Sua Sanità: ho rubato come gli altri ma vogliono far pagare tutto a me di Paolo Guzzanti

i L'EX MINISTRO $1 DIFENDE NAPOLI 00... ma io gliel'ho detto a Di Pietro: dico, ma voi non potevate interrogarmi prima? Non potevate vedere le carte prima? Ma lo sapete che quando mia moglie cammina per strada la gente la ferma e le grida: "Assassina, siete tutti assassini"?». Onorevole De Lorenzo... «No, basta così, non una parola di più. Ho già parlato troppo e tanto è inutile pure che parli. Con tutto quello che la stampa ha scritto in questi mesi su di me...». Onorevole De Lorenzo, dicono che lei ha promesso a Di Pietro di mollare quattro miliardi, con interessi, di soldi illegalmente incamerati dalle case farmaceutiche... «Mi spiace. Non parlo». Ma sono o non sono quattro miliardi? «Ma che ne so, ma non è questo il punto, sono calcoli che non toccano a me...». E a chi toccherebbero, mi scusi? «Ma sono questioni di cui si occupano gli avvocati. Se la vedranno loro». E' curioso. Lei prima imbarca un sacco di soldi non suoi, e poi al momento di restituirli fa finta che le facciano schifo... «Perché è così. Sa dov'è che io ho preso la fregatura?». Facendo aumentare il prezzo dei farmaci? «E ridagliela con questa fandonia. Io il prezzo dei farmaci l'ho fatto abbassare, non aumentare». Una cosa alla volta: torniamo ai 4 miliardi e passa che deve restituire a Di Pietro. «Allora, io la fregatura l'ho presa accettando di convogliare contributi in nero destinati al partito». Niente di personale? «Ho le carte. Ho speso sempre soldi miei per le mie campagne elettorali. E poi ho accettato di raccogliere fondi destinati alla campagna del pli». Soldi che venivano dalle case farmaceutiche? «Chiariamo, se finalmente è possibile, un punto. I farmaci che hanno aumentato il prezzo sono stati 98 su seimila. Di quei 98 soltanto 5 o 6 sotto la mia gestione: 2 per automatismi di legge e 3 per caso. E gli altri 90? Chi li ha fatti aumentare? Io no davvero. E allora? Chi sarà ad aver speculato, lucrato e fatto affari? Certo, non io». Non si spiega, allora, perché lei accetti di restituire 4 miliardi: da dove vengono? «L'ho detto: denaro destinato al partito. La mia colpa. La mia unica colpa. Le ripeto: ho consegnato a Di Pietro una documentazione completa di dieci pagine e le assicuro che è esauriente». E Di Pietro? «Gentile. Rispettoso. Un giudice composto e professionale. Ha raccolto le carte, ha fatto le domande che doveva fare». Ha mai alzato la voce? «Mai». Che effetto le fa essere il simbolo vivente della corruzione e della speculazione sulla pelle della povera gente? «Guardi, è una tale mostruosità che non ci sono le parole per dirlo. Io l'ho detto a Di Pietro: mi avete fatto passare per il capobanda di una associazione per delinquere che dura da più di vent'anni. Per vent'anni questi hanno fatto il loro porco comodo e nessuno li ha mai disturbati, nessuno è finito in galera. Poi arrivo io, faccio questa cretineria di farmi incastrare nel sistema consolidato dei contributi al partito, e danno a me la patente di tutti i delitti». Lei ammette che i delitti siano esistiti? «Ma scherziamo? Esistevano e io, semmai, ho fatto l'impossibile per stroncarli. Ma quando io denunciavo ai prefetti i casi di malcostume in una Usi, non si muoveva un solo magistrato, il territorio di Gava non si toccava, era un paese diviso per santuari di impunità. Io mandavo fonogrammi, richieste... Niente. Non un arresto, non una denuncia». Di chi la colpa? Sua Sanità: ho rubalo come gli altri ma vogliono far pagare tutto a me «Del ministero dell'Industria per tutto quello che riguarda il prezzo dei farmaci. Ho dimostrato a Di Pietro che tutti i miei atti politici come ministro hanno prodotto l'abbassamento del prezzo». Quindi lei è soltanto una povera vittima? «Che c'entra? Non facciamo gli ipocriti. Io le mie colpe ce l'ho, e sono quelle che ho detto: ho accettato di raccogliere denaro destinato...». ... alle casse del partito. Ma lei, proprio lei, onorevole De Lorenzo, quanti soldi ha sul suo conto in banca? «Pochi. Quelli che servono per vivere. La gente chissà che si crede. Pensa che io navighi nell'oro.... Hanno costruito questo scandalo in modo tale che la gente crede che io sia un vampiro e che tutta la mia famiglia sia una famiglia di assassini. Mia moglie è insultata per strada. Ci gridano: assassini, avete ucciso i vecchietti, avete fatto morire la gente... Fatto morire la gente, io? Ma questi sono pazzi: se in Italia esiste un programma di prevenzione contro l'Aids tra i più efficaci del mondo, questo lo si deve alla mia azione di ministro». Una cifra, onorevole: quanto ha in banca? «Io in banca non tengo niente. E tutto quello che ho è trasparente, alla luce del sole». Vuol far credere che una mostruosa congiura sia stata ordita ai suoi danni? «Io so soltanto che la carta stampata mi ha cucinato in modo tale da ridurre la mia immagine uno straccio. E il peso di questo linciaggio resterà per sempre». Andiamo, onorevole De Lorenzo: se lei restituisce quattromiliardi e passa, sia pure pro-partito, non dev'essere stato proprio uno stinco di santo... «E' lì l'errore. Il fatto che i politici procurassero fondi per i loro partiti era deplorevole, ma comune e comunemente accettato. Quanto agli arricchimenti personali, quella è un'altra faccenda: io non ho preso una lira per me e quel che ho preso per il partito sono pronto a restituirlo». Mentre poi c'era la banda dei cattivi che prendeva i soldi per sé... «Questo è un fatto accertato. Se avessero dato retta a me per tempo non si sarebbe mai arrivati a tutto questo. Ci sarà certamente chi ha speculato sui farmaci, ma si tratta della stessa gente che ha speculato per tutta una stagione storica». Come siete rimasti con Di Pietro? «Adesso i miei avvocati faranno i passi richiesti. Poi si farà il processo». Quando? «Speriamo presto. Non ne posso più di passare per il lupo mannaro. Io come ministro della Sanità ho protetto i deboli, non li ho sfruttati». Paolo Guzzanti

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