«Basta con le correnti-partito»

«Basta con le correnti-partito» «Basta con le correnti-partito» Da Chianciano la rivolta per cambiare il Csm I «klBELLI» DI STAJANO VCHIANCIANO IA le correnti-partito dall'associazione nazionale dei magistrati». «Basta con la lottizzazione del Consiglio Superiore della Magistratura». No, non sono le parole d'ordine di Umberto Bossi ma dei 200 giudici «autoconvocati» che si sono riuniti sabato e domenica in un convegno in provincia di Siena. Da lì è partita la rivolta contro la giunta dell'Anni di cui rifiutano «la soffocante soggezione imposta dalle strutture correntizie unicamente preocupate della loro autoperpetuazione». Quasi duecento chilometri separano Roma - dove la giunta aveva convocato sempre ieri gli stati generali dell'Associazione - da Chianciano, ma la spaccatura dentro l'Anm è più profonda. Vanno giù duro gli «autoconvocati». Parlano di «grave crisi di rappresentatività dell'Anni» e di «snaturamento del ruolo delle correnti» che «impongono che l'attività del Csm sia svincolata dalle logiche di schieramento correntizio». Poi la minaccia: i magistrati di Chianciano giudicano «opportuno interpellare tutti i colleghi anche attraverso l'eventuale ricorso al referendum». Ribellione aperta, dunque. E' questa la rivolta del «grande centro» della magistratura, dei giudici che non si riconoscono nelle posizioni del presidente dell'Anni, Mario Cicala e del segretario Franco Ippolito «che governano con una maggioranza risicata che unisce estrema destra ed estrema sinistra la nostra associazione», spiega Emesto Stajano, consigliere del Csm e uno dei leader della rivolta. E da Roma, gli stati generali dell'Anm, con una mozione votata a maggioranza hanno replicato indirettamente: «Nel momento in cui il Csm subisce l'aggressione del leader della Lega e, per altro verso, si prospettano modifiche della composizione e del sistema elettorale del Csm occorre riaffermare che il ruolo di garanzia che la Costituzione affida al Csm non può essere validamente svolto da istituzioni incapaci di assicurare indipendenza ed autonomia all'ordine giudiziario». Certo che ieri al «Palazzaccio» di Roma l'atmosfera è stata pesante, anche perché gli «autoconvocati» possono schierare tra le loro fila molti giudici impe¬ gnati in inchieste «calde». Alla due giorni di Chianciano sono intervenuti infatti il procuratore generale di Milano, Catelani (Tangentopoli); ha partecipato Vittorio Mele, capo della procura di Roma (Sisde), si sono visti Brancaccio e Sgroi della Cassazione, e quattro consiglieri del Csm, «ma soprattutto hanno partecipato a proprie spese duecento magistrati di tutt'Italia», spiega Stajano. Consigliere Stajano, la Lega spara sulla magistratura, prima ci sono state altre critiche dei partiti. La vostra iniziativa per la riforma elettorale del Csm non indebolisce i giudici? «No, è la perpetuazione del sistema delle correnti strutturato secondo lo schema dei partiti che rischia di facilitare il tentativo di ridimensionare il ruolo della magistratura». I vertici dell'Anm si oppongono all'aumento dei rappresentanti del potere politico all'interno del Csm. Voi che cesa chiedete in più? «Una nuova legge elettorale per l'elezione dei giudici nel Csm e un nuovo sistema di elezione dei rappresentanti in seno all'Anm. Vogliamo l'abolizione del voto di lista e la creazione di colleggi, anche plurinominali, ma in cui si voti - con sistema maggioritario - solo per le persone». Ma un nuovo sistema elettorale rafforzerà la posizione dei magistrati? «I giudici devono far chiarezza al loro interno, stabilire un confine tra politicità e apoliticità. E' ora di smetterla di sentir dire che il giudice che segue la tale inchiesta è comunista o fascista. La vera difesa della magistratura si fa con la riforma dell'associazionismo dei magistrati». Ma voi contestate anche il Csm, perché? «Perché è un organismo inidoneo, dove c'è una forte lottizzazione. Io, per esempio, mi sono spesso vergognato di sedere nella sezione disciplinare del Csm perché è rimasto l'unico esem¬ pio di giudice politico del nostro ordinamento, un organo chiamato ad emettere sentenze ma costituito ed operante su logiche di corrente». Che cosa non funziona adesso nell'associazione magistrati? «Cicala non è il padrone dell'associazione. E poi l'Anm non può essere coinvolta in attività di consulenza rispetto al Parlamento». Per caso si riferisce alle prese di posizione dell'Anm sulla soluzione politica per Tangentopoli? «Sì. Noi non possiamo stabilire determinati avalli o affidavit preventivi su leggi che il Parlamento poi dovrà decidere. Noi siamo chiamati a intervenire sui questioni giudiziarie. Certo ogni singolo giudice può intervenire a titolo personale ma penso che l'Associazione non dovrebbe intervenire su ipotesi di soluzione di Tangentopoli che riguardano solo i titolari della sovranità popolare». Maurizio Tropea no Il consigliere del Csm Ernesto Stajano uno dei promotori del convegno

Luoghi citati: Csm, Italia, Milano, Roma, Siena