuseppe Alberti

Nuovo codice ASSICURAZIONI Nuovo codice Niente ritiro di potente ai «pirati» Gli episodi che vedono protagonisti i «pirati della strada» sono sempre all'ordine del giorno, anzi, in autunno e inverno, si fanno più numerosi. Secondo gli esperti, ad incidere su questi incrementi concorre anche l'amosfera che si era creata col nuovo codice della strada: immediato ritiro della patente. Invece, ed è bene ripeterlo, dal primo ottobre il documento di guida non viene più ritirato all'istante: solo dopo le valutazioni del prefetto e se c'è un'evidente responsabilità, si procederà alla sospensione. Quindi, la nuova situazione dovrebbe indurre gli investitori a non fuggire, ma prestare soccorso alla persona travolta. Per quanto riguarda il risarcimento dei danni agli aventi diritto per i casi mortali e per quelli che lasciano postumi invalidanti, esiste il «fondo per le vittime della strada» che opera quando l'investitore fugge, quando la società assicuratrice è in fase fallimentare e quando l'automobilista è totalmente privo di assicurazione. Il tetto di copertura, stabilito in 15 milioni di lire alla data di creazione del «fondo», cioè oltre un ventennio fa, è passato al miliardo e mezzo di lire attuali. Inoltre, sempre da ottobre, il «fondo» vale anche per i sinistri (a persone) cagionati da ciclomotoristi rimasti sconosciuti o non coperti da assicurazione «Re». Malgrado l'esistenza di questo «fondo», non sempre l'iter per indennizzare le vittime è, per così dire, scorrevole. In molti casi, infatti, i meccanismi da superare non sono pochi: il primo fra questi è di dare la prova circostanziata del fatto: testimonianze precise su di una serie di situazioni, come, ad esempio, il tipo di auto, l'ora esatta del fatto. E' vero che per snellire la procedura risarcitoria è stata nominata una compagnia in ogni regione, incaricata di gestire e di pagare a nome e per conto del «fondo» (la Toro è competente per la Liguria e Sardegna, la Reale per il Piemonte e Valle d'Aosta), ma è anche vero che le imprese designate non hanno l'assoluta autonomia decisionale, se non per i danni di minore entità. Per i sinistri più gravi, purtroppo, si deve attendere l'autorizzazione di chi gestisce il «fondo», in parole povere, l'Ina. E pensare che le entrate che giungono al «fondo» sono anche alimentate dal contributo di tutti gli assicurati «Re auto» attraverso la «cessione» di una percentuale di una parte che gioca sul «premio». In Piemonte, si liquidano mediamente 110-120 sinistri l'anno, e solo per quanto riguarda i «pirati della strada», cioè coloro che, magari assicurati con un «massimale» di 5 miliardi di lire, fuggono dopo aver investito una persona. Ora già si dice che, una volta privatizzata l'Ina, anche il «fondo» cambierà gestore. Quindi, potrebbe essere l'occasione per rivedere tutti quei meccanismi che rallentano l'iter risarcitorio. Giuseppe Alberti

Luoghi citati: Liguria, Piemonte, Sardegna, Valle D'aosta