Jackson in fuga dal mondo di Paolo Passarini

La pop-star era ad Avoriaz per curare l'intossicazione da farmaci, poi è di nuovo scomparsa La pop-star era ad Avoriaz per curare l'intossicazione da farmaci, poi è di nuovo scomparsa Jackson in fuga dal mondo E la Pepsi scioglie il contratto d'oro WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si complica il mistero della scomparsa di Michael Jackson. Il cantante, dopo aver lasciato precipitosamente Città del Messico venerdì, annullando tutti i concerti del suo «tour», aveva fatto perdere le sue tracce. Si è avuta conferma ieri che si era rifugiato in un albergo di Avoriaz, vicino a Chamonix, sulle Alpi francesi vicino alla Svizzera e all'Italia. Ma anche da Avoriaz si è «volatilizzato». Lì lo aveva raggiunto un'altra brutta notizia: la Pepsi-Cola, uno dei suoi principali «sponsor», ha deciso di annullare il contratto miliardario che aveva stipulato con il cantante già a partire dall'84. Nessuno sembra più nutrire dubbi sul fatto che Jackson si sia tristemente incamminato sul viale del tramonto. «Sì, era qui, era arrivato qualche giorno fa - ha confermato ieri Albin Marchesseau, direttore dell'Hotel Les Dromonts di Avoriaz -. Ma adesso se ne è andato». Il manager non ha voluto rivelare dove si è rifugiato il cantante. In un drammatico messaggio registrato ai fans, Jackson aveva confessato lo scorso fine settimana che, a causa dell'angoscia procuratagli dall'accusa di aver abusato sessualmente di un adolescente, aveva sviluppato una grave dipendenza da non meglio precisati far- maci «antidolorifici». «E' venuto per me il momento di riconoscere la mia necessità di essere curato per poter riconquistare la salute», aveva dichiarato. Jackson si era imbarcato venerdì su un Boeing 727 che aveva lasciato Città del Messico alla volta di Londra, con soste in Canada e in Irlanda. Era partito assieme alla sua «cara amica» Elizabeth Taylor, così tutti hanno concluso che la meta fosse la villa dell'attrice a Gstaad, in Svizzera. Ma quando Liz, assieme al marito Larry Fortensky, è sbarcata a Ginevra, Jackson non era con lei. La caccia allora si è spostata indietro di una tappa, a Londra. Si è saputo che effettivamente due persone erano sbarcate all'aeroporto di Luton e così i reporter inglesi hanno cominciato a pattugliare tutti i luoghi deputati di Londra, compresi, conoscendo le inclinazioni di Jackson, i negozi di giocattoli e gli zoo che ospitano gli animali più esotici. Nel frattempo, da Gstaad, una «troupe» della Bbc, inviata prontamente sul posto, confermava di non aver trovato alcuna traccia del cantante, aggiungendo che la villa di Liz, sempre a luci spente, appariva inabitata. Ieri paparazzi e cronisti mondani hanno avuto un'indicazione precisa su dove devono appostarsi. «Michael soffre ed è stressato. Non è per niente felice, accusa molto i dolori», ha detto ieri La Toya Jackson, una delle sorelle della pop-star. Jackson era giunto alla decisione di cancellare il «tour» mondiale per il lancio del nuovo 33 giri «Dangerous» dopo una lunga serie di disavventure. Aveva accusato subito il colpo infertogli dalla denuncia presentata alla polizia di Los Angeles dal padre di un ragazzo di 13 anni, sul quale è sospettato di aver praticato atti masturbatoli e sesso orale. Alla cancellazione del primo concerto, a Bangkok, ne erano seguite molte altre (circa un terzo delle serate annunciate) e i fans che avevano già comprato i biglietti si erano inferociti. In India Jackson era stato minacciato di morte da gruppi fondamentalisti. Le autorità del Dubai gli avevano tolto il diritto di ingresso «in linea con le tradizioni, i valori e la cultura di un Paese arabo». Il lancio di «Dangerous», il long playing lungamente prepaparato e messo in commercio dopo quattro anni di silenzio, ha probabilmente subito danni irreparabili e ieri al cantante è arrivato il colpo finale. «La cancellazione del tour - ha dichiarato Gary Hemphill, portavoce della Pepsi Co. - cancella effettivamente il nostro rapporto con Jackson a partire da questo momento». Il «rapporto» ha convogliato nelle tasche di Jackson, nell'arco di 9 anni, circa 20 milioni di dollari, più di 30 miliardi. La Pepsi, in compenso, aveva strappato alla sua acerrima rivale, la Coca-Cola, due punti di mercato. Ma le leggi del capitalismo sono inflessibili. Nessuna pietà per chi molla. Paolo Passarini

Persone citate: Albin Marchesseau, Elizabeth Taylor, Gary Hemphill, India Jackson, Larry Fortensky, Michael Jackson, Toya Jackson