L'iniziativa delle religiose più conservatrici potrebbe anche portare alla scissione completa nell'Ordine
L'iniziativa delle religiose più conservatrici potrebbe anche portare alla scissione completa nell'Ordine L'iniziativa delle religiose più conservatrici potrebbe anche portare alla scissione completa nell'Ordine Le carmelitane: basta supremazia dei frati All'attacco dei «colleghi»: non hanno più niente da insegnarci CITTA' DEL VATICANO. Le suore carmelitane conservatrici contro tutti: dopo aver vinto la battaglia per avere delle regole proprie di vita, hanno ingaggiato un nuovo «round», prendendosela questa volta con i monasteri maschili agitando il fantasma della «scissione» completa. Una mossa che ha colto non troppo di sorpresa il superiore generale, padre Camilo Maccise, da tempo impegnato in una difficile opera di ricucitura, sia interna sia con quei settori della Santa Sede che appoggiano la lotta dei 125 monasteri favorevoli ad una interpretazione rigorosa della «regola» data da Santa Teresa contro i 744 che l'hanno invece aggiornata. Punta di diamante della minaccia di scissione è il monastero spagnolo di Lerna, sede storica delle carmelitane: la supcriora si è rivolta a padre Maccise spiegando che le suore «non hanno più bisogno dei carmelitani, non desiderano ricevere da loro materiale di formazione, preferendo proseguire da sole nel loro cammino». Motivo della clamorosa protesta: una lettera di Maccise in cui si chiedeva che nella regola in vigore in quei 125 conventi conservatori fosse tolta una frase, ritenuta offensiva dai frati. Eccola: «Le profonde modificazioni introdotte oggi nella legislazione dei padri carmelitani, hanno perso oramai ragion d'essere». Dietro questo giudizio si rivela tutta la disputa che ha portato nel 1992 i monasteri femminili a scegliere due Costituzioni e quindi due stili di vita opposti tra loro. La storia, intricata, di norme fatte e disfatte, ha inizio nel 1977 quando vengono pubblicate le nuove regole di vita che recepiscono i cambiamenti e le raccomandazioni introdotte dal Concilio Vaticano II che prevedono forme di apertura «al mondo». Le norme furono approvate dall'80% dei monasteri nel 1982 e otto anni dopo, in dirittura d'arrivo per l'approvazione definitiva, spuntò fuori un altro testo, di stampo conservatore. Per evitare divisioni, si arrivò ad una media¬ zione e ad una nuova stesura ma senza esito positivo, dato che i monasteri da allora sono divisi su due posizioni tra loro inconciliabili. Degli 869 carmeli esistenti nel mondo, 125 hanno optato per la regola conservatrice e 744 per quella aperta e ispirata al Concilio. Padre Maccise, ovviamente, non ha mai digerito quella che è una sua sconfitta personale e si sta adoperando in tutti i modi per riportare tutte le suore ad un unico ovile. Invano, dato il livore con cui adesso un gruppo ristretto tra quelli di stretta osservanza se la prende con i carmelitani maschi aprendo ancora un altro fronte polemico. Il nodo del contendere, tra i monasteri di clausura femminile, riguarda le concrete con- dizioni di vita. Le circa 1500 della stretta osservanza si rifiutano di abolire la doppia grata con cui celano il volto ai visitatori. Mantengono le mortificazioni corporali fissate nel sedicesimo secolo ed esigono il rispetto letterale delle prescrizioni di santa Teresa per l'abito e gli oggetti personali delle suore, dalle lenzuola ai libri che possono leggere. La vecchia consuetudine non contempla il riscaldamento nei conventi; le suore possono uscire solo per votare o in caso di incendio; la televisione va bene solo quando trasmette programmi religiosi. I confessionali - scriveva santa Teresa - «abbiano i vetri inchiodati e il finestrino della comunione sia piccolo». C'è anche un problema di potere: i monasteri che applicano la tradizione si reputano soggetti soltanto all'autorità del vescovo del luogo dove sorge l'edificio e rifiutano il permesso di ingresso al superiore generale dell'ordine che si trova pertanto «dimezzato» e per di più ha a che fare con due Costituzioni divergenti ma autorizzate dal Vaticano con tutti i problemi interpretativi e di prassi che ne derivano. Padre Maccise questa volta ha mandato un monito: ha inviato a tutti i religiosi una lettera in cui invita sì alla concordia ma anche a considerare se sia ancora utile interessarsi delle sorti dei ventidue monasteri ultra-oltranzisti. Sembra voler far capire che senza un loro ripensamento, l'ordine potrebbe muovere i primi passi per estrometterli del tutto; allo stato dei fatti è soltanto una remota ipotesi, ma la guerra proseguirà. Sandro Berrettoni
Persone citate: Camilo Maccise, Maccise, Sandro Berrettoni
Luoghi citati: Citta' Del Vaticano
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