Gli Agnelli rinnovano il vertice Fiat

Gianluigi Gabetti è il nuovo vicepresidente, Cesare Romiti amministratore delegato Gianluigi Gabetti è il nuovo vicepresidente, Cesare Romiti amministratore delegato Gli Agnelli rinnovano il vertice Rat Umberto lascia, entra suo figlio TORINO. Un riassetto del vertice del gruppo Agnelli e della Fiat era nell'aria da un mese e mezzo, e precisamente da quando - il 28 settembre scorso - il consiglio d'amministrazione del gruppo torinese aveva varato l'aumento di capitale da 4250 miliardi e le modifiche statutarie che saranno sottoposte lunedì prossimo al vaglio dell'assemblea straordinaria degli azionisti. E, puntualmente, le decisioni sono state prese. Ieri, dopo le anticipazioni del settimanale Panorama, la Fiat le ha ufficializzate. Umberto Agnelli lascia la vicepresidenza e il consiglio d'amministrazione della Fiat ed assume la responsabilità globale della guida dell'Ili, la società capogruppo della famiglia Agnelli. Fino a un mese e mezzo fa era candidato a succedere al vertice al fratello Giovanni. Poi, l'aumento di capitale, l'ingresso dei nuovi soci e la decisione di confermare al vertice l'Avvocato e Romiti. Oggi, il passaggio alle leve decisionali dell'Ifi, di cui Umberto era già vicepresidente ed amministratore delegato ma con le deleghe operative attribuite a Gianluigi Gabetti che invece lascerà la carica in Ili ed assumerà la vicepresidenza della Fiat, al posto di Umberto. Gianluigi Gabetti rimarrà amministratore delegato dell'Ifi International (Ifint), l'importante società lussemburghese cui la famiglia Agnelli affida gli investimenti internazionali diversificati. Nel consiglio d'amministrazione della Fiat - che ai sensi del nuovo statuto verrà ridotto da 15 a 11 membri - entrerà, al posto di Um- berto, il figlio Giovanni Alberto Agnelli, primo rappresentante della quarta generazione della famiglia ad entrare nell'organismo sociale dell'azienda torinese. Giovanni Agnelli «jr» è, e rimarrà, amministratore delegato della Piaggio veicoli industriali. Ma le novità non finiscono qui. In Ifi, di cui l'Avvocato resterà presidente, entrerà come secondo amministratore delegato Gabriele Galateri di Genola. Galateri è, e rimarrà, amministratore delegato dell'Ifil, l'altra subholding di famiglia, quella che controlla alcune importanti attività diversificate, tra cui la Rinascente. Presidente dell'Ifil resterà lo stesso Umberto Agnelli che ha da anni con Galateri un rapporto di grande fiducia. Ma nel nuovo consiglio d'amministrazione della Fiat cambieranno anche altri consiglieri. Usciranno Renato Ruggiero, Etienne Davignon, Wisse Dekker e Richard Alien Voell. Oltre a Giovanni Agnelli jr entrerà Eugenio Coppola di Canzano, presidente delle Assicurazioni Generali, socie con il 2,5% nel nuovo «patto di sindacato» della Fiat. Questa, dunque, la composizione completa del consiglio Fiat dopo le modifiche: presidente Giovanni Agnelli; vicepresidente Gianluigi Gabetti; amministratore delegato Cesare Romiti; quindi, su designazione della famiglia Agnelli, Michel David Weill (della potente banca d'affari francese Lazard), Henry Cari Martin Bodmer (del gruppo finanziario svizzero Abegg), Giovanni Agnelli jr e Franzo Grande Stevens; e infine, in rappresentanza dei quattro soci sindacati, Ulrich Weiss, vicepresidente della Deutsche Bank, Pierre Suard, presidente dell'Alcatel, Coppola di Ganzano e, su designazione di Mediobanca, Giampiero Pesenti, che peraltro è vicepresidente della Confindustria e da anni alleato del gruppo Agneiy e della Fiat. Un assetto compatto, dunque. E definitivo, che dà certezza al management e all'azionariato. All'uscita di Umberto dal vertice Fiat corrisponde il crescere delle sue prerogative nell'Ifi, la finanziaria cruciale per le attività della fami- glia, e l'ingresso nel consiglio Fiat del figlio. L'inserimento di Gabetti alla vicepresidenza Fiat porterà nel gruppo il contributo diretto della sua esperienza finanziaria internazionale. Il riassetto generale del consiglio, con le designazioni da parte dei quattro soci aderenti al patto di sindacato (appunto Alcatel, Deutsche Bank, Generali, Mediobanca) conferma l'allargamento della base azionaria della Fiat, con la permanenza della famiglia Agnelli nel suo ruolo di socio guida e l'arrivo di partner strategici di altissimo livello che accompagneranno lo sviluppo della Fiat nei prossimi anni. A guidare il gruppo, su designazione congiunta di tutti gli azionisti, l'Avvocato, il suo vicepresidente Gabetti e, con tutti i poteri esecutivi e di gestione, Cesare Romiti, impegnato in prima persona a sostenere la ripresa del gruppo. La recessione dell'economia mondiale e la crisi internazionale del mercato dell'auto hanno messo a dura prova, nell'ultimo anno, tutti i gruppi del settore, in Europa, in America e in Giappone. La Fiat ha risposto con un piano d'investimenti da 40 mila miliardi, con diciotto nuovi modelli - primo fra i quali la «Punto» -, uno stabilimento più competitivo di quelli giapponesi - Melfi - e l'aumento di capitale più forte della storia della Borsa italiana. Oggi, con la ridefinizione e il ricompattamento dei ruoli al vertice, al gruppo non manca più nulla per superare la sfida del mercato mondiale. Sergio Luciano Da sinistra Cesare Romiti e Giovanni Agnelli

Luoghi citati: America, Canzano, Europa, Genola, Giappone, Torino