«Arrestate il presidente della Lazio» di Susanna Marzolla

Enimont, mandato di cattura-bis anche per Braggiotti ex numero uno della Commerciale Enimont, mandato di cattura-bis anche per Braggiotti ex numero uno della Commerciale «Arrestate il presidente della Lazio» Cragnotti ricercato per falso in bilancio MELANO. Mandato di cattura per Sergio Cragnotti, finanziere, presidente della Lazio. Mandato di cattura (bis) per Enrico Braggiotti, ex presidente della Banca Commerciale. Nell'inchiesta-tangenti tornano così in primo piano le vicende del gruppo Ferruzzi, con tutte quelle storie di miliardi fatti sparire dalle casse della società per finire in quelle di managers, politici e «amici». Per Cragnotti l'accusa è falso in bilancio: un reato che avrebbe commesso, come consigliere di Montedison e amministratore delegato di Enimont, fin dal 1988. Con una potente accelerata finale: i soldi avuti come «liquidazione» poi utilizzati per fondare la sua società «Cragnotti & Partners». A parlare di lui e del suo ruolo sono Carlo Sama, Giuseppe Garofano e quel Pino Berlini, l'uomo in Svizzera dei Ferruzzi, sentito al processo Cusani. «Quando Cragnotti lascia il gruppo Ferruzzi - è il racconto di Berlini - fonda una finanziaria con sede a Dublino, perché qui - spiega - ci sono regole societarie particolarmente vantaggiose». Berlini, che gestisce il «sistema parallelo estero» riceve allora l'ordine di partecipare al «finanziamento» di questa società: «Acquistai per ordine di Gardini - racconta ancora - azioni per complessive 9 milioni di sterline (circa 18 miliar- di di lire, ndr). Poi sottoscrissi altri pacchetti azionari per lo stesso Gardini, per Garofano, Sama e Cusani per due milioni di dollari a testa». Tutte «regalie», spiega ancora Berlini: «Chiesi se Cragnotti avrebbe restituito i soldi; Gardini mi disse di no, che gli spettavano a titolo di parziale liquidazione». Con questa «liquidazione», e con altre entrate, Cragnotti mette su la sua merchant bank che gli permette poi di fare affari in mezzo mondo. Adesso è ricercato, ma il provvedimento nei suoi confronti non può dirsi certo una sorpresa. Cragnotti aveva ricevuto un'avviso di garanzia già nel febbraio scorso, quando la procura di Roma aveva avviato l'inchiesta su Enimont. E il suo nome era ricomparso in luglio nell'elenco di arresti richiesti al Gip dalla procura di Milano, a cui nel frattempo era passata l'inchiesta. Ma quel Gip, Antonio Pisapia, aveva respinto le richieste e il nome di Cragnotti era stranamente scomparso quando il caso Enimont, con tanto di suicidio di Gardini e scoperta della maxi-tangente, deflagrò. Diverso il caso di Braggiotti. Lui un mandato di cattura lo aveva già avuto: concorso in corruzione, avevano ipotizzato i magistrati, per complessivi 50 milioni di dollari ricevuti da Gardini. Pensava la procura (e il gip Italo Ghitti era d'accordo) che quei soldi altro non fossero che una parte delle tangenti uscite per Enimont. Ipotesi respinta dalla Cassazione che infatti aveva annullato il provvedimento. Adesso l'episodio è sempre quello, ma il reato diverso: ricettazione. E anche qui ci ha messo la sua parola Berlini: «Mi venne detto da Gardini, presente Arturo Ferruzzi, di versare su un conto di Braggiotti prima dieci, poi altri 40 milioni di dollari. Mi fu detto che la Commerciale aveva aiutato più volte il gruppo. Ma poi nel '91 Sama, a proposito del finanziamento a Braggiotti, espresse il sospetto che quei soldi dovessero servire anche allo stesso Gardini. E Cusani mi sembrò d'accordo». Da qui la nuova ipotesi: aver ricevuto soldi, frutto di quel reato che è stato la «spogliazione» del gruppo Ferruzzi. Per Braggiotti, comunque, il nuovo mandato non cambia la vita: ormai cittadino monegasco, vive a Montecarlo nella certezza che non sarà mai estradato. Aveva promesso però di restituire i soldi, ma finora alla procura, non hanno visto una lira. Susanna Marzolla Lo scorso luglio era stata respinta una prima richiesta di carcerazione Sopra, Enrico Braggiotti ex presidente Comit. A lato, il finanziere Sergio Cragnotti

Luoghi citati: Dublino, Lazio, Milano, Montecarlo, Roma, Svizzera