Sigilli al tesoro del vicesindaco 100 miliardi

Sigilli al tesoro del vicesindaco: 100 miliardi «Le sue ricchezze frutto di tangenti pagate dal clan Nuvoletta». Chiesta l'estradizione alla Francia, dov'era ruggito Sigilli al tesoro del vicesindaco: 100 miliardi Società, ville e palazzi per il ras del Casertano accusato di camorra NAPOLI. E' stato un potente ras della politica o degli affari nella provincia casertana, per anni ritenuta feudo de. E ora si scopre che Domenico Di Muro, ex vicesindaco di Santa Maria Capua Vetere, accusato di aver preso tangenti e stretto amicizie pericolose con imprenditori in odore di camorra, ha accumulato un patrimonio di oltre 100 miliardi. Quattro ville, due palazzi, cinquanta appartamenti, 3 società finanziarie, un'azienda alimentare, terreni e auto di lusso: tutto è da ieri sotto sequestro su ordine dei giudici. Quelle ricchezze, dicono, sono il premio dei rapporti con gli uomini del clan Nuvoletta. Di Muro è rinchiuso da luglio in un carcere di Parigi, in attesa dell'estradizione. In Francia si era rifugiato quando la magistratura cominciò ad occuparsi di lui. Di provvedimenti ne ha messi insieme ben sei e in uno, partito dal tribunale di Napoli, il ìeato contestato è di associazione camorristica. Un crollo clamoroso per un notabile plurimiliardario come lui. Ma in che modo Di Muro ha costruito un'invidiabile posizione economica? Nell'ordinanza di sequestro dei giudici antimafia, basata sul rapporto del questore di Caserta, Lucia¬ no Rosini, si sottolinea che i beni sono stati acquisiti con attività illecite e che appartenevano certamente all'ex vicesindaco, nonostante la presenza di «compiacenti prestanome», per lo più parenti che non dispongono di adeguate «fonti di reddito». La scalata dell'amministratore poi finito in carcere, rilevano i magistrati, comincia nell'82 e coincide con i legami intrecciati con due imprenditori, Antonio Agizza e Luigi Romano, attraverso il quale agiva il clan capeggiato dal superboss Lorenzo Nuvoletta. Ecco perché la sezione misure di prevenzione ha deciso di mettere i sigilli alle tre finanziarie, alla società alimentare Sammaritana Gel, alla villa (35 stanze, giardino e piscina) comprata a Formia, in provincia di Latina, alle altre tre - con un terreno di 42 mila metri quadri - acquistate a San Marco di Castellabate, al palazzotto nobiliare «Maffuccini» nel centro di Santa Maria Capua Vetere, all'edificio di 49 vani e a tutti i restanti beni intestati ai familiari. Un brutto colpo per Di Muro i cui avvocati si sono già opposti all'estradizione concessa dalle autorità francesi. Mariella Cirillo