Presidenziali Eltsin fa l'Amleto di Cesare Martinetti

Khasbulatov presenta le firme per candidarsi, ma non potrà farsi registrare Khasbulatov presenta le firme per candidarsi, ma non potrà farsi registrare Presidenziali, Ehsin fa l'Amleto «Finché non le annullo, sono in programma» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Boris Eltsin non cambia idea, ripete che sarebbe meglio non fare le elezioni presidenziali che lui stesso aveva promesso, ma precisa che il decreto firmato il 23 settembre, quando stava per infiammarsi la guerra della Casa Bianca, resta in vigore: «Fino a quando non lo annullerò, le elezioni sono in programma». Un passo avanti e due indietro, secondo una tattica consumata. Il Presidente russo accompagna così la campagna elettorale per le elezioni del 12 dicembre quando i russi saranno chiamati ad eleggere il primo parlamento post-sovietico e ad approvare la nuova Costituzione. In una lunga intervista al quotidiano amico Izvestija, Eltsin ironizza sull'interpretazione che era stata data della sua conferenza ai direttori dei quotidiani russi: «Il destino di un Presidente è duro: deve sempre rispondere dei doveri di Stato e non gli viene riconosciuto il diritto di avere un'opinione personale. Nel mio cuore però mantengo la mia idea e non sono favorevole ad elezioni presidenziali anticipate». Paura della concorrenza? No, dice Eltsin: «Con il referendum sulla Costituzione i russi potranno esprimere direttamente la loro fiducia al Presidente. E sarà la seconda volta in un anno». Già il 25 aprile scorso, infatti, quando la battaglia contro il Soviet Supremo cominciava a infiammarsi, i russi avevano dato fiducia a Eltsin nel referendum proposto dal Cremlino. Il 57 per cento aveva detto sì al Presidente, il 53 alla sua politica economica. Al referendum costituzionale di dicembre Eltsin attribui¬ sce di nuovo il valore di quesito sulla fiducia a se stesso ammettendo che la nuova legge fondamentale dello Stato gli attribuisce poteri «considerevoli». Rispondendo alla critiche di voler instaurare una nuova monocrazia, Eltsin ha così giustificato gli amplissimi poteri che gli verranno dalla nuova Costitu¬ zione: «In un Paese abituato agli zar, dove l'esecutivo è debole e dove dappertutto di fronte alla legge regna il nichilismo, la gente avrebbe finito per reclamare un dittatore che sarebbe apparso ben presto, magari nello stesso Parlamento». Il bilanciamento ai poteri presidenziali e al sorgere di una dittatura, ha detto Eltsin, verrà dalla Corte Costituzionale. Ma si è dimenticato di aggiungere che tutti i giudici saranno nominati da lui stesso. Infine Eltsin ha rievocato lo spettro dei suoi nemici spiegando perché è stato proibito ai partiti estremisti di partecipare alle elezioni: «Fintanto che esisteranno bolscevismo e fascismo, ci sarà un pericolo per il potere dello Stato. Il potere dei soviet non poteva essere riformato, il socialismo dal volto umano era un'illusione. E oggi, anche l'opposizione più dura riconosce i vantaggi dell'economia di mercato». Per le elezioni è quasi tutto pronto. Ieri a mezzanotte è scaduto il termine per la presentazione delle candidature individuali. Metà della Duma (la Camera bassa) sarà eletta con il sistema proporzionale su liste di partito (tredici, tra cui il partito comunista e quello agrario a guidare l'opposizione), metà con il sistema maggioritario uninominale a un solo turno. Tra i politici che hanno raccolto le firme necessarie ci sono anche Ruslan Khasbulatov (in Daghestan) e Ilja Konstantinov (a Novosibirsk), leader del Fronte, punta dell'opposizione armata a Eltsin. Ma un decreto di Eltsin proibisce agli organizzatori della rivolta della Casa Bianca di partecipare alle elezioni. Cesare Martinetti Un cadetto partecipa con la sua chitarra alle celebrazioni per il 75° anniversario della scuola militare di Ryazan [foto epa]

Luoghi citati: Daghestan, Mosca, Novosibirsk