Natale con tanti sconti di Luisella Re

Chiude «Top Ten uomo», ma sbocciano altre iniziative Chiude «Top Ten uomo», ma sbocciano altre iniziative Natale con tanti sconti C'è la crisi, vigilia inconsueta Poche luci e raffiche di sconti, in attesa delle luminarie di dicembre, nelle boutiques del centro dove la caccia al buon affare spesso coincide con un addio. Tra le chiusure più chiacchierate quella di Top Ten-Uomo invia Cavour, che ha quasi il peso di un simbolo. Le sue stoffe inglesi e i suoi accessori dal lusso inconfondibile hanno «vestito» gli anni dello yuppismo e dell'ambizione a qualsiasi prezzo: negli scaffali gli ultimi articoli in liquidazione, catturati da ragazzini saltellanti sotto lo zainetto di scuola, sembrano spoglie di un tempo lontanissimo. Perché quest'inaspettato abbandono? Le commesse del Top Ten di piazza Paleocapa buttano acqua sul fuoco: «Quando abbiamo aperto qui oltre 3 anni fa occupando lo spazio di tre vecchi negozi nessuno ne ha parlato, adesso che chiudiamo in via Cavour ne discutono tutti magari con malignità. Ma i malpensanti non sanno ancora che il settore uomo verrà trasferito qui e ulteriormente valorizzato da un'immagine del tutto inedita». C'è da augurarsi che si rialzino presto anche altre serrande. Ha chiuso «Fragiacomo», «Vendome» continua la svendita definitiva del settore femminile e maschile, «Massanova» svende gli ultimi capi di Gianfranco Ferrè e non rinnoverà il contratto di esclusiva con questa griffe. Tra le vetrine più adocchiate di via Garibaldi quella di Bertinotti & Mugetti dove, deciso di rinnovare i locali, il meglio della moda sportiva è offerto con sconti sino all'80 per cento. Moda maschile con sconti eccezionali, causa il ripristino della sede, anche da Rao in via Andrea Doria. Questa pioggia di svendite urta i commercianti che le riman- dano al momento giusto? «L'andazzo è fastidioso ma bisogna distinguere. C'è chi gioca sporco ma anche chi trasloca spinto da un rinnovo d'affitto inabbordabile, oppure decide di aggiornarsi». Nel negozio di Ferragamo la titolare Laura Nixon nuota controcorrente, sbandierando «Il Sole - 24 Ore» che pubblicizza il fatturato annuale della sua griffe salito del 27 per cento. Spiega: «Il trinomio serietàqualità-prezzo è più che mai premiante e le clienti continuano a dimostrarmelo. La crisi picchia, eccome, ma è inutile piangerci sopra e discuterne con una pecora nera come me: alla prima del Regio non solo io ci sono andata in pompa magna per rispetto dell'occasione e di Torino, ma mi permetto addirittura di vantarmene». Sarcasmo e lustrini? Fanno sapere da Milano i portavoce di Ferré: «Nessuna intenzione di tradire Torino, a primavera vi apriremo un nuovo negozio esclusivo». In piazza San Carlo anche Fernanda Zanotto ha un'aria distesa: «Quando il negozio di Fragiacomo chiuse cedendomi la firma, si sospettò che l'intera catena fosse in crisi. Niente vero: a Milano o Roma lavoriamo senza problemi. E anche qui con clienti di fuori: professionisti di Cuneo, Aosta o Asti che mantengono il loro normale livello di spesa». A Torino il record della crisi, insomma? «Non è l'unico record negativo. Chissà perché qui, dove il tasso dei mutui è il più alto d'Italia, piange miseria anche chi dovrebbe accendere un cero alla Consolata. Senza contare il provincialismo di quei torinesi che per lo shopping preferiscono puntare su Milano. Comprese certe ragazze di buona famiglia, pronte poi a scandalizzarsi per le poche occasioni di lavoro offerte ai giovani dalla moda torinese» Tutto nero all'ombra della Mole? Anticipano alla boutique «San Carlo dal 1979»: «L'ex negozio Fragiacomo lo occuperemo noi, dilatando l'esposizione della collezione Chanel e allestendo una galleria fornita delle migliori firme internazionali, dagli Stati Uniti a Belgio e Giappone». Da Carrier Alfredo La Penna, presidente dell'associazione via Roma, si accontenta di una speranza: «Noi commercianti chiediamo solo alla città di lasciarci aprire qualche spiraglio nel buio». E attenzione a immaginare sempre il peggio: «Se Carrier e Fasano parteciperanno alla mostra "Preziosa" ed "Elogio all'orologio" non è per raccogliere qualche briciola ma per dare un segnale di partecipazione. Ditte come le nostre non fanno affari in manifestazioni di massa, ma possono testimoniare che a Torino c'è ancora voglia di guardare avanti. Mi auguro ottengano un'adesione senza ombre soprattutto le aste in mostra, promosse a sostegno dell'ospedale pediatrico Gaslini e dell'associazione "Amici degli handicappati"». Luisella Re In centro un mare di svendite «Il commercio muta, bisogna rinnovarsi» In arrivo nuove firme prestigiose Problemi e speranze in vetrina, mentre tante insegne si spengono