Condannati dalla burocrazia a 20 giorni l'anno di coda

Rapporto del ministro Cassese: per tasse, ticket e bolli un insieme di 150 mila leggi Rapporto del ministro Cassese: per tasse, ticket e bolli un insieme di 150 mila leggi Condannati dalla burocrazia a 20 giorni l'anno di coda ROMA. La burocrazia, a conoscerla bene, non sarebbe così letale come appare. Ma il problema è proprio h: conoscerla. Infatti le mille funzioni dello Stato e dei suoi addetti sono regolate da oltre 150 mila leggi: chi potrà mai dire di dominarle tutte? La conseguenza è che lo stare dietro a timbri e bolli costa a ogni cittadino circa 20 giorni lavorativi l'anno, tanti se ne perdono per fare le file e adempiere le normali incombenze civiche: dalle tasse ai ticket, dai bolli auto alle pratiche pensionistiche, dalle iscrizioni a scuola ai certificati vari. Se è vero che il tempo è denaro e volessimo monetizzare quei venti giorni di file, otterremmo una cifra pari al 3% delle entrate pubbliche: una spesa ingente e iniqua per un disservizio totale e dispendioso. 11 pulpito da cui questo lamento giunge è il più autorevole in materia: quello del professor Sabino Cassese, uno dei massimi conoscitori della macchina amministrativa italiana, e attuale ministro della Funzione pubblica. Il grido di dolore del prof. Cassese si era già levato lo scorso luglio con un ponderoso «Rapporto sulle condizioni delle pubbliche amministrazioni», fondamentale documento che aveva costituito la base conoscitiva per il varo di una riforma. Ora a quel testo si aggiunge un ulteriore aggiornamento, allegato alla relazione previsionale e programmatica stabilita dal governo per il prossimo anno. Sorgente di ogni male burocratico - apprendiamo - è l'ignoranza. Quanto sarebbe più agevole la via delle carte bollate se tutti conoscessero l'esistenza dell'autocertificazione. Invece - rileva il documento solo un cittadino su quattro ne ha sentito parlare (ma agli altri chi lo spiegherà?). Quanto alle leggi, leggine, regolamenti e normative, le pratiche cartacee sono affidate ad oltre 150 mila disposizioni. Solo quelle inerenti al fisco - per esempio - da sole arrivano a quota 1850, più di un quarto di tutto il corpus legislativo della Francia. Il documento Cassese ci spiega così che il 60% delle aziende delega ad appositi consulenti qualunque tipo di pastoia burocratica, mentre il 92% si circonda di collaboratori per ogni specifica esigenza (fiscale, legale, contributiva) generando un ricco mercato. Nel loro piccolo anche i singoli cittadini - in ragione di 32 su 100 - esorcizzano il panico da ufficio pubblico, affidandosi sistematica¬ mente a agenzie specializzate. Da overdose di leggi si muore, e la prima vittima - paradosso dei paradossi - è proprio la pubblica amministrazione: «Leggi superflue - dice la relazione governativa - producono la necessità di altre leggi, e l'iperregolazione trasforma la necessaria discrezionalità amministrativa in arbitraria discrezione nella scelta delle regole e dei tempi da applicare a ciascun caso, o addiiittura nella scelta dei casi in cui non applicare alcuna regola». La burocrazia - ci informa il documento ministeriale non lavora per il tempo ma, come i monaci medievali, per l'eternità. Così tra la richiesta di un certificato e la sua consegna può passare fino a una settimana nel 51% dei casi, fino a un mese nel 14%, e da un mese in su nel 4%. Solo il 31% dei certificati può essere ottenuto a vista. Tanto basti per capire che nella maggio¬ ranza dei casi per ottenere un determinato servizio occorre effettuare più tentativi di assalto allo sportello: da un minimo di due (29% dei casi) a oltre tre (8%). Se da questa giungla potremo uscire illesi lo sapremo tra un anno, alla prossima relazione sullo stato dei pubblici uffici. Per intanto auguri al ministro Cassese. Raffaello Masci Coda per un documento: una incombenza che «ruba» molto tempo agli italiani

Persone citate: Cassese, Raffaello Masci Coda, Sabino Cassese

Luoghi citati: Francia, Roma