IL COMMESSO di Enzo BettizaFranco Lucentini

IL COMMESSO IL COMMESSO e la moglie angosciata occhi e si mettono a mormorare appena lui entra. E' un'angoscia continua, anche per me». «Signora, lei è fortunata, ho esattamente quello che fa al caso suo. Guardi qui: un romanzo di duemila pagine sull'ambiente del Komintern a Mosca negli Anni Trenta!». «Ma è un mattone! Ne ha pure l'aspetto, con quella copertina di tela rossa! Se gli cade su un piede...». «E lei dica a suo marito di infilarsi gli scarponi da sci, prima di prenderlo in mano. Ma una volta cominciato, le garantisco che non lo lascerà cadere». «Tipo Le Carré? Forsyth? Follett?». «Be', da un certo punto di vista sì, c'è pieno di spioni, traditori, agenti segreti, strani alberghi, viscidi rivoluzionari di mezzo mondo...». «Mmm... Negli Anni Trenta, lei dice». «Sì, a Mosca, quando c'era Stalin». «Ma allora è un romanzo politico, e in fatto di politica il mio Aurelio non va più in là di Garibaldi, Mazzini, Bossi...». «E' un romanzo sulla paura. Sono duemila pagine di paura». «Ma questo autore, questo Bettiza, non ha avuto paura di scoraggiare il lettore, non poteva tagliare un po'? Non so, duecento, cinquecento pagine?». «Il ritmo non è rossiniano, d'accordo. Ma se uno lo sa, e ci si rassegna in partenza come a un rientro in città la domenica sera, dopo si accorge che questa lentezza meticolosa, tortuosa, strisciante, è tutta calcolata, ha la funzione della ragnatela. Non ne esci più, ti lasci avvolgere e strozzare con vero piacere, dettaglio dopo dettaglio, minuzia dopo minuzia». «Una tortura, oltre che un malloppo». «Non sia così sbrigativa. Quel mondo terribile e appiccicoso un suo fascino ce l'ha». «Ma Stalin è morto, sento dire, il Muro è caduto. Sono cose vecchie, dimenticate». «Che c'entra, non c'è mica bisogno di sapere tutto sul Regno delle Due Sicilie per leggere I viceré». «Ma se mio marito, come dice lei, si fa prendere da questa ossessione romanzata, non c'è il rischio che si ossessioni ancora di più?». «Ossessione scaccia ossessione, e comunque si consolerà con l'idea che i Carabinieri sono pur sempre meglio della Nkvd, la polizia politica dei Soviet». «Ma se una bella mattina i Carabinieri vengono davvero a prelevarlo?». «Gli resteranno 1500 pagine da leggere in cella, le pare poco? E potrà sempre tirare il libro in testa al suo avvocato se non lo fa uscire in fretta». «Lei mi ha convinto. Lo prendo». «Enzo Bettiza, I fantasmi di Mosca, Mondadori Editore, 2006 pagine». «Ma almeno quelle 6...». «Non sia meschina, signora. Quando si arriva a quota 2000 il più è fatto». Carlo Frutterò Franco Lucentini

Persone citate: Bettiza, Bossi, Carlo Frutterò, Follett, Forsyth, Mazzini, Stalin

Luoghi citati: Mosca