luigi 6 anni un lungo calvario

Tre interventi chirurgici, ha una grave malformazione e non assimila il cibo Tre interventi chirurgici, ha una grave malformazione e non assimila il cibo luigi, 6 anni, un lungo calvario La madre: «Lotto contro il male e una sanità sorda» I POVERI SONO NOIOSI Un bimbo di 6 anni, dopo tre interventi, deve essere alimentato artificialmente, non tiene il ciL- /, ha bisogno di continua assistenza e di continue spese. Cosi per tutta la vita. I genitori, allo stremo, due volte hanno chiesto un assegno di infermità e due volte la risposta è stata negativa. Il sì è arrivato alla terza richiesta, non ancora i soldi. Se ricordiamo i miliardi della sanità finiti in tangenti o rubati, nella mente ci si fissa l'immagine di quella madre che affannata ogni mattina corre due volte a scuola a pulire suo figlio, e a casa non può perderlo di vista un minuto. Ma i poveri sono noiosi, disturbano. Luigi Petrozzi ha 6 anni, ed è nato con una malformazione intestinale. E' un bambino pallido, nervoso, con gli occhi perennemente cerchiati. Le cartelle cliniche parlano di «displasia neuronale»: in tre interventi chirurgici gli sono stati impiantati altrettanti ani artificiali. Pesa meno di quanto dovrebbe: appena 15 chili. Anche se ha sempre fame, non assimila ciò che mangia. Da qualche mese è ospedalizzato a casa, in via Crescentino 20: vive con una cannula piantata nel petto attraverso la quale, per tre notti alla settimana, viene collegato a un macchinario che lo nutre artificialmente. La mamma Anna Di Palma, 38 anni, ha chiesto per il piccolo un assegno di invalidità. Gli è stato negato due volte: ((Abbiamo inoltrato nuovamente la pratica: è stata accettata, speriamo che un giorno o l'altro arrivino i soldi». Per la famiglia Petrozzi, i soldi sono un'ossessione. Il telefono di casa può ricevere, ma non fare chiamate perché l'ultima bolletta non è stata pagata. «Per cura¬ re il bambino, ci siamo indebitati fino al collo». Luigi ha occhi scuri e capelli tagliati a caschetto. «Mamma, mi prepari un panino?». Lo divora, un attimo dopo finisce tutto nella sacca. Se la tocca, la plastica scricchiola sul pancino: «Ma da grande me la togli questa roba?». Luigi è aiutato da anni da «Specchio dei Tempi». «Ma siamo ugualmente sul lastrico. Ha bisogno di 10 sacche di contenimento al giorno, costano 4 mila lire l'una. Ogni 3 mesi l'Usi 6 ce ne fornisce 90, il Centro colostomizzati del Mauriziano altre 200. Ne servono 300 al mese: è vivace, corre e si rotola per terra, devo cambiarlo spesso». All'Usi 6 Marisa Cardone, direttore sanitario del Giovanni Bosco, allarga le braccia. «Facciamo il possibile. La legge non ci consente di fornire quantitativi superiori di sacche, ma una norma regionale dà quest'opportunità al Mauriziano». Allora è possibile aumentare la fornitura? Il primario Lorenzo Capussotti assicura che Luigi «Può ottenere quanto gli necessita». ((Abbiamo invitato sua madre: le diamo 200 sacche al trimestre, ma possiamo aumentarne la quantità». Anna Petrozzi ribatte che di più non gliene danno. Dice che per avere le sacche deve andare dal pediatra, poi al centro colostomizzati, all'Usi, e infine in farmacia. «Io vorrei una delibera su cui stesse scritto che ogni mese abbiamo diritto alle sacche senza dover affrontare ogni volta la burocrazia. Luigi non guarirà mai». Anna Petrozzi è stanca. Suo figlio frequenta la prima elementare, ma due volte al giorno lei va a scuola a sostituire le sacche. Il bambino vive male, piange per nulla. Il marito lavora in un'officina in crisi, lo stipendio arriva con il contagocce. «E da quei quattro soldi detraggono il denaro che ci siamo fatti anticipare per i debiti più grossi. Ho un'altra figlia di 16 anni: cerca lavoro, non trova nulla. L'affitto, il riscaldamento sono alti, e per Luigi sono spese a non finire: garze, disinfettanti, pomate. Se penso ai politici che hanno intascate miliardi divento furibonda. Una briciola del tesoro di Poggiolini basterebbe a risolvere tutti i miei guai». Giovanna Favro li piccolo Luigi Petrozzi ha bisogno di cure costose: fu già aiutato da «Specchio dei tempi»