«Solo contrasti di carattere»

Lo scorso luglio era stata respinta una prima richiesta di carcerazione «Solo contrasti di carattere» De Pasquale smorza la polemica «Di Pietro? Ci parliamo, eccome» MILANO. «I veleni? Non sono qui, vengono da fuori e sono uno dei tanti veleni italiani». Fabio De Pasquale non perde il sorriso nemmeno adesso, dopo polemiche, titoloni sui giornali, «stop» del procuratore capo Borrelli alle indagini sullo scandalo EniSai, e veleni. Il magistrato nel mirino per quelle domande poco ortodosse sul collega Di Pietro rivolte alla moglie di un indagato, Aldo Molino, ripete tranquillizzante: «Da questa storia voglio che usciamo tutti bene, nessuno ha fatto cose poco belle». E allora? Che sta succedendo nel palazzo di Tangentopoli, 500 e passa arresti, venti mesi lisci come l'olio, e'poi quell'uno-due, Vigna e De Pasquale, da far tremare le vene dei polsi? Gelosie, invidie, scorrettezze a destra e a manca? «Io e Di Pietro ci parliamo eccome», cerca di convincere De Pasquale. Ma poi aggiunge: «Sì, forse in passato non ci siamo salutati, ma adesso sì e poi non è vero che ci sono contrasti sui metodi d'indagine. Al massimo ci sono contrasti caratteriali». No, non sembra una polemica da nulla quando De Pasquale, mattino presto, entra nell'ufficio del procuratore capo per quel chiarimento atteso da 24 ore, dopo il foglietto scritto con la penna blu da Borrelli. Otto righe e un ordine perentorio: «sospendere ogni attività istruttoria sulla vicenda Eni-Sai». Vertice a porte chiuse, e poi bocche cucite. Borrelli esce dal suo ufficio alle 13 e fa ciao ciao con la mano. Prima dichiarazione: «Non si può fare tutta la giustizia minuto per minuto. Parliamo soltanto quando abbiamo qualcosa da dire». Forse non ci sono veleni ma tanta rabbia sì. E alle cinque del pomeriggio Borrelli, il flemmatico capo della procura, minaccia addirittura di chiamare i carabinieri per far sparire i giornalisti che «elemosinano» (brutta paro¬ la) una sua dichiarazione. No, stavolta Borrelli non dice nulla. Non spiega cosa gli ha detto l'ufficiale della guardia di finanza che avrebbe fatto le domande indiscrete alla ex moglie di Aldo Molino, non rivela ciò che la spaventatissima donna gli ha ripetuto. E tanto meno vuol far sapere di quell'incontro con De Pasquale. Silenzio. Per adesso, almeno. E in silenzio ubbidisce pure De Pasquale: «stop» agli interrogatori di Cusani in carcere, «stop» ai faccia a faccia previsti per oggi con Craxi e Citaristi, i primi due politici formalmente convocati a palazzo di giustizia, grazie alla nuova legge che non mette più lacci alle indagini sui parlamentari. Stop, tre volte stop. C'è quasi abituato Fabio De Pasquale, -Inchieste sgretolate dopo l'intervento degli altri magistrati del pool Mani pulite. Via le indagini sui fondi Cee per l'acciaio, via le indagini sulle assicurazioni ferroviarie con Molino, e via pure Aldo Molino, latitante di De Pasquale all'inizio finito poi nella stanza di Di Pietro, tre porte più in là. E i veleni? De Pasquale, intervista radiofonica, filosofeggia: «Con questo veleno si colpiscono tante persone contemporaneamente: Di Pietro, la guardia di finanza che ha svolto un lavoro importantissimo, e si colpisce anche me. C'è sempre un uso strumentale di queste polemiche, cercano di non farci lavorare». Per adesso, l'unico che non lavora è proprio De Pasquale, cartellino giallo di Borrelli che lo ha sospeso da quell'indagine che sembrava in dirittura d'arrivo, prossima al rinvio a giudizio. Ma il magistrato assicura: «Figlioli state tranquilli, l'inchiesta è qui (indica la sua stanza, ndr). Magari non sarà tranquilUzzante che sia qui, ma qui sta». Fabio Potetti

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