Pds, firme per votare subito di A. Rap.

Pds, firme per votare subilo Pds, firme per votare subilo «E dopo il 21 dicembre, crisi» Furiosa reazione di Lega e de ROMA. Colpo a sorpresa di Occhetto per ottenere le elezioni in tempi rapidi che la maggior parte degli italiani sembra desiderare. Da subito parte, su iniziativa del pds, la raccolta delle firme dei cittadini sotto una petizione popolare che chiede le elezioni. Non è rivolta, ovviamente, al presidente della Repubblica, ha chiarito il segretario del pds, ma è una forma di «pressione politica», «un canale democratico alla spinta per il voto». Un modo di forzare le resistenze sempre più forti di quanti non vogliano sottoporsi all'esame degli elettori. Così, il pds ha anche annunciato che dopo il 21 dicembre ritirerà l'astensione benevola al governo. «Dopo quella data per noi è finito il governo Ciampi» ha garantito Occhetto. Ma, prima, il pds vuole che sia approvata la legge finanziaria per evitare l'esercizio provvisorio. E' una precisazione che viene dall'ufficio stampa del partito e che lascia capire che il pds potrebbe anche dare i suoi voti al- la legge, in caso di necessità. Insomma, ci sarà a dicembre la crisi di governo. E ci sarà soprattutto perché è lo stesso presidente del Consiglio che è determinato a dimettersi appena avrà definito i nuovi collegi elettorali. Ancora ieri sera, Ciampi ha fatto ripetere al suo ufficio stampa che la sua posizione sulle elezioni anticipate «non è minimamente mutata. Caduto il governo, Scalfaro dovrebbe sciogliere le Camere, malgrado attacchi e pressioni che tendono a convincerlo a non farlo. Quella del pds è stata una mossa azzeccata, se si deve stare alle reazioni furiose dei molti democristiani che le elezioni non le vogliono. «E' una iniziativa di bassa demagogia», è il commento del presidente dei deputati de, Bianco, col quale concordano i senatori dello scudo-crociato. A favore del voto rapido si alza la sola voce del direttore del Popolo, Sergio Mattarella: «Molti partiti sono di fatto scomparsi, altri ne sono nati. Direi che è una questione politica che richiede un nuovo Parlamento». Ma, a sorpresa, appare contariata anche la Lega per l'iniziativa del pds. «Occhetto è un imbroglione. E' un tranello», sostiene Umberto Bossi, che ha già annunziato che lui ritirerà la delegazione del suo partito dal Parlamento dopo il 21 dicembre. Sarà^forse, un problema di concóifén^f 'elètfofàTe tra i due partiti che più si sono impegnati per far tenere al più presto le elezioni. La decisione del pds di andare diritti al voto è confermata dal «no» definitivo dato ieri alla proposta di riformare la riforma elettorale, introducendo il doppio turno di voto. Proposta allettante per il pds, perché fu proprio lui ad avanzarla nella commissione per le riforme, trovando l'opposizione di de, socialisti, Lega, tra gli altri. Ora de e psi ci hanno ripensato e vorrebbero la nuova riforma prima delle elezioni. Un trucco per ritardare il voto? Il pds ha proposto: prima mettiamoci d'accordo sulla data certa delle elezioni, sul fatto che questa è l'unica riforma di cui discuteremo e che lo faremo in fretta. Dalla de, come risposta, è venuta l'idea di approvare altre sette riforme. Così Occhetto ha chiuso. Niente riforma della riforma: «Sarebbe una manfrina assurda». Oggi ne prenderà atto la commissione bicamerale presieduta da Nilde lotti. Contrari al doppio turno sono anche i liberali, Novelli della Rete e i federalisti europei, [a. rap.]

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