Ho visto Togliatti in manette di Pierluigi Battista

Scoperto il diario della segretaria russa negli anni della guerra: una donna innamorata racconta il leader comunista Scoperto il diario della segretaria russa negli anni della guerra: una donna innamorata racconta il leader comunista Ho visto Togliatti in manette EROMA RCOLI» che «si esprimeva in un linguaggio letterario». Ercoli accanto al quale «tutti gli uomini russi sembravano spesso primitivi o addirittura stupidi». Ercoli «sempre vestito con grande gusto» e che «non aveva l'aspetto di un operaio». Ercoli che mostra un interesse «nei confronti di tutti i problemi religiosi», che «si comporta con grande tatto e gentilezza nei confronti delle donne» e che «quando per esempio sono soggetta a forti e dolorose mestruazioni e nei giorni del ciclo sto proprio male avverte immediatamente che c'è qualcosa che mi disturba e cerca, con grande premura, di distrarmi, farmi ridere, aiutarmi in qualche modo». Questo Ercoli sensibile e gentile è il Palmiro Togliatti adorato, ammirato, idealizzato, insomma amato da Nina Delnova Bocienina, la donna che fu la sua segretaria in Urss tra il 1941 e il 1944 e che è l'autrice delle memorie che oggi vengono pubblicate dalla casa editrice Ponte alle Grazie con il titolo La segretaria di Togliatti, corredate da un lungo saggio interpretativo dello storico Sergio Bertelli. Un Togliatti che alterna durezze bolsceviche a imprevedibili squarci di affettuosità tenera. Il Togliatti consacrato all'impegno politico ma anche l'uomo che nel 1957, dopo tredici anni di distacco, suscita ancora un uragano di emozioni nella trepida e fedele segretaria («non riesco a pronunciare neanche una parola... Masa mi ha dato delle gocce di valeriana e sono riuscita a calmarmi un po'») semplicemente presentandosi al telefono così: «Sono io, Ercoli...». Certo, non mancano in queste memorie, di cui qui sotto riportiamo un brano, dettagli sul profilo politico di Palmiro Togliatti: l'improvviso «fermo» del 1941, oppure la rivelazione che nel 1943, nell'atmosfera plumbea dell'hotel Lux, davanti ad «alcune carte topografiche militari» Togliatti pensasse di sollecitare il partito a «diventare il commissario politico dell'Italia combattente per ripulire la Resistenza dalle persone non fidate e puntare sull'insurrezione socialista»; o ancora le aspre critiche alle modalità della destalinizzazione avviata da Kruscev. 0 soprattutto una lettera, che Bertelli ritiene di poter datare al 1961, ritrovata tra le carte della Delnova Bocienina. Si tratta della versione russa di una lettera di Togliatti e i curatori sottolineano di non aver rinvenuto l'originale. Tuttavia non ne contestano l'autenticità, sebbene faccia ima certa impressione che ancora agli inizi degli Anni Sessanta il «Migliore» sostenesse che «una rivoluzione resta una rivoluzione anche quando è costretta a ricorrere al terrore per risolvere il suo problema principale: la difesa dal mondo del terrore». Oppure che persistesse a definire Trotzski un uomo che si «è spinto fino al tradimento della causa rivoluzionaria e della collaborazione con i banditi fascisti» e a dirsi convinto che «l'uso della forza», a meno che non si voglia cadere nelle «deviazioni liberal-borghesi», sia la condizione per «mantenere le posizioni del socialismo». Eppure è la dimensione, privata di Togliatti che predomina in queste memorie. Per esempio il ricordo di quando Ercoli, nel 1944, avrebbe promesso alla segretaria di portarla in Italia: promessa non mantenuta per la «na¬ scita di mio figlio Andrej», salutata da Togliatti con l'invio in clinica di un «cesto di costosi mandarini». E il desiderio lancinante, ancora nel 1964, di «chiedere al compagno Togliatti di parlare con mio figlio Andrej» visto che «non potevo contare sull'aiuto del mio ex marito Ivan che si comportava come se Andrej non fosse suo figlio». Un atto di estrema devozione per il «compagno Palmiro Togliatti», un tempo il «gentile Ercoli». Pierluigi Battista Una veduta di Mosca. La freccia indica l'Hotel Lux, dove il leader comunista fu bloccato dalla polizia sovietica

Luoghi citati: Italia, Mosca, Urss