CORTOMETRAGGI

CORTOMETRAGGI CORTOMETRAGGI Musical, dramma e satira nei diciannove lavori A quando le televisioni europee hanno iniziato a utilizzare il cortometraggio nei loro palinsesti, la produzione dei medesimi ha conosciuto un nuovo inizio. Da terreno prediletto per scuole di cinema e registi esordienti, il corto è diventato un oggetto che può assumere un valore, ha un suo canale di distribuzione e che la gente può finalmente vedere. In Italia Tele+ e Raitre hanno iniziato a inserire nel loro palinsesto i corti, ma la situazione non è certo paragonabile a quella di altre realtà europee (si dibatterà su questo argomento nel convegno di venerdì 19): questo è il motivo per cui non ci sono corti italiani nella competizione internazionale, le differenze di standard produttivo sono troppo forti. Il concorso prevede una massiccia partecipazione americana con quattro film: il divertente «Charlie &the Doctor» di Ralph Parson, il surreale «The Debt» di Bruno De Almeyda, il musicale «Marna Said» di Michael A. Costanza, il drammatico-onirico «A Voice From the Edge» di Guillermina Zabala. Dalla Francia arrivano «La vis» di Didier Flamand, scatenata parodia dei classici dell'espressionismo, e il più meditato «Bète noire» di Frédéric Sabourand, redattore dei Cahiers du Cinema. Due film anche dall'Australia («Uneasy Pieces» di Sophie Jackson e «Palace Café» di Andrew Lancaster) dal Canada («The Station» di Trenton Carlson e «A New Leash Of Life» di Elizabeth Becker) e dalla Gran Bretagna («Breathing» di Stephen Brown e «The Chanter» di Jon Lone). Dalla Germania c'è «Blue Murder» di Bernd Loehr, mentre «Ten'Mal'Chika» di Timur Seley Menov rappresenta il Kazakistan e «The Apple» di Eghdami l'Iran. Sono presenti anche la Polonia («Onna» di Maciej Pieprzyca), l'Austria («Grosswild Jagd» di Stephen Wagner), Israele («Take Away» di Daphna Levin). [s. d.c]

Luoghi citati: Australia, Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Iran, Israele, Italia, Kazakistan, Polonia