Gabetti, il finanziere che ama Goethe e il Po di Eugenio FerrarisGianluigi Gabetti

Gabetti, il finanziere che ama Goethe e il Po Gabetti, il finanziere che ama Goethe e il Po TORINO. Chi lo conosce bene, lo definisce «l'uomo giusto al posto giusto». Per altri è «l'uomo in grigio» e non soltanto perché quello è il colore preferito per i suoi abiti quanto piuttosto per sottolinearne una proverbiale riservatezza, tipica di un torinese doc che si trova completamente a suo agio nel gran mondo della finanza internazionale. E che è altrettanto a suo agio nel discutere di Bach e di Goethe come di profitti e perdite. Ecco Gianluigi Gabetti, l'uomo che lunedì prossimo subentrerà ad Umberto Agnelli alla vicepresidenza della Fiat. Gabetti è nato a Torino nel 1924, figlio di un prefetto. Liceo, una laurea in Legge, primo impiego nella sede torinese della Banca Commerciale Italiana, dove raggiunge la qualifica di vicedirettore. Nel '59 si trasferisce negli Stati Uniti per conto della Olivetti; sei anni dopo diventa presidente della Olivetti Corporation of America. E' proprio ne¬ gli Usa che conosce Giovanni Agnelli, il quale gli offre un incarico nel gruppo torinese. Nel '71 rientra a Torino per approdare all'Ifi con la carica di direttore generale. A maggio dell'anno seguente diventa anche l'amministratore delegato della «cassaforte» della famiglia Agnelli. E' Gianluigi Gabetti, nel '76, a gestire l'operazione che portò alla cessione di una parte del capitale Fiat alla Libia e all'ingresso di due rappresentanti del governo di Tripoli nel consiglio di amministrazione della società torinese. Tra gli incarichi attualmente ricoperti da Gianluigi Gabetti vi sono quelli di consigliere di amministrazione della Fiat (di cui è membro anche del Comitato Esecutivo con Giovanni ed Umberto Agnelli e Cesare Romiti), dell'Ifil, dell'Exor, dell'Istituto Bancario San Paolo e della Banca d'America e d'Italia. Qualche hanno fa, un settima¬ nale italiano ha descritto Gabetti come «uno di quei manager che vengono definiti diversi perché colti, umanisti, affascinanti e perché ai numeri ed alle cifre sanno affiancare ruoli di prestigio in campi completamente diversi». Uno di questi ruoli, ad esempio, è quello di consigliere del Museo d'Arte Moderna di New York: Gabetti ed altre due persone rappresentano gli «stranieri» in una istituzione che per tradizione è sempre stata rigorosamente yankee. Un Gabetti finanziere, un Gabetti umanista ed anche un Gabetti sportivo. E' socio del Cerea, la prestigiosa società remiera del Valentino. ((Anche se - dice il prossimo vicepresidente della Fiat - da un paio d'anni ho abbandonato la voga ed il Po, che amo entrambi. Ma non è un distacco definitivo: mi prometto di riprendere presto». Eugenio Ferraris Gianluigi Gabetti, nuovo vicepresidente della Fiat

Luoghi citati: Italia, Libia, New York, Stati Uniti, Torino, Tripoli, Usa