«Rivoglio mia moglie anche se mi ha evirato» di E. St.
Nuovo caso di «amputazione» negli Usa Nuovo caso di «amputazione» negli Usa «Rivoglio mia moglie anche se mi ha evirato» L'uomo non collabora con i giudici e vuole trascorrere il Natale con lei LOS ANGELES. Evidentemente l'amore è stato più forte del dolore fisico e morale provato per l'evirazione. Si spiega solo così il fatto che James Maciar, nonostante sia stato castrato dalla moglie, Aurelia, sia più che mai intenzionato a passare le festività di fine anno insieme a lei e ai tre figli. «Nonostante quello che è successo ha detto - vorrei trascorrere il Natale con lei e cercare di rimettere insieme la mia famiglia». Il magistrato non ha avuto difficoltà a revocare la disposizione che impediva alla signora Macias di avvicinarsi al marito (che non ha mai voluto collaborare con gli inquirenti), ma non ha potuto far nulla per alleviare la posizione penale della donna, che rischia 12 anni di carcere per la grave mutilazione inferta al marito (la prima udienza del processo è stata fissata al prossimo 6 gennaio). Anche in questo caso, come nella vicenda che ha avuto per protagonisti John Wayne Bobbitt e la moglie Lorena, sembra che a armare la mano della partner femminile siano stati i maltrattamenti. La signora Macias, 35 anni, castrò il marito, sposato 17 anni fa, la notte del 24 settembre dell'anno scorso. Mentre lui dormiva, gli tagliò i testicoli con un paio di forbici. Pare che l'uomo durante una festa di battesimo avesse libato abbondantemente, ballando in continuazione con altre donne. Quella notte James Maciar si risvegliò improvvisamente accusando un forte dolore all'inguine, e si accorse dell'accaduto solo quando accese la luce del bagno. Fu il figlio sedicenne a chiamare la polizia, perché la signora Aurelia nel frattempo era uscita di casa per non ritornare più. La vicenda, come si è detto, ha molti aspetti in comune con quella dei coniugi Bobbitt. Una differenza sostanziale è che il signor Bobbitt subì lo scorso giugno l'amputazione del pene, che gli fu però riattaccato durante un complesso intervento chirurgico. Per il signor Maciar, invece, non è stato possibile nessun «miracolo chirurgico». Il primo round della battaglia giudiziaria fra i congiugi Bobbitt si è concluso, come noto, a favore del marito, che è stato assolto dall'imputazione di violenza carnale ai danni della moglie. Il 29 di questo mese toccherà a lei comparire in aula per rispondere dell'accusa di lesioni fisiche aggravate, reato che potrebbe costarle una condanna a 20 anni di carcere. E' sulla scia del caso Bobbitt che simili episodi cominciano ad emergere, e mostrano come le donne «giustiziere» non siano una rarità e come polizia e tribunali si stanno attrezzando. «Negli Stati Uniti la mutilazione degli organi sessuali maschili non è così rara come si potrebbe pensare» spiega il procuratore distrettuale Larry Longo. Fino a poco tempo fa, però, si tendeva a dare poca pubblicità a questi casi. Con una sorta di «riserbo» anche da parte degli inquirenti. Ad esempio, il rapporto di polizia sul caso Maciar, stilato all'epoca dei fatti, parlava genericamente di «ferite corporali». [e. st.]
Persone citate: Aurelia, Fino, James Maciar, John Wayne, Larry Longo, Macias
Luoghi citati: Los Angeles, Stati Uniti, Usa
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