Daniele Gatti il più tedesco di G. P.
Daniele Gatti il più tedesco Wagner, Hindemith e Brahms nel concerto dell'Unione Musicale Daniele Gatti il più tedesco Tre belle pagine per l'Orchestra Giovanile Italiana TORINO. L'Unione Musicale ha presentato all'Auditorium l'Orchestra Giovanile Italiana diretta da Daniele Gatti in tre pagine bellissime, Ouverture dei «Maestri Cantori» di Wagner, «Nobilissima visione» di Hindemith e «Quarta Sinfonia» di Brahms: un programma di gran lusso, dove solo il brano novecentesco non poteva gareggiare in popolarità con i due vicini. L'Orchestra Giovanile Italiana si è formata nella Scuola di musica di Fiesole, in quei corsi di qualificazione che dal 1980, con iniziativa giustissima, si sono dedicati a preparare musicisti d'orchestra, a seminare «cultura» orchestrale accanto a quella cameristica; ed è molto bello che a guidare questi giovani sia un direttore come Daniele Gatti, giovane anche lui, ma già inserito nel grande giro internazionale e laureato dalle orchestre più famose (da circa un anno, è anche direttore stabile dell'Orchestra di Santa Cecilia, il più importante organismo sinfonico italiano). Nel concerto dell'altra sera i risultati migliori per maturità e naturalezza (l'entusiasmo è fuori discussione) si sono sentiti in Hindemith, con la varietà dei suoi quadri, fervidi e densi e poi sensibili e pallidi, segnati da una raveliana ma¬ grezza; nelle partiture più celebri c'era invece come un complesso di manifestarne il pieno dominio, attaccandole con carnale veemenza per mostrarsi all'altezza: così nella Sinfonia di Brahms si sono potuti ammirare molti momenti (l'affettuosa carezza con cui si apre, da fare invidia alle orchestre più navigate) e singoli interventi, specie dei legni, mentre l'insieme risultava un po' schiacciato su un unico primo piano. Ouverture dei «Maestri» staccato da Gatti con passo lento e maiuscolo, più tedesco dei tedeschi, ma senza festosità e allegria. [g. p.]
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