Tutti al postai market della secondaRepubblica di Lietta Tornabuoni

Tutti al postai market della secondaRepubblica\ PRIME CINEMA «Sol levante», il film di Kaufman Che bella barba Mr. Connery BATTUTE esemplari di Sean Connery, che del film non è soltanto protagonista accanto al bellissimo nero Wesley Snipes, ma anche produttore esecutivo: «I quartieri malfamati sono l'ultimo baluardo americano», oppure: «Se non puoi vincere una battaglia, non la combattere». Per il resto, il film è il secondo esempio recente (il primo è «Jurassic Park») d'una speciale forma di scemenza hollywoodiana. Prendono un romanzo di Michael Crichton (editore Garzanti), grande scrittore di thriller, diverso da tutti perché nei suoi libri sono sempre presenti un'ideologia precisa e una forma di divulgazione scientifica che li rendono appassionanti e interessanti; per non dar fastidio a nessuno e nella stupida certezza che scienza e tecnica annoino gli spettatori, ideologia e divulgazione vengono edulcorate, espurgate, mutilate; il risultato è un thriller qualsiasi, simile ad altri, meno bello di altri. Nel caso di «Sol levante», Crichton denunciava uno strapotere economico e dunque anche politico dei giapponesi negli Stati Uniti, illustrava le infinite manipolazioni possibili su quei videotape che sembrano un'impassibile inalterabile registrazione della realtà; il primo elemento è stato superammorbidito per non irritare la comunità nippoamericana, il secondo è stato ridotto e impoverito. Bell'impresa, complimenti: tanto più che è compiuta con la complicità dello scrittore, presente tra gli sceneggiatori. Durante una festa nella modernissima sede a Los Angeles d'una forte industria giapponese, una ragazza stupenda entra nella deserta sala delle riunioni del consiglio d'amministrazione al piano superiore. Un uomo di cui non si vede la faccia la segue, la distende sul tavolo, le fa alzare le gambe, la possiede: e l'ammazza. Il cadavere della bionda resta lì, abbandonato alle indagini condotte soprattutto da tre poliziotti: il tenente bianco Harvey Keitel, uno di quelli che ancora chiamano gli asiatici «musi gialli»; il giovane tenente nero di poca esperienza Wesley Snipes; e il capitano Sean Connery, che conosce bene la cultura, la lingua, il costume giapponesi. Il compito degli investigatori dovrebbe essere relativamente semplice, dato che le telecamere del sistema di sicurezza hanno registrato ogni cosa prima, durante e dopo l'assassinio della ragazza: ma l'apparenza inganna, come insegnava il proverbio e come conferma la mistificazione tecnologica. Sean Connery, saggio, ironico, protettivo e bravo, con un'elegante barba bianca che nasconde in parte i guasti provocati dalla malattia sulla faccia infinitamente simpatica, seducente come sempre a sessantatré anni, rimane la ragione principale per andare a vedere «Sol levante». Lietta Tornabuoni SOL LEVANTE (Rising Sun) di Philip Kaufman con Sean Connery, Wesley Snipes Harvey Keitel, Cary-Hiroyuki Tagawa, Kevin Anderson, Mako Tia Carrere Usa, 1993, thriller Cinema Faro, Vittoria di Torino Apollo di Milano; Etolle di Roma

Luoghi citati: Los Angeles, Milano, Roma, Stati Uniti, Torino