«Niente funerale ai mafiosi per noi sono scomunicati»

«Niente funerale ai mafiosi per noi sono scomunicati» «Niente funerale ai mafiosi per noi sono scomunicati» LA CHIESA TRA GIUSTIZIA E PERDONO PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sui funerali negati a Luciano Liggio per il suo passato da boss della mafia di Corleone e dell'Anonima Sequestri in Lombardia, il gesuita Bartolomeo Sorge non ha dubbi. Anzi, le sue sono soltanto certezze. «Il principio generale - dice - è che, se uno è battezzato, come membro della Chiesa ha diritto a ricevere i sacramenti e la Chiesa non può negarli tranne che vi siano situazioni scandalose o il rifiuto esplicito di una vita cristiana e coerente». Fatta questa premessa, l'ex direttore di «Civiltà Cattolica» che da sette anni a Palermo dirige il Centro di formazione politica dei gesuiti intitolato a Pedro Ai-rupe, si dice del parere che i sacramenti hanno un senso quando si vive da cristiani e si muore in pace con la Chiesa e con Dio. «Non conoscevo Liggio e non so in quale stato d'animo sia morto - afferma Sorge Ma indubbiamente, se uno ha vissuto tutta la vita autoescludendo¬ si dalla Chiesa per la sua condotta morale e non ha dato alcun segno di ravvedimento, non ha senso dargli una sepoltura religiosa». E ancora: «Chi vive come mafioso nella criminalità organizzata, non vive in coerenza con la Chiesa e con il Vangelo, ma da scomunicato». Sorge parla, comunque, dell'opportunità che si giudichi caso per caso, a parte il principio generale che non ammette deroghe. In definitiva: «Se si è pubblicamente vis- suto male e non ci si è pentiti provocando scandalo fra i fedeli - è ancora il parere del politologo gesuita - non è possibile ottenere da morto di essere trattato come un buon fedele». E non c'è proprio da stupirsi per tutto questo. Secondo Sorge: «la Chiesa è forte nella denuncia dell'errore con il quale non si può mai venire a compromessi, ma è materna verso l'errante e pronta ad abbracciare come un figlio il delinquente pentito». Una posizione, questa, che ap¬ pare in sintonia con la linea più rigorosamente ortodossa della Chiesa, pur nella visione ampia della Compagnia di Gesù che esclude intolleranze e pregiudizi. Da Acireale, vicino a Catania, dov'è in corso il convegno delle Chiese di Sicilia, con larga partecipazione dei religiosi dell'isola e con i 19 arcivescovi e vescovi che hanno le loro sedi qui, il cardinale Salvatore Pappalardo, che presiede la locale conferenza episcopale, ha velocemente commentato: «Pronti a pregare per i defunti, ma ad autorizzare i funerali dev'essere la pubblica autorità». D'altre parte, la tesi che il perdono può essere concesso ai boss soltanto dopo il loro dichiarato pentimento, di recente era stato sostenuto a Palermo da padre Giacomo Ribaudo, il parroco della Magione, la chiesa frequentata in gioventù da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nei mesi scorsi il religioso, dopo la sua cattura, aveva esortato Totò Biina a pentirsi. Antonio Ravidà Padre Bartolomeo Sorge non ha dubbi al riguardo: «Se uno non ha dato alcun segno di ravvedimento non ha senso dargli sepoltura religiosa»

Luoghi citati: Acireale, Catania, Corleone, Lombardia, Palermo, Sicilia