Casimirri ricercato a Managua
LA RIVOLTA ROSA Partecipò al rapimento Moro, non ha fatto un solo giorno di carcere Casimirri ricercato a Managua «L'ex br sarà espulso dal Nicaragua» ROMA. Di Alessio Casimirri non si è mai parlato molto, nella storia del terrorismo italiano. Da tempo l'unico tra i protagonisti della strage di via Fani a non aver passato un solo giorno in carcere aveva fatto perdere le sue tracce: rifugiato in Nicaragua, dove ha potuto vivere tranquillo fino a ieri, quando le autorità di Managua hanno firmato un mandato di cattura contro di lui. L'ex brigatista sarà arrestato e poi espulso dal Nicaragua: «Casimirri, ha detto Alfredo Mendieta, segretario al Governo - sarà deportato in un Paese terzo». Quale? «Non lo abbiamo ancora deciso. Dall'Italia, comunque, non è giunta nessuna richiesta al proposito». Va notato che tra Italia e Nicaragua non esiste un accordo per l'estradizione dei ricercati. E che proprio per questo motivo Casimirri si era rifugiato a Managua. Romano, rampollo di una nota famiglia cattolica della capitale, Alessio Casimirri ha avuto per anni la fama di «terrorista fantasma». Negli anni di piombo gestiva un negozio di «caccia e pesca» insieme con la moglie, Rita Algra- nati. Nel 1978 il locale fu perquisito dai carabinieri, che speravano di trovare nel retrobottega tracce della prigione di Moro. In seguito a quell'operazione, Casimirri era stato «congelato» dalle Br, e non partecipò all'assassinio del presidente democristiano. Subito dopo, Casimirri e la moglie sparirono. Dopo un decennio di silenzio, quando ormai era stato condannato in contumacia all'ergastolo, il brigatista ricomparve nel 1988 con una lunga intervista a Famiglia Cristiana. «Ho una nuova vita sentimentale - disse da un imprecisato "Paese del Centroamerica" - e due bei bambini che mantengo con il mio lavoro». Ieri il governo di Managua, messo in allarme nei mesi scorsi da un'inchiesta della stampa locale, ha ammesso che Casimirri viveva a Managua sotto falso nome. Nel 1988.. sempre usando la sua nuova identità, era diventato cittadino del Nicaragua. «In precedenza - ha detto ancora il segretario governativo Mendieta - aveva sposato una nicaranguense per accelerare il processo di naturalizzazione. A Managua era diventato proprietario di un ristorante "in", frequentato da alcuni alti funzionari del governo di Violeta Chomorro». E' probabile che l'annunciata espulsione di Casimirri, che peraltro ha lasciato in tutta fretta Managua, sia collegata alla revisione di tutte le cittadinanze concesse tra il marzo e l'aprile del 1990. In quel periodo, durante il periodo di transizione presidenziale che seguì la sconfitta elettorale dei sandinisti, venne concessa la cittadinanza a oltre novecento stranieri. [g. tib.] Alessio Casimirri
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