«I patti in deroga non si toccano»

Fiscal drag, a Natale buste più «pesanti» grazie a un decreto «I patti in deroga non si toccano» I sindacati favorevoli a un «tetto» per il canone ROMA. I patti in deroga, introdotti poco più di un anno fa, non saranno modificati nella loro filosofia generale, ma verranno apportati alcuni ritocchi con un provvedimento che viaggerà con la Finanziaria. Questo, per evitare speculazioni da parte della grande proprietà che in molti casi ha avanzato richieste di maxi aumenti del canone, anche del 300 per cento. Indietro, dunque, non si torna. I sindacati sono però favorevoli a un «tetto» (ci sono 3 proposte in Commissione, che lo identificano nel 30, 40, 60%), sia pure come estremo rimedio. «Questa legge è servita a un grosso riavvicinamento fra proprietari ed inquilini. Per una revisione globale di tutta la materia non ci sono ora i tempi, anche se prima o poi ci si dovrà tornare sopra per favorire l'investimento privato, rilanciare l'edilizia pubblica, introdurre un fondo sociale per le fasce più deboli». E' questo l'orientamento espresso dal presidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera, Giuseppe Cerutti, al termine della audizione con le parti sociali, decisa dopo una serie di iniziative dentro e fuori il Parlamento volte a modificare la legge istitutiva dei patti in deroga con l'obiettivo di porre un tetto massimo agli aumenti. Cerutti non ha nascosto il timore di strumentalizzazioni: «Vengono non tanto dai piccoli proprietari, quanto dagli enti previdenziali ed assicurativi, che in molti casi hanno avanzato richieste insensate e fuori da ogni praticabilità, mentre semmai avrebbero proprio loro dovuto svolgere un ruolo calmieratore degli affitti». «Voghamo arrivare a una soluzione concordata fra tutti, che introduca una contrattazione nazionale con un minimo e un massimo, e nello stesso tempo allarghi la possibilità di sfratto per giusta causa abolendo la finita locazione - precisano i sindacati -. Solo se l'inquilino rifiuta l'aumento proposto in questo intervallo si potrà procedere allo sfratto». I rappresentanti dei proprietari hanno fatto quadrato sui patti in deroga esaltandone il ruolo positivo, ma anche criticando coloro che hanno fatto richieste esose di aumento. «I dati dichiarati dai sindacati sono solo allarmistici e non corrispondenti alla realtà ha polemizzato il segretario generale dell'Uppi, Giacomo Carini poiché se è vero che nelle trattative finora concluse si sono verifi¬ cate lievitazioni rispetto all'equo canone, è anche vero che si è avuta una notevolissima riduzione dei canoni in nero che prima erano la regola e che imponevano maxi-canoni». «Cancellando o modificando i patti in deroga scompariranno i cartelli di affittasi che pure da qualche tempo a questa parte si cominciavano a vedere», ha osservato il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, snocciolando dati positivi. «Le nuove locazioni rappresentano il 40%, e gli aumenti medi di questi ultimi mesi si fermano all'85% per i nuovi contratti e al 70% per i rinnovi, mentre i canoni in nero sono calati dal 10 al 3%». Per il presidente dell'Asspi, Gaetano Patta, «i patti in deroga devono rappresentare il punto di partenza per una nuova legge sulle locazioni». [st. e]

Persone citate: Cerutti, Corrado Sforza Fogliani, Gaetano Patta, Giacomo Carini, Giuseppe Cerutti

Luoghi citati: Roma