« Macché trasformisti » di Pierluigi BattistaValerio Zanone
«Romano sbaglia sui liberal-democratici» « Macché trasformisti » «Romano sbaglia sui liberal-democratici» L'INCOGNITA LIB-LAB LROMA IBERAL-DEMOCRATICI di tutta Italia disunitevi. O almeno sbarazzatevi di quel «trattino indissolubile» che assomiglia tanto a una specie di «spettro a due teste che si aggira nei salotti politici e nelle redazioni dei giornali». E così sulla Stampa Sergio Bomano boccia senza appello come fonte di nuovi «compromessi trasformistici» tutto quell'arrabattarsi di chi cerca una «via di scampo tra il martello della Lega e l'incudine del pds» appellandosi per giunta alle tradizioni della «cultura liberal-democratica». E se Mario Segni continua da Milano ad esortare «gli uomini che non vogliono seguire le orme di Bossi e di Occhetto» affinché si raccolgano sotto i vessilli della liberal-democrazia. Romano sottolinea che l'unione di liberalismo e democrazia è il frutto di una «forzatura intellettuale» oltreché di una «licenza storica». Che diavolo infatti hanno a che spartire il liberale che si rifà ai principi della «Glorious Revolu- tion» inglese e il democratico che coltiva il mito della Rivoluzione francese? Il liberale che mette «l'accento sulla libertà» e il democratico che «mette l'accento sull'eguaglianza e sulla partecipazione»? Poco, conclude Romano. Tant'è che liberali e democratici hanno sempre polemizzato tra loro e chi ne chiede la fusione lo fa con intenti «trasformistici». Una sentenza irrevocabile che per mezzo di un lungo excursus storico e teorico arriva alla conclusione dell'inutilità, se non della negatività tout court, di tutti i progetti più o meno finalizzati alla costruzione di un polo liberaldemocratico - da quello di Segni a Età Beta di Giuliano Amato, dal «partito democratico» di Palmella ai raggruppamenti di matrice liberale di Zanone o di Costa - che secondo Saverio Vertone costituisce il bersaglio preferito di quei commentatori che non si stancano di «denunciare il rischio di una ripresa dell'aborrito Centro, presentandolo coma la ricostituzione del vecchio pentapartito». In polemica con Romano, Vale¬ rio Zanone sostiene che è vero che «storicamente il liberalismo tende alla libertà dei diversi e la democrazia all'equiparazione degli eguali, è anche vero però che nel Novecento la democrazia liberale in tutto il mondo ha promosso un intreccio irrevocabile tra i valori della libertà e i metodi della democrazia». Sul piano politico, poi, secondo Zanone, «la tendenza alla coltivazione orgogliosa della propria diversità poteva andar bene con il sistema proporzionale. Con il nuovo sistema bisogna che si uniscano tutti quelli che non vogliono farsi inghiottire dalla vecchia sinistra o dalla nuova destra». Considerato l'«ideologo» di un ancor vago «partito di Berlusconi», il politologo Giuliano Urbani non solleva sostanziali obiezioni alla parte «storica» del'articolo di Romano, ma riguardo alla parte «politica» sostiene che «l'abolizione del trattino nell'insieme "liberal-democratico" mi sembra un lusso che non possiamo ancora permetterci almeno in un Pae¬ se dove secondo alcuni il liberalismo dovrebbe essere rappresentato da Bossi e l'area democratica dovrebbe vedere il monopolio pressoché esclusivo di un partito ex comunista». Conclusione di Urbani: «Preferisco di gran lunga la confusione originata dal trattino al peggior pasticciaccio» connesso a quello scenario. Lapidario il commento di Marcello Pera, «liberal-democratico» tutt'altro che pentito: «Ammesso che Romano abbia ragione sulla parte storica, e secondo me non ce l'ha, resta da capire perché mai si debba bollare globalmente l'esperienza liberal-democratica, pur sempre legittima col trattino o senza, come "trasformista". Sarebbe interessante se Romano facesse qualche nome. Conosce forse in ambito liberal-democratico qualche esempio più evidente di trasformismo di quello di un Occhetto che dal sostegno al comunismo passa disinvoltamente a quello della socialdemocrazia?». Pierluigi Battista Anche per Zanone non è un equivoco «Con l'uninominale bisogna unirsi» Si' -i Valerio Zanone, ex leader del pli
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