Codice per i dipendenti

Codice per i dipendenti Codice per i dipendenti // gruppo si dà le norme etiche TORINO. I 285 mila dipendenti e i consulenti del gruppo Fiat d'ora in poi dovranno rispettare precise norme etiche di comportamento negli affari. Il consiglio d'amministrazione ha approvato ieri le ultime quattro sezioni del «Codice etico di comportamento negli affari», riguardanti i rapporti tra i dipendenti e tra i dipendenti e i clienti, i fornitori, le altre società del gruppo e qualsiasi soggetto «terzo» interessato. In tutto dieci cartelle dattiloscritte, divise in cinque sezioni. La prima sezione, quella sui rapporti con la pubblica amministrazione, considerata la più urgente, era già stata approvata l'I 1 maggio scorso, nel periodo più intenso delle inchieste di «Tangentopoli» che avevano coinvolto anche alcune società del gruppo Fiat. L'esigenza di un codice etico di comportamento negli affari, a partire da quelli che coinvolgono «funzionari pubblici», era stata sollevata dal presidente Giovanni Agnelli e dall'amministratore delegato, Cesare Romiti. Avevano incaricato di elaborarne il testo a Franzo Grande Stevens, uno tra i più affermati esperti di diritto civile e societario d'Italia, da anni consulente del gruppo e segretario del consiglio d'amministrazione. In poco tempo Grande Stevens aveva redatto la prima sezione del codice, valido non soltanto per tutti i dipendenti Fiat, ma anche per quanti svolgono incarichi di collaborazione professionale esterna per le società del gruppo. Per quanto riguarda i rappor- ti con i pubblici funzionari, ai dipendenti del gruppo è vietato «promettere o versare, anche se a seguito di illecite pressioni, somme o beni in natura che non siano piccole cortesie» e si prevede che, in presenza di eventuali sollecitazioni, il dipendente «debba immediatamente sospendere ogni rapporto d'affari con il richiedente». Ieri, dunque, sono state ap¬ provate dal consiglio di amministrazione le ultime quattro sezioni relative ai rapporti tra i dipendenti e di questi con clienti, fornitori, altre società del gruppo. Si tratta del segno tangibile della volontà di non lasciare zone grigie. Di qui, fra l'altro, la chiarezza, la precisione e la definizione dei canoni e del «campo» giurisdizionale in cui deve essere applicato il nuovo strumento. La seconda sezione del Codice etico riguarda i rapporti fra i dipendenti del Gruppo e i clienti, e vieta ai primi «di promettere o versare, per promuovere o favorire interessi delle società del gruppo, somme o beni in natura che non siano piccole cortesie, ai clienti». La terza sezione, riguarda i rapporti tra i dipendenti e le società fornitrici delle Società del Gruppo, vieta ai dipendenti «di accettare dai fornitori promesse o versamenti di somme o beni non simbolici». La terza sezione inoltre obbliga ogni dipendente del Gruppo a comunicare al proprio superiore qualsiasi interesse finanziario, personale, diretto o indiretto, per l'attività del fornitore. Va anche comunicata qualunque relazione, avuta o in essere, con il fornitore, tale da poter influire sull'imparzialità del dipendente. La quarta sezione riguarda i dipendenti del gruppo e i rapporti fra loro, per vietare che utilizzino risorse umane e materiali delle società del gruppo per fini extra-aziendali; di diffondere o utilizzare informazioni riservate per fini extraaziendali. La quinta e ultima sezione stabilisce le procedure applicative del codice etico in Italia e negli altri Paesi. In caso di violazione alle prescrizioni del codice etico vengono applicate le norme di legge e di contratto: una serie di sanzioni che vanno, nei casi più gravi, fino al licenziamento. la. vig.] Franzo Grande Stevens l'estensore del codice etico adottato dal gruppo Fiat

Persone citate: Cesare Romiti, Franzo, Franzo Grande Stevens, Giovanni Agnelli, Grande Stevens

Luoghi citati: Italia, Torino