cento parole all'indice, da gay a pillola

(erto parole all'indice, da gay a pillola (erto parole all'indice, da gay a pillola Pubblicato il dizionario dell 'antilingua per cattolici praticanti ROMA. Ci sono cento parole che i cattolici praticanti non devono mai pronunciare nella loro vita. Termini come interruzione volontaria della gravidanza, pillola, contraccezione, partner, gay, embrione non possono far parte del loro lessico, devono restare proibite. Un elenco completo e ragionato, dall'A alla Z, di tutte le «parolacce» sta per arrivare nelle librerie cattoliche per iniziativa della casa editrice Ares, considerata vicina all'Opus Dei. Si tratta del «Dizionario dell'antilingua» (sottotitolo «Le parole dette per non dire quello che si ha paura di dire»), scritto da Pier Giorgio Liverani, ex direttore di Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, e già presidente per quasi dieci anni dell'Azione cattolica di Roma. Scopo del dizionario, spiegano alla casa editrice, è «smascherare le parole-menzogna spesso rese asettiche ed emotivamente morbide dai paludamenti del linguaggio legale, scientifico o dell'ideologia vincente». Per Liverani, è allarmante sentir parlare di «frutto del concepimento» anziché di figlio, di «diritti civili» per dire aborto, eutanasia e omosessualità. Sono presi di mira soprattutto i neologismi inerenti la vita sessuale e la procreazione, creati, sostiene il giornalista cattolico, da «quella parte della cultura italiana che del significato vero delle parole ha paura», cioè i cosiddetti radicai chic, i liberaldemocratici. Di questo nuovo gergo va rifiutata innanzitutto la parola-grimaldello «interruzione volontaria della gravidanza»: per Liverani è infatti il termine che «serve a nascondere la verità di quello che si dice o, peggio, si fa, ovvero l'uccisione mediante aborto di un bambino passiva e attiva», «rapporto a rischio», «aborto legale». Anche l'innocuo «partner» viene preso di mira: «Termine di comodo - scrive Pier Giorgio Liverani nel suo dizionario - usato per saltare a pie pari il problema della differenza di fatto ed etica fra il compagno o compagna e il coniuge». Liverani, uno dei più noti polemisti cattolici, si è rifatto al concetto di «antilingua» sviluppato dal laicissimo scrittore Italo Calvino per sottolineare la paura che una parte della cultura moderna ha del significato vero delle parole. Succede così spiega il giornalista - che «quando le parole della lingua vera hanno una loro carica drammatica o magari anche di brutale chiarezza, l'antilingua le sostituisce con parole tecniche, mediche, burocratiche, asettiche, sdrammatizzanti, prive di ogni possibile richiamo». [AdnKronos] non ancora nato». «Contraccezione» viene definita «una parolaccia di gran moda, usata per richiamare strumenti (dalla pillola al preservativo, alla spirale) per fermare una vita sul nascere». I metodi naturali non possono essere considerati come «contraccezione cattolica»: anzi i grandi giornali popolari che usano questa definizione lo fanno per gettare «l'assurdo sospetto di un'ipocrisia della Chiesa». «Pillola» viene impiegata secondo Liverani «per forzare le convinzioni della gente, dando l'idea che un'uccisione, qual è un aborto, si può ridurre alle dimensioni di una pillola». La parola inglese «gay» è usata «per vincere la repulsione che la cultura e la mentalità comuni hanno nei confronti dell'omosessualità». L'elenco delle parole da respingere comprende, inoltre, «autodeterminazione», «eutanasia

Persone citate: Italo Calvino, Liverani, Pier Giorgio Liverani

Luoghi citati: Roma