la Fiat vara il riassetto del vertice
Agnelli: mio nipote non è qui solo per ridurre l'età media ma anche perché contiamo sui suoi consigli Agnelli: mio nipote non è qui solo per ridurre l'età media ma anche perché contiamo sui suoi consigli lu Fiat vara il riassetto del vertice Approvato lo statuto, nasce il nuovo consiglio TORINO. «Mio fratello Umberto aveva piacere e interesse di occuparsi di Ifi e Ifil e ciò lo assorbirà completamente. Per questo è uscito dal consiglio. Per non dare la sensazione che tutto ciò venisse fatto in alcun modo in dissenso con la Fiat ha voluto darci la facoltà di disporre di suo figlio Giovanni Alberto nel consiglio di amministrazione. E suo figlio non è entrato in consiglio soltanto perché, avendo tolto i limiti d'età, volevamo con la sua presenza abbassare la media, ma perché contiamo sui suoi consigli». Con queste parole, pronunciate in risposta alla domanda di un azionista, il presidente della Fiat Giovanni Agnelli ha dato il suo «benvenuto» al nipote Giovanni Alberto, o Giovanni junior, come lo chiamano a volte, da ieri consigliere d'amministrazione della società. E' stato uno dei pochi passaggi «densi» di un'assemblea societaria durata meno di tre ore, senza intoppi e senza sorprese, che ha impresso il sigillo ufficiale alla «svolta» del vertice Fiat. Nel giro di neanche sei mesi la Fiat ha messo in atto una serie di iniziative concentrate nel tempo e di grande rilevanza strategica: ha aumentato il capitale sociale, ha istituito un patto di sindacato con l'alleanza strategica di quattro soci di alto livello internazionale, ha lanciato la «Punto» in tre mercati contemporaneamente (Italia, Francia e Germania, per la prima volta in uscita simultanea nella storia Fiat). E l'unica notizia del tutto inedita della giornata di ieri - peraltro estremamente positiva - è venuta proprio a proposito della «Punto», con l'annuncio dato da Paolo Cantarella, amministratore delegato della Fiat Auto, sulle trentamila «Punto» già vendute, in appena sette giorni, alla clientela finale. All'ingresso, ad accogliere consiglieri e azionisti, si era formato un piccolo «picchetto» organizzato dai comitati sindacali di base, che protestavano contro i tagli all'organico. In sala, invece, pochi rilievi, peraltro prevedibili e senza seguito tra i soci, sulle modalità del riassetto e sull'organigramma del gruppo, che vede confermare per il prossimo triennio l'Avvocato alla presidenza e Cesare Romiti nel ruolo di amministratore delegato. L'ennesimo riepilogo delle ragioni che hanno dettato le scelte del gruppo l'ha offerto l'altro neoconsigliere della Fiat, cioè il preside delle Assicurazioni Generali Eugenio Coppola di Ganzano: «Quando abbiamo cominciato ad esaminare la possibilità di diventare azionisti stabili della Fiat - ha detto, anche lui in risposta alla domanda di un azionista - abbiamo ben presto manifestato la convinzione che in una fase importante e delicata della vita dell'azienda, a metà di un guado, non dovessero essere cambiati i timonieri. Quanto al nostro ingresso in Fiat, è avvenuto per ragioni simili a quelle che ci hanno portato a essere il più forte azionista del Banco Centrale Hispano Americano o del Credit Anstalt, cioè opportunità d'investimen¬ to». L'assemblea straordinaria ha approvato il testo del nuovo statuto sociale. Varie le modifiche apportate. Innanzitutto l'eliminazione del limite d'età per restare in carica; quindi,la riduzione dei consiglieri dà un numero variabile tra 9 e 15 a undici; quindi l'affidamento al consiglio della nomina del direttore generale, la convocazione del consiglio stesso ad opera del presidente o di tre dei suoi membri ma non più dell'amministratore delegato, l'abolizione del comitato esecutivo e, infine, all'articolo 16, l'introduzione di una «maggioranza qualificata» di nove voti su undici per una serie di deliberazioni strategiche per la vita del gruppo: essenzialmente sulle nomine sociali e l'assegnazione delle cariche, sugli aumen¬ ti di capitale e le emissioni obbligazionarie, sulle fusioni, acquisizioni, dismissioni di partecipazioni, sulle determinazioni da adottare nelle assemblee delle caposettore controllare, sulle cariche sociali all'interno di esse e su ulteriori eventuali modifiche statutarie. Poi, seguendo senza imprevisti il predisposto ruolino di marcia, l'assemblea ordinaria ha approvato la nomina dei nuovi consiglieri d'amministrazione. Innanzitutto l'Avvocato ha confermato la costituzione di un patto di sindacato che controlla il 30% del capitale Fiat, di cui il 20% apportato (sul totale 30% di possesso) dalle due finanziarie della famiglia Agnelli - Ifi e Ifil oggi entrambe gestite da Umberto Agnelli e il restante 10% conferito dai quattro soci stabili della Fiat: Deutsche Bank, Mediobanca, Generali e Alcatel. A Ifi e Ifil spettava la nomina di quattro consiglieri d'arnxninistrazione che sondi Giovanni Alberto Agnelli, Franzo Grande Stevens, Michel David-Weill (della banca d'affari francese Lazard), Henry Cari Bodmer (della finanziaria svizzera Ab holding). Agli altri quattro soci spettava la nomina di un consigliere ciascuno, e cioè: Ulrich Weiss (Deutsche Bank), Pierre Suard (Alcatel), Giampiero Pesenti (Mediobanca) ed Eugenio Coppola di Canzano (Generali). Gli altri tre consiglieri sono stati designati collettiva¬ mente da tutti gli azionisti di controllo e sono Giovanni Agnelli (che il consiglio ha successivamente confermato presidente della società), Gianluigi Gabetti (che ha assunto la vicepresidenza), Cesare Romiti (riconfermato amministratore delegato). Dal consiglio escono, con Umberto Agnelli, Renato Ruggiero, Etienne Davignon, Wisse Dekker e Richard Alien Voell. Nel riassetto complessivo del gruppo Ifi-Fiat un ruolo di assoluto rilievo ha svolto, e svolgerà, Gianluigi Gabetti, che - restando peraltro vicepresidente dell'Ifi e dell'Ifint ha messo a disposizione di Umberto la carica di amministratore delegato della «cassaforte» della famiglia Agnelli, e che in Fiat potrà portare il contributo della sua esperienza finanziaria e industriale internazionale. Infine i soci hanno anche deliberato che le azioni proprie già in portafoglio della Fiat, o da acquisire, possano essere eventualmente cedute ai 'prezzi di mercato, anche se inferiori ai valori di carico (cosa possibile visto che il fortissimo aumento di capitale ha moltiplicato il numero delle azioni circolanti). A questo proposito, nel corso dell'assemblea, Agnelli ha comunicato che sulle azioni proprie cedute ai nuovi soci dalla tesoreria Fiat è stata incassata una plusvalenza di ben 67 miliardi. Sergio Luciano Coppola: «Nel guado non si cambiano i timonieri» Il neo-consigliere della Fiat Giovanni Alberto Agnelli Gianluigi Gabetti, nuovo vicepresidente della Fiat Nella foto grande al centro un momento dell'assemblea di ieri
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