Nasce il Bit agricolo

A Chieri il Centro Europeo con attività per 500 allievi A Chieri il Centro Europeo con attività per 500 allievi Nasce il Bit agricolo Performare manager dell'Est II primo Centro Europeo di formazione per l'agroindustria, l'ambiente e lo sviluppa nasce a Chieri. Una specie di Bit specializzato. E' promosso dallo CseaBonafous, una società privata che ha tra gli azionisti anche il Comune di Torino (con il 20 per cento delle azioni) e la Provincia (1 J per cento). La maggioranza è detentuta da tredici imprese torinesi impegnate nelle tecnologie avanzate. Lo Csea ha quattordici anni di attività, ha sedi a Orbassano e a Torino, oltre a quella di Chieri, ha 110 dipendenti. Svolge cinque attività (circa 20 seminari l'anno) cui partecipano annualmente cinquecento persone. Ieri, a Palazzo Civico, è stato presentato il nuovo Centro Europeo reso possibile dalla confluenza di esigenze diverse fra il pubblico e privato. Il Comune di Torino aveva da tempo il problema del proficuo riutilizzo dell'ex istituto agrario Bonafous, in strada Pecetto a Chieri, che ha costituito una delle più qualificate esperienze storiche torinesi in fatto di formazione e agricoltura e dove, in parte del complesso, operano già la scuola giardinieri G. Ratti, le serre municipali del settore verde pubblico e altri enti specializzati nella produzione agricola, come il Centro tori associazio¬ ne allevatori, e nella formazione agricola, come l'istituto per agrotecnici libertini. «Pensiamo di avere risolto al meglio il recupero di quell'area dandola alla società Csea che aveva bisogno di nuovi spazi per sviluppare le proprie attività di formazione rivolte ai giovani diplomati e laureati specialmente in campo ambientale ed agroindustriale» ha spiegato l'assessore Gianni Vernetti. La convenzione, ha aggiunto il dottor Anselmo, responsabile del patrimonio del Comune, prevede la ristrutturazione degli immobili, ex Ipab. Opere per oltre un miliardo in cambio dell'uso del centro per dieci anni. «E' dall'88 che chiedevamo questa soluzione - ha affermato il dottor Germanetto, direttore dello Csea -, diamo atto alla nuova giunta di aver accelerato l'iter fino a deliberare la concessione. Così a gennaio partiremo con le nuove attività». La testimonianza del proficuo lavoro svolto in questo particolare settore è arrivata anche dall'ex direttore del Bonafous, dottor Cantaluppi, attuale dirigente ecologico del Comune: «In questo centro sono stati preparati manager provenienti da Paesi asiatici e africani». Ora si guarda all'Est europeo. E' stata la Cee a individuare Torino per il nuovo Centro di formazione, prevedendo anche un contributo di 800 milioni. Saranno realizzate aule tradizionali, una attrezzata per lezioni multimediali, un centro di documentazione e biblioteca aperto non solo agli allievi interni, una foresteria con venti posti letto per corsi residenziali, un servizio mensa. Lo Csea utilizzerà i fondi della comunità per allestire corsi di specializzazione inerenti il telerilevamento delle risorse territoriali, la valorizzazione dei prodotti agroalimentari, la commercializzazione e la distribuzione alimentare, le tecniche di disinquinamento, l'aggiornamento nel marketing agroalimentare. Nel Centro si svolgeranno congressi, convegni e incontri di operatori. «Ci rivolgiamo ad aziende, organizzazioni di categoria - ha illustrato il direttore dello Csea, Germanetto -, ordini e collegi professionali, enti e istituzioni, pubbliche e private che si confrontano su questi settori con le nuove tecnologie con i nuovi mercati. Oggi l'attenzione maggiore deve andare per la formazione di future professionalità nei Paesi dell'Est e di quelli in via di sviluppo». [1. bor.] Lo Csea ha tre sedi a Torino, Chieri e Orbassano; ogni anno circa cinquecento allievi

Persone citate: Cantaluppi, Germanetto, Gianni Vernetti